Omelia in occasione della Veglia Pasquale

31-03-2018

“Esulti il coro degli angeli, 
esulti l’assemblea celeste:
un inno di gloria saluti il trionfo del Signore risorto.
Gioisca la terra inondata da così grande splendore;
la luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo.
Gioisca la madre Chiesa, splendente della gloria del suo Signore”.

Questo canto dell’Annuncio Pasquale ha risuonato in questa notte santa in tutta la Chiesa, mentre il cero pasquale, segno di Cristo Risorto, vivo e in mezzo a noi veniva intronizzato e incensato, accompagnato dalle luci che inondavano il nostro tempio, in quanto la luce ha vinto la notte, la vita ha vinto la morte, la grazia ha vinto il peccato.

In ciascuno di noi albergano sentimenti di gioia in quanto oggi si è realizzata la salvezza promessa dal Signore.

Le molte letture che abbiamo ascoltato ci hanno fatto ripercorrere la storia della salvezza, dalla creazione del mondo, alla presenza del peccato, al grido dei profeti fino all’epistola di San Paolo che proclama:

Noi siamo risorti con Cristo, mediante il battesimo, che segna la vittoria sulla morte e sul peccato e l’inizio della nuova vita originata dalla Pasqua”.

Ma sono le parole del Vangelo in cui il “misterioso” giovane seduto sulla destra nel sepolcro vuoto, rivolgendosi alle donne giunte in quel luogo per ungere il corpo di Gesù, dice “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno il crocifisso. E’ risorto, non è qui!”.

Queste stesse parole vogliamo sentirle rivolte anche a noi che in questa notte santa celebriamo la resurrezione di Cristo. Anche noi siamo invitati a non avere paura, nonostante le difficoltà della vita e le situazioni difficili che viviamo nel nostro tempo.

Questa notte diamo spazio alla gioia, alla speranza, all’amore, perché di questo siamo testimoni.

Andare per il mondo a testimoniare la resurrezione di Gesù, significa non stare fermi, non chiudersi, ma correre, aprirsi affinché la lieta notizia del sepolcro vuoto possa raggiungere tutti e riempire di gioia e di speranza ogni creatura.

In questa Veglia Pasquale, come nella Chiesa antica, anche noi accogliamo due catecumeni che dopo un percorso di catecumenato, in questa notte di Pasqua, accompagnati dai loro padrini, riceveranno i sacramenti del Battesimo e della Confermazione per poi partecipare per la prima volta all’Eucarestia, ricevendo il pane eucaristico.

Con loro rivivremo il mistero pasquale che stiamo celebrando, nell’acqua del fonte battesimale che sarà benedetta, faremo quel passaggio dalla morte alla vita, dal peccato alla grazia, dalle tenebre alla luce, come abbiamo ascoltato nella lettera di San Paolo.

La nostra Chiesa si arricchisce di nuovi cristiani segno di una Chiesa feconda capace di essere attrattiva anche per la società e il mondo di oggi.

Gioiamo con loro e come le donne nel Vangelo, usciamo dal sepolcro vuoto e corriamo per le vie della ad annunciare: Cristo è risorto, Alleluia.