Omelia in occasione della Solennità di Cristo Re

26-11-2017

Carissimi fratelli e sorelle,

oggi la vostra Comunità Parrocchiale è in festa e io voglio unirmi alla vostra gioia, in quanto celebriamo la Solennità di Cristo Re dell’universo a cui è intitolata la vostra Parrocchia.

Questa festa chiude anche l’anno liturgico che abbiamo celebrato attraverso le feste del Signore, della Vergine Maria e dei Santi. Un cammino spirituale che vede nella domenica, giorno del Signore, il suo centro vitale.

Oggi siamo invitati ad alzare il nostro sguardo a Cristo, e interiorizzare le sue parole: “Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine” (Ap. 21,6).

Professiamo la nostra fede in colui che è al centro della nostra vita e in quanto tale è il Signore.

Le letture che abbiamo proclamato in questa solenne liturgia ci aiutano a comprendere cosa significhi per ogni credente che Cristo è Re dell’Universo.

  • Il profeta Ezechiele, nella prima lettura, ci presenta il Signore come il vero Pastore.

Il primo modo per esprimere la regalità da parte di Gesù è quello di essere il Buon Pastore.

Il Buon Pastore è colui che va in cerca della pecora perduta, che fascia quella ferita e curerà quella malata, avrà cura della grassa e della forte…

Queste azioni amorevoli così ben dettagliate ci dicono quanto sia misericordiosa e premurosa la regalità di Cristo.

Possiamo domandarci: ci lasciamo pascere dal Cristo nostro Re? A chi affidiamo la nostra vita? Non dobbiamo avere paura delle nostre ferite, delle nostre fragilità, Cristo Re e Buon Pastore è per tutti noi un balsamo, e ci cura con l’olio della consolazione e il vino della speranza.

  • San Paolo nella lettera ai Corinti mette in risalto un altro aspetto della regalità di Gesù, quello di essere il Salvatore.

Cristo è il re dell’Universo in quanto è il Salvatore del mondo.

Solo in Lui c’è salvezza. “Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la resurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita”. (1Cor. 15,21-22)

È nel sacrificio di Cristo, che celebriamo nel memoriale dell’Eucarestia, che troviamo la nostra salvezza e contempliamo la regalità di Cristo.

Come viviamo l’Eucarestia? Quando andiamo all’Eucarestia, andiamo veramente al Calvario di Gesù oppure ad uno spettacolo?, come ha detto, con veemenza,  Papa Francesco durante la catechesi di mercoledì scorso in piazza San Pietro?

Non cerchiamo la salvezza in chi non può darcela, accogliamo la salvezza che viene da Gesù, il quale morendo e risorgendo ci ha liberati da ogni male e dalla morte eterna.

  • Il Vangelo di Matteo, che riporta il discorso escatologico, della fine dei tempi, ci presenta un’altra sfaccettatura della regalità di Gesù.

Cristo è il Re dell’Universo in quanto è il Giudice misericordioso.

Questa pagina del vangelo la conosciamo bene e sappiamo che quando il Signore verrà alla fine dei nostri giorni non ci chiederà chi eravamo, quanti beni possedavamo, di quali titoli eravamo insigniti, ma semplicemente quanto abbiamo amato Dio e il prossimo, su questo saremo giudicati tutto il resto è superfluo.

Questa regalità che è servizio, che è misericordia, che è amore verso il prossimo quanto è vissuta nella nostra vita e nelle nostre Comunità? La recente giornata mondiale dei poveri che abbiamo celebrato la scorsa settimana proprio in questa Chiesa ci ha aiutati a interiorizzare questo aspetto così centrale della vita della Chiesa: amare Dio non a parole ma con i fatti.

Carissimi fedeli di Cristo Re siate testimoni autentici della regalità di Cristo, annunciatelo nel vostro quartiere e là dove vivete come il Buon Pastore, il Salvatore del mondo e il Giudice Misericordioso, affinché tutti si sentano attratti da Lui e vivano di Lui fino al giorno in cui lo vedranno faccia a faccia nella vita eterna. Amen.