Omelia in occasione della S. Messa del Crisma

29-03-2018

Carissimi in questa celebrazione nella nostra bella cattedrale, si manifesta il mistero del sacerdozio di Cristo, partecipato da noi Vescovi e sacerdoti che rinnoviamo oggi il nostro impegno al servizio del popolo di Dio a cui siamo stati inviati.

Il Vescovo insieme al suo presbiterio, benedice gli oli che saranno adoperati nei diversi sacramenti: il crisma (olio mescolato con profumo), per significare il dono dello Spirito Santo nel Battesimo, nella Cresima, nell’ordine;

l’ olio per i catecumeni e quello per i malati, segno della forza che libera dal male e sostiene nella prova della malattia.

Attraverso un frutto della terra, già trasformato dal lavoro dell’uomo (l’olio) e un gesto semplice e familiare (l’unzione), si esprime la ricchezza della nostra esistenza in Cristo, che lo Spirito continua a trasmettere alla Chiesa sino alla fine dei tempi.

Nella nuova ed eterna alleanza tutto ha valore perché tutto procede dall’Unto per eccellenza, da Gesù Cristo.

In Lui, come egli stesso dichiara, si realizza in pieno il testo di Isaia che abbiamo ascoltato nel Vangelo di Luca: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio…

Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”. (Lc. 4,16-21).

Vorrei che particolarmente in questo giorno, cari Confratelli, sentissimo rivolte a noi le affermazioni che Gesù ha pronunciato nella sinagoga di Nazareth.

Il sacramento dell’ordine che abbiamo ricevuto ci fa dire che “Lo Spirito del Signore è su di noi, che siamo stati consacrati con l’unzione e inviati ad annunciare la lieta novella…”.

Vogliamo, pertanto esprimere la nostra gratitudine per il dono del sacerdozio che abbiamo ricevuto e che ci ha conformati a Cristo stesso, gratitudine che esprimiamo soprattutto a nome di coloro che celebrano i loro giubilei sacerdotali.

Nella Lettera Pastorale Gesù cammina con noi, commentando l’episodio dei discepoli di Emmaus, ho dato particolare risalto al momento in cui i discepoli riconobbero Gesù allo spezzare del pane.

E’ il momento dell’Eucarestia, di cui noi siamo ministri e ho scritto: “La Chiesa in cammino nel tempo trova la sua icona nella celebrazione eucaristica, culmine e fonte della vita della Chiesa stessa. Spezzare il pane e condividerlo significherà, per i discepoli di Cristo, impostare la propria vita servendo per primi, senza pretendere, senza reclamare e senza lamentarsi, perché l’Amore è più grande ed è quel pane a renderlo presente, diventando impegno di vita vissuta.

Una comunità eucaristica diventa riconoscente quando adotta alcuni atteggiamenti che esprimono accoglienza; essi sono:

Gratuità, è il segno rivelatore dell’amore di Dio in Gesù, pane spezzato.

Concretezza, l’amore di Dio non sopporta di restare semplice intenzione e parola, ma si fa sempre gesto e opera, qualcosa che si tocca e si vede.

Trasparenza, il modello del nostro amore è il Vangelo, a patto che lasci trasparire quello di Dio”.

Questi atteggiamenti sono tipici di una comunità eucaristica ma lo devono essere anche di noi sacerdoti che presiediamo l’Eucarestia.

In questo Giovedì Santo vorrei con tutti voi ricordare i nostri confratelli sacerdoti che hanno speso la loro vita in Missione.

Visitando la Diocesi di Marsabit in Kenia ho toccato con mano e ho ascoltato testimonianze che mi fanno dire come i nostri sacerdoti abbiano saputo vivere e testimoniare con la loro vita la Gratuità, la Concretezza e la Trasparenza e di questo dobbiamo rendere grazie a Dio.

Sono convinto che anche noi, preti di oggi e in questa nostra società post cristiana, possiamo dare, sia pure in forme diverse, la stessa testimonianza di gratuità, concretezza e trasparenza che il ministero di oggi richiede.

In questo cenacolo, in cui siamo raccolti come unico presbiterio, vorrei affidare a Maria Madre dei Sacerdoti, tutti quanti noi presbiteri e diaconi, in particolare gli anziani, i malati e quanti vivono momenti di difficoltà e implorare dal Signore il dono di vocazioni al sacerdozio per la nostra amata Chiesa di Alba. Amen.