Omelia in occasione della benedizione e imposizione delle ceneri

14-02-2018

Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti …” (Gl.2,12).

Questo è l’invito che questa sera è risuonato in mezzo a noi ascoltando le parole del Profeta Gioele all’inizio di questo tempo forte della Quaresima.

Oggi iniziamo un percorso spirituale fatto di silenzi, preghiere, digiuni e carità che ci porterà all’incontro con Gesù risorto la notte di Pasqua.

È un tempo dunque di conversione e di lotta con noi stessi per purificarci e liberarci da tutto ciò che ci impedisce di incontrare il Signore.

La Quaresima è una via e vorrei che questa via del ritorno passasse attraverso l’invito di San Paolo alla comunità di Corinto: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”.

Questo tempo è tempo di riconciliazione, di misericordia, di abbraccio paterno… non sprechiamolo!

Bussiamo con coraggio al cuore misericordioso di Dio e attingiamo il perdono vero dei nostri peccati per una vita rinnovata.

Troppo sovente siamo incapaci di riconoscere i nostri peccati, vi è quasi una sorta di abitudine alla disobbedienza alla legge del Signore, ma se non sappiamo riconoscerci peccatori non sentiremo mai il bisogno di essere perdonati e riconciliati con Dio e fra di noi.

Con troppa facilità ci accostiamo alla comunione eucaristica, dimenticando le parole di San Paolo: “Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna”(1Cor. 11, 28-29).

Proviamo in questa quaresima a recuperare il senso del peccato e riscoprire che quando commettiamo peccati mortali, compiendo azioni o pensieri gravi, consapevolmente e con deliberato consenso, solo la Confessione mi può riconciliare e perdonare i peccati e aprirmi la strada all’incontro con Gesù nella comunione eucaristica.

Se da un lato dobbiamo fare in modo che i sacerdoti offrano giorni e orari in cui sono disponibili ad ascoltare le confessioni, dall’altro lato non disertiamo i confessionali, è l’unico modo per gustare la gioia del perdono ritrovato.

Ritornare al Signore, significa anche vivere la Carità, cioè la condivisione verso i nostri fratelli poveri e bisognosi. I digiuni e le rinunce siano vere condivisioni dei nostri beni materiali ma anche del nostro tempo per una vera quaresima di fraternità.

Papa Francesco nel suo messaggio per la quaresima di quest’anno parla di un cuore freddo e si chiede: “come si raffredda in noi la carità? Quali sono i segnali che ci indicano che in noi l’amore rischia di spegnersi?” e poi risponde:

Ciò che spegne la carità è anzitutto l’avidità per il denaro, “radice di tutti i mali” (1Tm. 6,10); ad essa segue il rifiuto di Dio e dunque di trovare consolazione in Lui, preferendo la nostra desolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti”.

Tutto ciò non ci accada, lasciamoci riscaldare il cuore dal fuoco della Pasqua, in quanto “la Luce di Cristo che risorge glorioso disperde le tenebre del cuore e dello spirito” come canteremo al rito suggestivo dell’accensione del cero Pasquale.

Facciamoci penitenti ed entriamo nel deserto con Gesù per vincere con la Parola e la Grazia le tentazioni della vita e questi quaranta giorni di preghiera, digiuno e carità ci faranno riscoprire la gioia di essere cristiani e ci daranno la forza di farci testimoni verso tutti gli uomini e le donne del nostro tempo. Amen.