Omelia in occasione dell’Ordinazione diaconale di Edoardo Marengo

08-12-2018

Carissimi la nostra Chiesa diocesana albese è di nuovo in festa nel giorno in cui celebriamo la Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, patrona di questa comunità parrocchiale e per l’Ordinazione diaconale di Edoardo sposo di Serena e papà di Gioele.

Oggi contempliamo Maria chiamata a realizzare quel progetto d’amore e salvifico per tutta l’umanità che abbiamo letto nel libro della Genesi: “Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”.

C’è un parallelo fra l’antico e il nuovo testamento. L’albero del giardino dell’Eden viene sostituito dall’albero della Croce, Eva dalla nuova Eva, Maria, Adamo dal nuovo Adamo Gesù Cristo.

La promessa fatta da Dio si realizza in Maria che accoglie nel suo grembo il Salvatore, il Redentore dell’umanità.

Affinché ciò avvenga, Dio l’ha preservata da ogni colpa, come leggeremo nel prefazio di questa solenne liturgia:

“Tu hai preservato la Vergine Maria

da ogni macchia di peccato originale,

perché, piena di grazia,

diventasse degna Madre del tuo Figlio.

In lei hai segnato l’inizio della Chiesa,

sposa di Cristo senza macchia e senza ruga,

splendente di bellezza.

Da lei, vergine purissima, doveva nascere il Figlio,

agnello innocente che toglie le nostre colpe;

e tu sopra ogni altra creatura

la predestinavi per il tuo popolo

avvocata di grazia e modello di santità”.

Nel momento in cui Maria dice il suo “sì” con le parole che San Luca nel Vangelo ha fatto risuonare: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”, il Verbo di Dio si è fatto carne.

Noi sappiamo come leggiamo nel prologo di Giovanni, che il Verbo è la Parola, Cristo stesso è dunque la parola, quella Parola che dobbiamo annunciare fino agli estremi confini della terra. Maria dunque è la “nuova arca dell’Alleanza” così come la tradizione da sempre la invoca.

Caro Edoardo fra poco ti consegnerò il libro dei Vangeli e ti dirò queste belle parole che vorrei che diventassero per te e per tutti noi un programma di vita:

Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei divenuto l’annunciatore: credi sempre ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni”.

Ogni diacono non solo è servo dei poveri e dei malati ma è anche annunciatore della Parola, che è Gesù.

Sarai chiamato ad annunciare il Vangelo durante la celebrazione dell’Eucarestia e a insegnare quanto hai appreso nella fede, per te questo vale in modo speciale avendo assunto nella comunità diocesana il compito della direzione dell’Ufficio catechistico a nome del Vescovo.

Ma ciò che conterà di più sarà la tua testimonianza di vita, cioè quanto saprai vivere ciò che annunci.

Vorrei che ricordassimo quanto Papa Francesco ha scritto nella Evangelii Gaudium al n. 120: “Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù; non diciamo più che siamo “discepoli” e “missionari”, ma che siamo sempre “discepoli-missionari”. 

Sono certo che questo programma di vita lo potrai vivere nel tuo ministero insieme alla tua famiglia e soprattutto riuscirai ad insegnarlo agli altri.

Maria ha saputo essere discepola, mettendosi in umile ascolto della Parola del Signore, ma anche missionaria quando in fretta si è recata dalla cugina Elisabetta portando in grembo Gesù, il salvatore delle genti.

A Lei Vergine Immacolata affidiamo te, la tua famiglia, questa comunità e tutta quanta la nostra Chiesa nella certezza che in lei troviamo rifugio e conforto per la vita eterna. Amen