Omelia in occasione dell’apertura del cammino sinodale

16-10-2021

Carissimo popolo santo di Dio che è in Alba: sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici e laiche, credenti e non credenti,

la Chiesa di Dio è convocata in Sinodo. Il cammino, dal titolo «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione» è condiviso da tutte le chiese presenti nel mondo e da quelle italiane che oggi avviano il cammino sinodale.

Questa sera siamo convocati, come Chiesa, dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo in questo grande e bel Tempio dedicato a San Paolo, presente nella nostra città.

Il trovarci qui vuol essere un ispirarci all’Apostolo delle genti, il quale ci sprona a camminare per le vie del mondo, come ha fatto lui con i suoi viaggi apostolici, per annunciare a tutti il Vangelo di Gesù Cristo, ai credenti e ai non credenti, ai vicini e ai lontani, ai dubbiosi e ai fedeli, alle donne e agli uomini di buona volontà, come autentici discepoli-missionari.

Affidiamoci a San Paolo affinché ci accompagni in questo cammino sinodale e ci aiuti a raggiungere tutti, soprattutto i più lontani, coloro che sono in ricerca, i dispersi e coloro che se ne sono andati soprattutto a causa dei nostri peccati.

Abbiamo letto nella prima lettura la vocazione di Abramo: “Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. (…) Allora Abramo partì, come gli aveva ordinato il Signore…”.

Anche la nostra Chiesa, che è in Alba, come Abramo si sente chiamata ad intraprendere il cammino Sinodale, in obbedienza alla Parola del Signore. Anche noi come Abramo dobbiamo uscire, dobbiamo lasciare le nostre sicurezze, le nostre certezze, il nostro immobilismo, abbandonare l’espressione ‘si è sempre fatto così’ che è un veleno nella vita della Chiesa” come ha detto Papa Francesco.

Dobbiamo aprirci a strade nuove e sono certo che come in altri periodi della storia della Chiesa, anche peggiori di questo, il Signore susciterà nuovi profeti, capaci di farci comprendere il nuovo e farci giungere alla terra promessa: “Alla tua discendenza io darò questa terra”, dice il Signore ad Abramo.

La pandemia ci ha fatto scoprire che cosa significa attraversare il “deserto”, ci siamo scoperti fragili, impauriti, impotenti, soli e spaesati. Il cammino sinodale vuole portarci fuori dal deserto, luogo biblico della prova e della lotta. Abramo per raggiungere la terra di Canaan ha dovuto attraversare il deserto e soprattutto superare le prove, come il sacrificio di suo figlio Isacco, ma si è fidato di Jaweh!

Nella lettera agli Ebrei abbiamo letto: “Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, partì senza sapere dove andava”.

Anche noi, obbedienti alla Parola del Signore, vogliamo intraprendere il cammino sinodale, senza sapere dove ci porterà, lo facciamo con fede e per fede, perché crediamo che la Parola del Signore è fedele e non viene mai meno, sulla sua Parola ci incamminiamo. Vogliamo ascoltare la voce dello Spirito che parla alle chiese per farci condurre là dove lui vorrà.

Facciamo, dunque, nostra l’indicazione che il Papa, Pastore universale della Chiesa, domenica scorsa, ci ha indicato nei tre verbi: “Incontrare, ascoltare, discernere”, per offrire una bussola alla riflessione della Chiesa, all’inizio del percorso sinodale, ricordandoci che “fare Sinodo significa camminare insieme sulla stessa strada”.

Questo cammino sinodale, che ci accompagnerà per alcuni anni, dovrà sempre essere arricchito dalla preghiera, dall’invocazione dello Spirito Santo e dalla lettura della Parola di Dio, perché fare il cammino sinodale “non è una convention ecclesiale ma un evento di grazia” (Papa Francesco).

Camminiamo con Gesù”: è l’invito che rivolgo a tutti voi, giovani, famiglie, catechisti e operatori pastorali nei diversi campi del sociale e degli ambienti di vita, con la mia lettera pastorale che vi sarà consegnata al termine di questa solenne celebrazione eucaristica come mandato per i prossimi anni pastorali.

Nel camminare con Gesù vi esorto ad assumere il suo stile, il suo passo costituito da umiltà, da relazioni vere e profonde, da misericordia e accoglienza, dà ascolto e dialogo, da cura e presa in carico.

È lo stile che abbiamo proclamato nel Vangelo di questa domenica:

Tra voi però non sia così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

È servendo e amando soprattutto gli ultimi, il nostro prossimo, i nostri compagni di viaggio che saremo credibili nel nostro cammino sinodale e non correremo il rischio, indicato dal Papa, dell’intellettualismo, cioè far diventare il Sinodo una specie di gruppo di studio, con interventi colti ma astratti sui problemi della Chiesa e sui mali del mondo, una sorta di parlarci addosso. (Papa Francesco)

Guardando la realtà sociale ed ecclesiale che ci circonda, verrebbe da dire siamo in pieno “deserto”, non tutto ci è chiaro, talvolta abbiamo come dei miraggi, allucinazioni, o vorremmo tornare indietro, come il popolo di Israele a Massa e Meriba.

Io credo invece che non dobbiamo scoraggiarsi e come Abramo che per fede partì senza sapere dove andare, dobbiamo lasciare che lo Spirito ci guidi e sono certo che aprirà strade nuove nel deserto.

Iniziamo con fede e coraggio il cammino sinodale. Un cammino aperto, fidandoci della forza e della luce che viene dallo Spirito, senza nulla temere perché Gesù cammina con noi e noi camminiamo con Gesù, insieme a Maria, sua Madre, e ai beati e ai santi albesi nostri protettori.

Lasciate che concluda la mia riflessione con l’incipit della preghiera per il cammino sinodale che ho scritto per questo tempo, affinché sia recitata nelle nostre comunità e ci accompagni nel nostro andare:

O Padre Creatore,

volgi il tuo sguardo misericordioso e benevolo

alla Chiesa che è in Alba,

che come popolo da te scelto e

reso santo nel battesimo e nella cresima,

intraprende il cammino sinodale.

Amen.