Omelia in occasione della S. Messa nel I° Anniversario dalla morte del Vescovo emerito Mons. Sebastiano DHO

31-08-2022

Carissimi fedeli, sacerdoti e diaconi,

un anno fa ci lasciava il carissimo Vescovo Sebastiano per raggiungere la Casa del Padre.

Questa sera siamo in molti qui a ricordarlo e a pregare per lui, come segno filiale di amicizia e di affetto verso colui che per la nostra Chiesa locale è stato un autentico pastore e maestro, attuando quanto il Concilio Vaticano II ha stabilito attraverso i suoi grandi documenti che Mons Dho non solo ha messo in pratica ma ha pure instancabilmente insegnato e divulgato con la sua predicazione.

Non intendo, questa sera fare una presentazione della vita e del ministero fra noi di Mons. Dho, in quanto è da tutti noi ben conosciuta.

Vorrei che fosse la Parola di Dio che abbiamo ascoltato ad accompagnarci in questo momento di preghiera, per assaporare la novità e la freschezza che sgorga dai testi biblici.

La prima lettura, tratta dalla prima lettera ai Corinti, ci ricorda quanto sia difficile, allora come oggi, vivere la comunione: “Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana? Quando uno dice: “Io sono di Paolo”, e un altro “Io sono di Apollo” non vi dimostrate semplicemente uomini?”.

Quanto è vera questa Parola, come è difficile vivere in accordo tra di noi!

Ieri mattina parlando con un prete del nostro presbiterio constatavamo quanto siamo diversi fra noi e come sia difficile andare d’accordo e quel prete mi citava una frase di don Tonino Bello che diceva come sia importante “la diversità nell’armonia”. È proprio vero, non dobbiamo temere le diversità, quando queste sono segno di creatività e rientrano in una sana dialettica, dobbiamo invece preoccuparci quando prendiamo le distanze e ci isoliamo.

La preoccupazione dell’apostolo Paolo verso la comunità di Corinto è la stessa di ogni vescovo, successore degli apostoli, creare comunione fra le comunità e il clero e le comunità e il clero con il Vescovo.

Inoltre San Paolo dice come sia Dio che fa crescere e noi pastori siamo collaboratori di Dio.

Il Sinodo diocesano promosso dal vescovo Dho, come l’attuale Cammino sinodale sono esperienze di Chiesa che puntano a vivere la fraternità e l’ascolto fra di noi, per una Chiesa aperta e accogliente in cui tutti si sentano a casa.

Chi incontra le nostre comunità, chi incontra noi preti e diaconi, Cosa vede? Deve vedere che ci vogliamo bene, che siamo uniti. Gesù ha detto: “Amatevi gli uni gli altri da questo sapranno che siete miei discepoli”.

Vorrei, anche con la preghiera del vescovo Sebastiano, che ora è presso Dio, implorare il dono della comunione e della fraternità per il nostro presbiterio e per la nostra Chiesa albese.

Il Vangelo di Luca ci richiama al compito costitutivo di ogni pastore, quello dell’annuncio: “È necessario che io annunci la buona notizia del Regno di Dio…per questo sono stato mandato”.

Sono molte le preoccupazioni di un Vescovo, ma credo che come a Mons. Dho, così come per ogni vescovo, la prima preoccupazione sia  quella di annunciare il Vangelo a tutti.

Penso ai grandi testi conciliari e pontifici come la Lumen Gentium, l’Evangelii Nuntiandi di S. Paolo VI, e tanti altri di S. Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI fino all’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, un lungo cammino magisteriale che ha continuamente spronato la Chiesa a farsi missionaria in tutti gli ambienti di vita e nel mondo intero.

Lo stesso tempo di ascolto che stiamo cercando di vivere in questi anni del Cammino sinodale puntano ad un’autentica missionarietà, a non rimanere chiusi nelle nostre sicurezze e certezze.

Partendo dalla Parola di Dio di oggi ho voluto cogliere due note fondamentali per la Chiesa, di cui dobbiamo sentirci grati e riconoscenti verso il Vescovo Sebastiano, la comunione e l’annuncio missionario, che rimangano ancora oggi le nostre priorità.

Maria Santissima e i nostri Santi e Beati ci assistano e ci proteggano sempre, amen!