Omelia in occasione della S. Messa esequiale di don Tommaso Boero

22-10-2021

Carissimi sacerdoti, diaconi e fedeli tutti siamo raccolti in molti questo pomeriggio in Cattedrale per pregare in suffragio del nostro carissimo confratello don Tommaso Boero, che è tornato alla Casa del Padre domenica scorsa, quarta di avvento.

Don Tommaso Boero era nato a Volpiano il 4 febbraio del 1932, dopo aver frequentato il nostro Seminario di Alba è stato ordinato sacerdote il 14 ottobre 1956 dal mio predecessore Mons. Carlo Stoppa.

Trascorse tutto il suo ministero presso il Seminario Vescovile, ricoprendo diversi incarichi, compreso quello di docente.

Negli ultimi anni si dedicò in particolare alla direzione spirituale e all’accompagnamento di molte persone.

Era un sacerdote umile e di grande spiritualità, mi diceva che passava il suo tempo pregando, leggendo e ascoltando quanti ricorrevano a lui di persona, per iscritto o per telefono, a tutte le ore del giorno.

L’attitudine dell’ascolto era innata in lui, tutti sapevano di poter essere ascoltati da lui con grande pazienza ed empatia.

Oserei dire che fu un maestro dell’ascolto di tante fragilità umane e di tante esperienze spirituali.

In questo tempo in cui stiamo vivendo il cammino sinodale, dove l’ascolto è la parola d’ordine in questa prima fase, don Tommaso diventa per tutti noi un modello da imitare.

Il Seminario fu la sua casa di cui si sentiva parte attiva, ricordando i tempi in cui il cortile era pieno di seminaristi che giocavano durante la ricreazione, come era solito raccontarmi.

Don Tommaso ci ha lasciati nel tempo di Avvento che ci prepara alla venuta del Signore Gesù.

Facciamo nostre le parole di Gesù ascoltate nel vangelo che abbiamo proclamato: “Non sia turbato il vostro cuore.  Abbiate fede in Dio e abbiate fede in me. Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via”.

Per don Tommaso si è realizzato così il suo Natale, il Signore è venuto di nuovo e lo ha preso con sé, assegnandoli quel posto che è andato a preparargli.

Lui era un uomo di fede e in tutta la sua vita e nel suo ministero di ascolto ha sempre annunciato la sua fede nella resurrezione, nel Signore che viene per la nostra salvezza eterna.

Domenica 19 dicembre si è realizzato così il dies natalis per il nostro caro confratello don Tommaso, entrando nella vita senza fine.

Vorrei rendervi partecipi di alcuni pensieri scritti da lui in hora mortis e allegati al suo testamento che ben esprimono lo spessore spirituale di don Tommaso:

Egli scrive: “Vorrei ancora essere capace a pregare con fiducia “In Te, Signore, ho sperato. Non sarò confuso in eterno”;

La ricerca continua della Verità è faticosa, come il vivere quotidiano. La Verità è una persona: “Io sono la Verità”. La Verità è incontro interpersonale; per questo “il cristianesimo è essenzialmente escatologico” (Karl Rahner).

Questi pensieri spirituali ci fanno comprendere la ricchezza umana e spirituale di don Boero e ancor di più la domanda di San Tommaso che abbiamo letto nel Vangelo: “Signore come possiamo conoscere la via?, gli disse Gesù: “Io sono la via la verità e la vita”.

Don Tommaso aveva incontrato la Via, la Verità e la Vita, aveva incontrato Gesù Cristo e con grande entusiasmo lo faceva incontrare nella semplicità, nell’ascolto e nel dialogo alle tante persone che si rivolgevano a lui per un conforto spirituale e morale.

Grazie Signore, per averci dato un sacerdote così, capace di riflettere nella sua persona il tuo volto misericordioso, capace di attrarre tanta gente a Te e non a lui, in quanto si riteneva Tuo servo.

Tutte le volte che lo incontravo e dialogavo con lui, rimanevo ammirato per la sua ricchezza spirituale e la sua vasta cultura snocciolata con grande semplicità e umiltà senza la pretesa di ergersi a maestro.

Don Tommaso voleva bene al Signore e alla Chiesa, in particolare alla sua Chiesa che è in Alba a cui ha donato tutta la sua vita.

Le tante persone che siete qui oggi e quanti si uniscono spiritualmente sono la testimonianza di quanto sia stato fecondo il suo ministero sacerdotale.

Vorrei riprendere una preghiera che don Boero ha trascritto nei suoi pensieri spirituali introducendola così:

“Questa preghiera – riflessione, di Etty Hillesum – mi piace tanto. Vorrei portarla in Paradiso. Non capisco tutto, ma sento che è vera” essa dice:

“Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi.

L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi,

 e anche l’unica che veramente conti,

 è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio.

E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti

dai cuori devastati di altri uomini”.

Affidiamo a Maria, che lui in Seminario tanto invocava ogni giorno, come Madre del Buon Consiglio, il nostro caro sacerdote affinché interceda per tutti noi, per la nostra Chiesa albese e per il dono di tante vocazioni al sacerdozio di cui abbiamo tanto bisogno. Amen.