Omelia in occasione della S. Messa esequiale di don Guido Davido

05-09-2020

“Signore, non si inorgoglisce il mio cuore …” (Sal. 130)

 

Carissimi fratelli e sorelle,

siamo raccolti in preghiera questo pomeriggio nella parrocchiale di S. Andrea qui a Magliano Alfieri per salutare il caro don Guido che si è spento l’altra notte, tornando così alla casa del Padre.

Ho aperto la mia breve riflessione con l’espressione del salmo 130 perché credo esprima al meglio la persona di don Guido.

Abbiamo ascoltato all’inizio della Messa il profilo della sua vita che racchiude in sé una profonda spiritualità francescana, che fu la sua vocazione originaria e che certamente ha plasmato il suo essere semplice e umile fino all’ultimo; il suo impegno missionario in Bolivia che lo ha reso capace di annunciare il vangelo senza se e senza ma con grande impegno e coraggio per tutta la sua vita; il suo essere Parroco per molti decenni in queste parrocchie di Magliano Alfieri, dove è stato per tutti il buon pastore, capace di ascoltare e prendersi cura di tutti: i bambini, i giovani, le famiglie e gli anziani.

Queste tre dimensioni: la spiritualità francescana, la dimensione missionaria e la dedizione pastorale hanno fatto di don Guido un sacerdote capace di vivere in pienezza il suo ministero sacerdotale e di testimoniare con la vita l’amore di Dio e al prossimo.

Nel vangelo abbiamo letto il testo delle Beatitudini secondo San Matteo, sappiamo che quel discorso della montagna fatto da Gesù rappresenta la “magna carta” del cristiano.

In quelle otto parole di beatitudini noi possiamo intravvedere la figura di don Guido, lui con la sua semplicità e generosità le ha vissute personalmente e le ha rese visibili a quanti lo hanno incontrato durante la sua lunga vita.

La mitezza, la misericordia, la purezza unite alle afflizioni e alle persecuzioni della vita sono per tutti noi pellegrini su questa terra un progetto di vita che siamo chiamati a realizzare giorno dopo giorno e su cui saremo giudicati il giorno del giudizio.

Gli ultimi anni don Guido gli ha trascorsi presso la casa di riposo, ha vissuto il suo congedo dalla parrocchia con grande dignità, rimanendo in silenzio e servendo gli anziani finché ha potuto e dedicandosi soprattutto alla preghiera.

Quando passavo a trovarlo mi capitava spesso di trovarlo in cappella a pregare con il rosario o il breviario in mano e aveva sempre parole di consolazione per tutti, e mai una lamentela.

Io vorrei, con voi, ringraziare il Signore per il dono che ha fatto alla Chiesa e a tutti noi di don Guido e la nostra presenza numerosa indica quanto sia grande la gratitudine per il suo servizio.

Oggi lo pensiamo beato fra i Beati, accolto nella gloria come servo buono e fedele.

Chiedo al Signore il dono di sacerdoti come lui, innamorati di Dio, ripieni di Spirito e dediti al prossimo senza riserve, nonostante le fragilità umane che ci accompagnano.

 

 

In un bollettino parrocchiale di alcuni anni fa, si trova una poesia scritta dai parrocchiani a don Guido in occasione di un suo compleanno le cui ultime due strofe già annunciano il giorno del suo passaggio da questa vita alla vita eterna.

Parole semplici ma che esprimono la fede nella vita nuova senza fine che oggi tutti noi professiamo e l’affetto di chi gli voleva bene.

Così si esprime la semplice poesia:

Quando poi il Signore lo vorrà

come servo fedele a Sé la attirerà

e dalla felicità del paradiso

lei ci accompagnerà col suo sorriso.

 

Col suo sorriso pieno di bontà

la strada giusta ancora ci indicherà,

che non è quella dove tutto è mio

ma quella che conduce al vero Dio”.

 

A Maria Santissima, Regina degli Apostoli e Madre dei sacerdoti, a Sant’Andrea e Sant’Antonio e San Maurizio affidiamo il caro confratello don Guido affinché lo conduca al Figlio suo Gesù dove canterà in eterno il suo “Laudato si”.