Omelia in occasione della S. Messa esequiale di don Giuseppe Donato

27-12-2019

Carissimi fedeli siamo in molti raccolti nell’antica Chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate in Montà durante questa ottava di Natale, nel giorno in cui la Liturgia celebra la festa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista per dare tutti insieme il nostro riconoscente e affettuoso saluto, nella fede che ci accomuna, al caro confratello Don Pino, chiamato alla casa del Padre, nei secondi vespri del giorno del Natale del Signore, dopo un lungo periodo di sofferenza e malattia presso la casa di Riposo: “La Divina Misericordia”, che lo ha accudito fino all’ultimo con tanto amore.

Il Signore è venuto, come aveva promesso e lo ha accolto con le parole che leggiamo nel vangelo di Matteo: “Vieni servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore” (Mt. 25,21).

Come avviene per ogni cristiano, ogni battezzato, ogni santo, il giorno della morte è il “dies natalis”, il giorno in cui ciascuno di noi rinasce a vita nuova per l’eternità che il Signore Gesù ci ha meritato incarnandosi, morendo e risorgendo per noi.

La prima lettura di questo giorno nella festa di San Giovanni proclama: “… quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi… noi lo annunciamo anche a voi…”.

Queste parole dell’evangelista e apostolo bene possono descrivere lo zelo pastorale del carissimo don Pino.

Una vita intera vissuta a servizio del Signore e della Chiesa nei diversi ministeri a cui è stato chiamato, da quello di Segretario vescovile a Parroco di diverse comunità fra cui questa che oggi lo accoglie per l’ultima volta.

L’ansia evangelizzatrice che traspare dalle parole dell’apostolo è la stessa che don Pino ha trasmesso nel suo impegno pastorale, a contatto coi giovani, con le famiglie, con gli anziani e gli ammalati.

Quanti di voi oggi sono qui per esprimere un grazie con una preghiera intima e personale per i tanti benefici ricevuti dalla carità pastorale di questo sacerdote, umile servo del Signore.

Anche il Vangelo della liturgia odierna, tratto dall’evangelista Giovanni, di cui oggi celebriamo la festa, ci narra il centro della nostra fede, la corsa dei due apostoli al sepolcro, Pietro e Giovanni, i quali lo trovarono vuoto, videro e credettero.

Questa parola ci riempie di speranza e ci dice come la resurrezione sia la meta del nostro pellegrinaggio e che ogni battezzato e ancor più ogni sacerdote è chiamato ad annunciare questo vangelo di vita e di speranza. “Se cristo non fosse risorto vana sarebbe la nostra fede” (1Cor.15) ci ricorda San Paolo.

Don Pino nel suo testamento spirituale, da vero Padre e pastore ha scritto queste raccomandazioni che vogliamo cogliere e fare nostre:

Carissimi rimanete fermi nella fede cristiana, nutritela sempre con la Parola di Dio, con la confessione sacramentale e l’Eucarestia, siate fedeli alla messa domenicale, vivete nell’amore di Dio e al prossimo sull’esempio di Cristo Gesù, di Maria Vergine Immacolata, del Venerabile can. Francesco Chiesa e di tante persone…”.

Da queste brevi e semplici parole noi intravediamo la via alla santità, quella santità vissuta nel quotidiano, rendendo straordinario ciò che è ordinario, che ci conduce, passo dopo passo, verso il Paradiso dove il Signore Risorto è andato a prepararci un posto.

Sono certo che don Pino dall’alto dei cieli intercede presso Dio per tutti noi, per la sua Chiesa albese, per le sue comunità di cui è stato pastore, per le vocazioni sacerdotali di cui sentiamo un gran bisogno.

A Maria Madre dei Sacerdoti e regina degli Apostoli, affidiamo questo nostro sacerdote affinché lo presenti alla misericordia infinita del Padre e possa entrare nella gloria senza fine promessa ai suoi figli in Cristo Gesù. Amen