Omelia in occasione della S. Messa esequiale di don Alberto Grosso

04-01-2020

Carissimi fedeli, confratelli, parenti e amici di don Albertino, a distanza di una settimana ci ritroviamo in questa antica Chiesa Parrocchiale di Montà per salutare un altro caro sacerdote della nostra Diocesi, tornato alla casa del Padre il giorno del suo compleanno, solennità della Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace.

Ecco l’Agnello di Dio!” è quanto esclama Giovanni il Battista ai suoi due discepoli Andrea e Simon Pietro, come abbiamo letto nel vangelo odierno.

Questa chiamata ci porta a ringraziare il Signore per aver chiamato don Albertino alla fede nel Battesimo e al sacerdozio nel sacramento dell’Ordine sacro.

Anche lui è stato colto dallo sguardo d’amore del Signore Gesù e si è fatto discepolo e missionario nella sua vita di pastore in diverse parrocchie della Diocesi e maestro di tante generazioni di studenti a cui ha insegnato.

Questa dinamica dell’apostolato, accogliere la chiamata, farsi discepolo e testimone del Signore, è una dinamica che deve svilupparsi in ogni battezzato e in particolare in ogni sacerdote.

Quante volte nel suo ministero don Albertino, come Gesù, ha detto a chi lo interpellava: “Che cosa cercate?”. Lui era consapevole della sete di Dio che i suoi interlocutori manifestavano e ha sempre cercato di dissetarli con la sapienza e la scienza che vengono da Dio, con tanta umiltà, scrivendo molti libri e insegnando, come Parroco e come docente.

Sono certo che molti di voi questa mattina sono qui per ringraziare il Signore per i tanti benefici ricevuti da questo umile servo del Signore.

Negli ultimi anni ha servito con il suo ministero sacerdotale le care sorelle monache Sacramentine adoratrici dell’Eucarestia, nel monastero di Canale.

La sua fedeltà e costanza ha fatto sì che la preghiera e il contatto con il Signore Eucarestia, continuamente adorato nel monastero, diventasse il suo nutrimento spirituale.

In alcuni incontri avuti con lui, soprattutto ultimamente, ero ammirato dalla sua semplicità ma soprattutto dalla sua profondità spirituale e volentieri come avvenuto alla vigilia di Natale accettava di pregare con me e offrire al Signore ogni cosa.

Sono molti gli scritti di don Alberto, il suo ultimo libro Iride, è un ripercorrere i Salmi portandolo a comporre lui stesso, in modo

poetico delle profonde riflessioni, fra cui questa, che vorrei accogliessimo come augurio:

Un raggio di luce che passa attraverso un cristallo si riflette in mille colori: i così detti colori dell’iride.

C’è una sola verità, ma ha molti modi di esprimersi in rapporto alla natura umana.

Così è nell’iride: diversi colori e una sola luce. L’arcobaleno appare nei tempi di Noè. Congiunge la terra al cielo in un’alleanza eterna. Nel diagramma dei suoi colori diventa simbolo di pace. Pace fra cielo e terra. Pace fra gli uomini di buona volontà. Gloria nel cielo e pace sulla terra“.

Queste belle parole di don Albertino ci aiutino e ci accompagnino in questo nuovo anno che abbiamo appena iniziato, affinché la pace diventi una realtà nel nostro mondo di oggi.

Affidiamo questo nostro confratello a Maria, Madre di Dio e Regina della Pace, affinché il Signore gli conceda quella pace eterna che ha promesso ai suoi servi fedeli e possa dal paradiso pregare per tutti noi, per la nostra diocesi e per il dono di sante vocazioni. Amen.