Omelia in occasione della S. Messa di suffragio per il Papa emerito Benedetto XVI

04-01-2023

Carissimi fratelli e sorelle,

questa sera siamo raccolti in preghiera per celebrare l’Eucarestia in suffragio del carissimo Papa emerito Benedetto XVI.

Il giorno della sua elezione a vescovo di Roma e al soglio pontificio si presentò al mondo dalla Loggia di San Pietro come “umile operaio nella vigna del Signore”.

Così è stato il suo pontificato, di cui noi tutti siamo immensamente grati al Padre, il Padrone della vigna, che è il suo popolo, tutti noi, tralci innestati alla vite che è Cristo stesso.

A tutti gli appuntamenti della Chiesa degli ultimi decenni Benedetto XVI, sia come Joseph Ratzinger sia come Sommo Pontefice, si è presentato quale protagonista di primo piano ed ha lasciato un segno indelebile.

Appuntamenti affrontati con la sua intelligenza teologica e con profonda spiritualità personale e con un vivo senso della carità.

I suoi interventi si indirizzavano alla ragione ma sempre colpivano il cuore di chi lo ascoltava.

Egli visse il Concilio in prima persona, che sempre difese, opponendosi alla sua lettura come «evento», obiettando che non doveva essere ritenuto un dogma, invitando ad attenersi ai testi, proponendo l’ermeneutica della riforma nella continuità, cercando il dialogo con i critici ma pretendendo da loro l’accettazione del Concilio.

Benedetto XVI riabilitò il concetto di «verità» criticando il processo di autolimitazione della ragione che conduce al relativismo meritando le attenzioni di molti intellettuali non credenti, disposti anche a condividere la sua dottrina dei «principi non negoziabili» intesi come frutto oggettivo di conoscenza razionale e diga al degrado delle libertà moderne.

Nel 2000 come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede il cardinale Ratzinger favorì la pubblicazione dell’Istruzione Dominus Jesus circa l’unicità della Salvezza in Cristo e nella Chiesa cattolica, uno dei documenti più coraggiosi del post-Concilio, nel quale non si escludeva il dialogo interreligioso, ma lo si collocava dentro il dovere dell’annuncio dell’unico Salvatore.

Il rapporto fra ragione e fede fu al centro del suo Magistero. La pretesa di demitizzare il cristianesimo escludendo il Cristo della storia per tenere solo il Cristo della fede, finisce per mitizzare sia la fede, sia la ragione. Il tema è di grande rilevanza nel pensiero di Benedetto XVI: quando la ragione si allontana o si separa dalla fede diventa anche meno ragione senza con ciò aumentare lo spazio della fede, che così travalica facilmente nel fideismo.

Molti aspetti si potrebbero trattare, ma su tutto domina nel suo pensiero il tema della centralità di Dio e del posto di Dio nel mondo.

Nella lettera ai vescovi della Chiesa cattolica del 10 marzo 2009 egli ha usato parole impressionanti:

“Nel nostro tempo in cui vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento, la priorità che sta al di sopra di tutte è di rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini l’accesso a Dio. Non ad un qualsiasi dio, ma a quel Dio che ci ha parlato sul Sinai; a quel Dio il cui volto riconosciamo nell’amore spinto sino alla fine (Gv 13,1) in Gesù Cristo crocifisso e risorto. Il vero problema in questo nostro momento della storia è che Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini e che con lo spegnersi della luce proveniente da Dio l’umanità viene colta dalla mancanza di orientamento, i cui effetti distruttivi si manifestano sempre di più”.

Papa Benedetto amava profondamente il suo Signore Gesù Cristo!

Il Vangelo che abbiamo proclamato ci presenta Gesù risorto che incontra Pietro sulle rive del lago di Tiberiade e guardandolo negli occhi gli chiede” Mi ami tu?”, per ben tre volte. Pietro risponde sinceramente: “Signore tu sai tutto, tu sai che io ti amo!”.

Solo a questo punto Gesù dirà “pasci le mie pecore” e alla fine “seguimi”.

Come non vedere nel papa emerito questo amore vivo e profondo in Gesù che lui ha saputo testimoniare e annunciare per tutta la sua vita di sacerdote, di vescovo e di successore di Pietro senza scendere mai a compromessi ma sempre con verità?

Sono gli stessi concetti che ritornano nell’ultima parte del suo testamento spirituale, reso pubblico in questi giorni, e che invito tutti a leggere e a meditare per esteso:

“Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere!

Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita – e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo Corpo”.

È stato reso noto che le ultime parole di Benedetto XVI siano state

«Signore ti amo», l’ultimo atto di amore a quel Gesù che è la Verità.

Signore accogli nel Tuo Regno il tuo servo buono e fedele, accompagnato dalla Vergine Maria, Madre della Chiesa e da tutti i Santi e donagli la pace eterna. Amen.