Omelia in occasione della Giornata Mondiale del Malato e del Mandato ai Ministri Straordinari della Comunione

10-02-2019

Carissimi oggi siamo convenuti in molti da tutte quante le nostre parrocchie e unità pastorali della nostra diocesi per celebrare la XXVII Giornata Mondiale del Malato dal tema scelto da Papa Francesco “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt. 10,8).

Moltissimi di voi sono ministri straordinari della comunione che oggi riceveranno dal Vescovo il mandato di aiutare i sacerdoti a portare la comunione ai malati a casa ed alcuni anche nelle case di accoglienza per anziani.

Le due cose, la giornata del malato e il mandato per i ministri, bene si coniugano fra loro, in quanto il servizio dei ministri straordinari della comunione si esprime proprio in modo capillare nella visita al malato in aiuto al Parroco che è una delle azioni pastorali fondamentali per una comunità cristiana, tanto da considerarsi un’opera di misericordia corporale fondata sull’espressione evangelica: “ero malato e mi avete visitato”.

Vorrei prendere spunto dalla Parola di Dio che abbiamo proclamato per trarre alcuni insegnamenti che ci possono aiutare nello svolgere al meglio il nostro ministero nei confronti del malato.

Il Profeta Isaia ci richiama all’importanza della vocazione e del mandato: “Poi io udii la voce del Signore che diceva: “Chi manderò e chi andrà per noi?”. E io risposi: “Eccomi manda me!”. (Is. 6,8).

Ciascuno di voi si senta un chiamato dal Signore il quale, attraverso il Vescovo, vi manda a compiere questo prezioso ministero di portare Gesù eucaristico ai nostri fratelli e sorelle impediti di partecipare all’eucarestia comunitaria perché molto anziani e infermi.

Io vorrei che tutti percepissero questa responsabilità dell’essere chiamati da Dio, nessuno di voi compie questo servizio a titolo personale, ma perché, come Isaia dice. “Eccomi, manda me”.

Tutto questo è possibile se, come abbiamo letto nel Vangelo, anche noi ogni giorno rinnoviamo la nostra fede come Pietro ed esclamiamo: “…sulla tua parola getterò le reti”. Solo se mossi dalla fede in Gesù, potremmo anche noi divenire “pescatori di uomini” come Gesù ha detto a Pietro dopo la pesca miracolosa sul lago di Genezaret.

Solo vivendo così il nostro impegno di ministri potremmo comprendere il significato del tema che il Papa ha dato a questa giornata mondiale del malato:” Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

Si, perché quello che voi portate ai malati è Gesù realmente presente nell’Eucarestia e nella parola di Dio che non deve mai mancare nel vostro incontro, che è il dono più grande che potete fare ad una persona fragile e debole. E’ quel Gesù che voi avete ricevuto senza meriti nella vostra vita nei confronti del quale ogni giorno dovete dire il vostro si, che umilmente e indegnamente comunicate ai malati.

Nel suo messaggio il Papa dice:

“Di fronte alla cultura dello scarto e dell’indifferenza, mi preme affermare che il dono va posto come il paradigma in grado di sfidare l’individualismo e la frammentazione sociale contemporanea, per muovere nuovi legami e varie forme di cooperazione umana tra popoli e culture. Il dialogo, che si pone come presupposto del dono, apre spazi relazionali di crescita e sviluppo umano capaci di rompere i consolidati schemi di esercizio di potere della società. Il donare non si identifica con l’azione del regalare perché può dirsi tale solo se è dare sé stessi, non può ridursi a mero trasferimento di una proprietà o di qualche oggetto. Si differenzia dal regalare proprio perché contiene il dono di sé e suppone il desiderio di stabilire un legame. Il dono è, quindi, prima di tutto riconoscimento reciproco, che è il carattere indispensabile del legame sociale. Nel dono c’è il riflesso dell’amore di Dio, che culmina nell’incarnazione del Figlio Gesù e nella effusione dello Spirito Santo”.

Vorrei che ciascuno di voi si faccia dono all’altro ogni volta che portiamo il grande e unico dono preziosissimo che è il Corpo di Gesù, ai nostri fratelli e sorelle ammalate.

Nel recente viaggio a Panama con i giovani, un mattino alcuni nostri giovani ospiti da una famiglia in un villaggio lontano dalla città dove eravamo tutti noi per il gemellaggio, mi interpellano e mi dicono : Monsignore, c’è una Signora novantenne e ammalata che abita in una povera casa che sapendo della sua presenza chiede di portargli la Comunione. Io e i ragazzi siamo andati insieme in quell’umile e poverissima abitazione. Quella donna anziana e malata ci ha accolti con un’immensa gioia e ha pregato con noi e ha ricevuto la comunione insieme ai suoi famigliari che pregavano con noi. Ci hanno ringraziato infinitamente per il dono che gli abbiamo fatto. Dopo tornando in Parrocchia ho detto ai giovani che mi accompagnavano: noi abbiamo portato Gesù a questa donna anziana ammalata, potevamo avere mille ragioni per non andare, ma in realtà Gesù ci aspettava in quell’umile casa, senza i riflettori dei grandi eventi che abbiamo celebrato in quei giorni a Panama e che non avrebbe fatto sicuramente notizia.

Quella visita è stata per noi un grande dono che il Signore ci ha fatto e così vorrei che viviate ogni incontro con l’ammalato, sentire innanzitutto il grande dono che il Signore fa a ciascuno di voi, perché lì incontrate Gesù.

Il Papa sempre nel suo messaggio ha indicato in Santa Madre Teresa di Calcutta il modello del nostro essere accanto ai malati e ai poveri, lei che ha saputo chinarsi sulle sofferenze di tante persone.

Guardiamo a lei e preghiamola affinché interceda per tutti noi e ci aiuti ad essere quella matita di cui Dio si serve per scrivere ogni giorno l’amore che Dio ha per l’umanità intera, specialmente per quella ferita. Amen.