Messaggio di Natale

20-12-2019

«Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere» (Lc 2,15): così dicono i pastori dopo l’annuncio fatto dagli angeli.

Questo annuncio vuole trasformarsi nell’augurio natalizio che voglio rivolgere a tutta la Diocesi: scoprire “la nostra Betlemme” dove abbiamo conosciuto il Signore. Una sana curiosità ci deve accompagnare nel nostro cammino che ci porterà ad incontrare Gesù nella “Betlemme” che non ci aspettiamo. Chiediamoci, chi è questo bambino che i pastori vanno ad adorare nella mangiatoia della grotta di Betlemme?

È il Figlio di Dio è la Carità, cioè l’amore fattosi carne.

Vorrei richiamare la mia lettera pastorale sulla carità e dire che Natale è “preoccuparsi di farsi dono prima che fare dei doni.  Se diventiamo dono, i nostri regali saranno accettati in maniera diversa, come strumenti di relazione e di verità”.

Penso ai diversi ambienti di vita in cui possiamo farci dono:

  • con i bambini, a cui nessuno deve rubare lo stupore del Natale, con i quali siamo chiamati a passare del tempo vero con loro, giocando e raccontando, evitando di riempirli di cose;
  • con i giovani, sempre più connessi, ma desiderosi di incontri autentici senza finzioni o virtualismi;
  • con il proprio coniuge, marito o moglie, con il quale condividiamo la vita, farsi dono l’uno con l’altro ogni giorno significa dirsi nel quotidiano: scusa, grazie, per favore…..
  • con gli anziani e i malati, nei confronti dei quali abbiamo debiti di riconoscenza e di gratitudine, donarsi significa sedersi accanto e ascoltarli senza fretta, lasciandoli raccontare….
  • con i poveri che mancano di sostentamento e che bussano ai nostri servizi e cercano prima ancora dei beni materiali, uno sguardo amico e una mano tesa;
  • con gli emigrati che vagano per le nostre città con la speranza di essere accolti e integrati nella comunità civile e religiosa.Ci aiuta a vivere il Natale in questo modo anche la bellissima lettera apostolica di Papa Francesco “Admirabile signum”, il mirabile segno, sull’importanza del presepe, che invito anche io, a fare in ogni famiglia, chiesa, scuola, ospedale, carcere e piazza. Il Papa scrive:Carissimi auguro a tutti un Natale vissuto nel segno della Carità, che è Cristo stesso incarnato e deposto in una mangiatoia di una grotta a Betlemme: “Casa del pane”.     Buon Natale 2019!
  • I poveri e i semplici nel presepe ricordano che Dio si fa uomo per quelli che più sentono il bisogno del suo amore e chiedono la sua vicinanza. Gesù, «mite e umile di cuore» (Mt 11,29), è nato povero, ha condotto una vita semplice per insegnarci a cogliere l’essenziale e vivere di esso. Dal presepe emerge chiaro il messaggio che non possiamo lasciarci illudere dalla ricchezza e da tante proposte effimere di felicità. Nascendo nel presepe, Dio stesso inizia l’unica vera rivoluzione che dà speranza e dignità ai diseredati, agli emarginati: la rivoluzione dell’amore, la rivoluzione della tenerezza. Dal presepe, Gesù proclama, con mite potenza, l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo più umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato”.
  • Tutti noi ci imbattiamo in queste categorie di persone, questi sono i personaggi del nostro presepe vivente che ci troviamo nella nostra vita sociale e comunitaria.