Alba ricorda monsignor Dho a un anno dalla morte

Il vescovo Brunetti in una celebrazione in duomo ad Alba con Dho.

 

A un anno di distanza dalla scomparsa di monsignor Sebastiano Dho, il vescovo di Alba Marco Brunetti ha celebrato una Messa in cattedrale «come segno filiale di amicizia e di affetto verso colui che per la nostra Chiesa locale è stato un autentico pastore e maestro, attuando quanto il concilio Vaticano II ha stabilito attraverso i suoi grandi documenti che monsignor Dho non solo ha messo in pratica ma ha pure instancabilmente insegnato e divulgato con la sua predicazione».

Nell’omelia Brunetti ha rilevato che «il Sinodo diocesano promosso dal vescovo Dho, come l’attuale Cammino sinodale sono esperienze di Chiesa che puntano a vivere la fraternità e l’ascolto fra di noi, per una Chiesa aperta e accogliente in cui tutti si sentano a casa». E ha sottolineato «due note fondamentali per la Chiesa, di cui dobbiamo sentirci grati e riconoscenti verso il vescovo Sebastiano, la comunione e l’annuncio missionario , che rimangano ancora oggi le nostre priorità».

Monsignor Dho era nato a Frabosa Soprana (Cn) nel 1935, ordinato sacerdote nel 1958, fu prima vescovo a Saluzzo e nel 1993 fu trasferito ad Alba, diocesi che ha lasciato nel 2010. È deceduto il 31 agosto dell’anno scorso. Di seguito diamo l’intero testo dell’omelia di monsignor Brunetti.

Monsignor Marco Brunetti durante la Messa celebrata per il primo anniversario della morte di monsignor Dho.

Santa Messa nel primo anniversario dalla morte del Vescovo emerito monsignor Sebastiano Dho
Omelia del vescovo Marco

Cattedrale di San Lorenzo, Alba, 31 agosto 2022

I sacerdoti e i diaconi che hanno partecipato alla Messa.

Carissimi fedeli, sacerdoti e diaconi,

un anno fa ci lasciava il carissimo Vescovo Sebastiano per raggiungere la Casa del Padre. Questa sera siamo in molti qui a ricordarlo e a pregare per lui, come segno filiale di amicizia e di affetto verso colui che per la nostra Chiesa locale è stato un autentico pastore e maestro, attuando quanto il Concilio Vaticano II ha stabilito attraverso i suoi grandi documenti che monsignor Dho non solo ha messo in pratica ma ha pure instancabilmente insegnato e divulgato con la sua predicazione.

Non intendo, questa sera fare una presentazione della vita e del ministero fra noi di monsignor Dho, in quanto è da tutti noi ben conosciuta. Vorrei che fosse la Parola di Dio che abbiamo ascoltato ad accompagnarci in questo momento di preghiera, per assaporare la novità e la freschezza che sgorga dai testi biblici.

Brunetti davanti alla tomba di Dho nella cripta del duomo.

La prima lettura, tratta dalla prima lettera ai Corinti, ci ricorda quanto sia difficile, allora come oggi, vivere la comunione: «Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi
comportate in maniera umana? Quando uno dice: “Io sono di Paolo”, e un altro “Io sono di Apollo” non vi dimostrate semplicemente uomini?».

Quanto è vera questa Parola, come è difficile vivere in accordo tra di noi! Ieri mattina parlando con un prete del nostro presbiterio constatavamo quanto siamo diversi fra noi e come sia difficile andare d’accordo e quel prete mi citava una frase di don Tonino Bello che diceva come sia importante «la diversità nell’armonia». È proprio vero, non dobbiamo temere le diversità, quando queste sono segno di creatività e rientrano in una sana dialettica, dobbiamo invece preoccuparci quando prendiamo le distanze e ci isoliamo.

La preoccupazione dell’apostolo Paolo verso la comunità di Corinto è la stessa di ogni vescovo, successore degli apostoli, creare comunione fra le comunità e il clero e le comunità e il clero con il Vescovo. Inoltre San Paolo dice come sia Dio che fa crescere e noi pastori siamo collaboratori di Dio. Il Sinodo diocesano promosso dal vescovo Dho, come l’attuale Cammino sinodale sono esperienze di Chiesa che puntano a vivere la fraternità e l’ascolto fra di noi, per una Chiesa aperta e accogliente in cui tutti si sentano a casa.

Chi incontra le nostre comunità, chi incontra noi preti e diaconi, Cosa vede? Deve vedere che ci vogliamo bene, che siamo uniti. Gesù ha detto: «Amatevi gli uni gli altri da questo sapranno che siete miei discepoli». Vorrei, anche con la preghiera del vescovo Sebastiano, che ora è presso Dio, implorare il dono della comunione e della fraternità per il nostro presbiterio e per la nostra Chiesa albese.

Il Vangelo di Luca ci richiama al compito costitutivo di ogni pastore, quello dell’annuncio: «È necessario che io annunci la buona notizia del Regno di Dio…per questo sono stato mandato». Sono molte le preoccupazioni di un Vescovo, ma credo che come a monsignor Dho, così come per ogni vescovo, la prima preoccupazione sia quella di annunciare il Vangelo a tutti. Penso ai grandi testi conciliari e pontifici come la Lumen Gentium, l’Evangelii Nuntiandi di san Paolo VI, e tanti altri di san Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI fino all’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, un lungo cammino magisteriale che ha continuamente spronato la Chiesa a farsi missionaria in tutti gli ambienti di vita e nel mondo intero.

Lo stesso tempo di ascolto che stiamo cercando di vivere in questi anni del Cammino sinodale puntano ad un’autentica missionarietà, a non rimanere chiusi nelle nostre sicurezze e certezze. Partendo dalla Parola di Dio di oggi ho voluto cogliere due note fondamentali per la Chiesa, di cui dobbiamo sentirci grati e riconoscenti verso il Vescovo Sebastiano, la comunione e l’annuncio missionario , che rimangano ancora oggi le nostre priorità.

Maria Santissima e i nostri Santi e Beati ci assistano e ci proteggano sempre, amen!