Il testo della Via crucis per la pace in Ucraina

Venerdì 11 marzo, la cattedrale di Alba era affollata per la celebrazione della Via crucis presieduta dal vescovo Marco. Con la collaborazione e il contributo di tutti i gruppi, associazioni e movimenti ecclesiali, è stato preparato un testo apposito che a partire dalle 14 stazioni della tradizionale Via crucis, ha sviluppato la riflessione sui testi del Vangelo e ha tenuto in considerazione i drammi della sofferenza umana, in particolare la guerra in Ucraina, tutti elementi che impegnano i cristiani a pregare per la pace e a farsi essi stessi costruttori di pace. In ciò, animati dalla speranza del Cristo che umiliato sulla croce, è risorto dai morti, associando nella vita senza fine quanti credono in Lui, come ha ribadito monsignor Brunetti nel concludere la celebrazione.

Toccante è stato l’accenno alla via crucis del martire di Dachau, padre Girotti, che all’arrivo nel campo di concentramento nazista, è stato spogliato delle sue vesti, proprio come Gesù nella decima stazione. E commozione ha suscitato la presenza del sacerdote ortodosso Zaharie Catalin, che proviene da un paese  della Romania ad appena 15 chilometri dal confine con l’Ucraina. Nel suo appello alla pace, il sacerdote ha invitato i potenti delle nazioni magari ad andare sulla strada che dal confine arriva al suo paese, dove a meno 15-20 gradi, sfilano i profughi e i loro bambini, perché oltre che ad assistere sperimentino il dramma che migliaia di persone vivono a causa della guerra.

Di seguito diamo il testo completo della Via crucis, qualora la si voglia celebrare nelle parrocchie e comunità:

Via crucis per la pace in Ucraina e nel mondo

Riti di introduzione
Canto d’inizio: Pane vivo spezzato per noi

Rit. Pane vivo, spezzato per noi,
a te gloria, Gesù!
Pane nuovo, vivente per noi,
tu ci salvi da morte!

1. Ti sei donato a tutti, corpo crocifisso;
hai dato la tua vita, pace per il mondo.

2. Hai condiviso il pane che rinnova l’uomo;
a quelli che hanno fame tu prometti il regno.

3. Tu sei fermento vivo per la vita eterna.
Tu semini il Vangelo nelle nostre mani.

4. Venuta la tua ora di passare al Padre,
tu apri le tue braccia per morire in croce.

5. Per chi ha vera sete cambi l’acqua in vino.
Per chi si è fatto schiavo spezzi le catene.

6. A chi non ha più nulla offri il vero amore:
il cuore può cambiare se rimani in noi.

7. In te riconciliati, cielo e terra cantano!
Mistero della fede: Cristo, ti annunciamo!

Segno di croce
Il vescovo, rivolto al popolo, dice: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Il popolo risponde: Amen.

Vescovo: La pace sia con voi.

Il popolo risponde: E con il tuo spirito.

Chierichetti con la croce davanti a una stazione della Via crucis in duomo.

Prima stazione: Gesù è condannato a morte

( Équipe Pgv)

Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Gv 19,16) «Pilato lo diede nelle loro mani perché fosse crocifisso; presero dunque Gesù e lo condussero via».

Lettore: Sembra che Dio rimanga inerme a guardare Suo Figlio condannato ingiustamente, ma non è così. Dio è il solo giudice giusto e sarà pronto ad accogliere nel regno nei cieli coloro che subiscono ingiustizie nel mondo. Pilato in realtà sa che Gesù è innocente, ma lui come procuratore dell’impero romano è giudice solamente delle cose terrene e il suo modo di agire prevale sul vero senso della giustizia. La folla, aizzata dai nemici di Gesù, lo segue urlando perdendo completamente il senso di ciò che è buono, giusto e vero. C osì facendo, la giustizia viene calpestata e logorata dall’ignoranza e il male sembra per ora avere il sopravvento sul bene.

Lettore: Ripetiamo insieme: Signore non ci abbandonare.

– Nell’ora della prova
– Quando pecchiamo

ORAZIONE
Vescovo: Preghiamo. O Dio, amante della vita, che nella riconciliazione ci doni sempre una nuova opportunità per gustare la tua infinita misericordia, ti supplichiamo di infondere in noi il dono della sapienza per considerare ogni uomo e ogni donna come tempio del tuo Spirito e rispettarli nella loro inviolabile dignità. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Ritornello in canto: Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuor.

Seconda stazione: Gesù è caricato della croce

(Azione cattolica)

Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Gv 19,17) «Ed egli, portando su di sé la croce, uscì verso il luogo detto Cranio, in ebraico Golgota».

Lettore: Gesù è caricato della croce. Dopo i colpi di frustra sulle spalle ferite viene caricata la croce, al dolore si aggiunge altro dolore. Quante croci vediamo portate in questo tempo: malattie che debilitano, diffidenze che isolano, guerre che distruggono e dividono. Ci sono croci portate imbracciando armi per difendersi dal desiderio di onnipotenza di altri uomini, le croci di questi tempi, paradossi co me allora. Siamo tentati di volgere lo sguardo oltre per non soffrire, per non vedere l’inutile immane strazio che l’uomo può compiere verso un altro uomo, verso il fratello. Altre volte quasi curiosi ci limitiamo ad osservare, pubblico non pagante, scelte dove la dignità umana, la cura del creato ed il bene comune vengono derise dalla superficialità e da interessi personali. Spronaci Signore a trovare il desiderio di curarti anche un solo graffio della tua schiena, a togliere con delicatezza una spina dal tuo capo. È vero non risolveremo tutti i grandi drammi di questo tempo ma avremo fatto la nostra parte.

Lettore: Ripetiamo insieme: Dona coraggio o Signore.
– Quando la croce diventa pesante da portare
– Quando sembra la speranza sembra svanire

Orazione

Vescovo: Preghiamo. O Dio, nostra giustizia, che ci hai donato il tuo unico Figlio, glorificandolo sul trono della croce, infondi nei nostri cuori la tua speranza perché sappiamo riconoscerti presente nei momenti bui della nostra vita. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.

Ritornello in canto: Ti saluto, o Croce santa, che portasti il Redentor; gloria, lode, onor ti canta ogni lingua e ogni cuor.

Terza stazione: Gesù cade per la prima volta

(Scout Agesci)

Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Is 63,5) «Guardai attorno e nessuno che mi aiutasse; attesi ansioso e nessuno che mi sostenesse ».

Lettore: In questa prima caduta, Gesù inizia a sentire il peso concreto della sofferenza del suo destino. Questa sofferenza che solo con la corona di spine aveva assaggiato, ma già conosceva e presagiva quando si era appartato a pregare nell’orto del Getsemani. Nella sofferenza vera, quella che ti fa mettere a confronto con il tuo corpo, con la tua corporeità, nella sua pesantezza e limitatezza, si è soli. Il dolore è qualche cosa che difficilmente possiamo condividere, l’aiuto degli altri può distrarci, la medicina può fare quello che può per lenire, ma siamo noi con noi stessi, come Gesù, nel portare la croce. Spesso, il dolore, è qualche cosa che non possiamo condividere, e anche le poche volte che lo possiamo fare, dobbiamo trovare qualche d’uno che abbia la forza di sostenere in parte questo dolore. Il dolore, che è intrinsecamente legato alla vita e a tanti suoi aspetti, in Gesù trova il suo senso come via di salvezza. Il Dio – uomo che soffre, quindi che entra in contatto con la sua corporeità più piena, come via di salvezza per tutti. Il dolore, la fatica, che ha un senso, che non è fine a sé stesso, ma che rende ogni dolore pieno di speranza.

Lettore: Ripetiamo insieme: Sostienici Signore
– Nella debolezza
– Quando sopraggiunge lo sconforto

Orazione
Vescovo: Preghiamo. Signore, che ti sei fatto carico delle nostre sofferenze e le hai condivise fino al patibolo che schiaccia e umilia, non abbandonarci sotto il peso delle nostre croci ma sostienici con la tua presenza paterna. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Ritornello in canto: Laudate omnes gentes, Laudate Dominum. Laudate omnes gentes, Laudate Dominum.

Quarta stazione: Gesù incontra sua Madre

(Rinnovamento nello spirito)

Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Gv 19,26) «Gesù vide la Madre lì presente».

Lettore: Sulla Via crucis di Gesù c’è anche Maria, la Madre che nel corso della vita pubblica del Figlio dovette farsi da parte e udire da Lui parole anche dure in risposta alle sue preoccupazioni: come a Gerusalemme quando insieme a Giuseppe lo cercava nella folla e alle nozze di Cana. Quasi il Cristo, nel distacco con la Madre, volesse evitarle quelle pene profetizzate dal vecchio Simeone. Adesso, nel vedere nel Figlio l’Uomo dei dolori, il cuore di Maria sanguina della spada della profezia. In lei appare quella fede tanto lodata dalla cugina Elisabetta ma anche il coraggio e la fedeltà della madre pur prostrata dal dolore. Se Gesù, Re della Pace, vittima del peso della croce, ci dipinge una pace senza compromessi, a qualunque prezzo, anche la vita, la Madre, mentre raccoglie le lacrime e le angosce e si fa consolatrice di ogni tragedia umana, invita a diventare operatori di pace con la sola arma in grado di sconfiggere il male: la preghiera e la rinuncia a sé stessi.

Lettore: Ripetiamo insieme: Con Maria guidaci alla pace
– In questo tempo lacerato
– Nella nostra quotidianità

Orazione

Vescovo: Preghiamo. Signore, Padre buono, concedici di incontrare lo sguardo amorevole Gesù della Madre del tuo Figlio, così che ciascuno di noi, libero dalla propria solitudine interiore, possa riposare nell’abbraccio materno di Colei che in Gesù ha abbracciato e amato ogni uomo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

R. Amen.

Ritornello in canto: Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuor.

Quinta stazione: Gesù è aiutato dal Cireneo

(Gioventù ardente mariana)

Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Lc 23,26) «Ora mentre lo conducevano al patibolo, presero un certo Simone di Cirene e gli posero addosso la Croce».

Lettore: In questa stazione siamo invitati a entrare fisicamente nel grande dramma della passione del Signore, rendendola quasi la nostra passione, mescolando le nostre croci con la croce di Gesù. Anche se sappiamo pochissimo del Cireneo, possiamo dire che si sia fatto compagno di viaggio di Gesù sofferente nella sua salita al Calvario. E chissà quanto sia stato difficile per lui: già è doloroso portare le nostre croci, ma addossarci quelle degli altri a volte sembra impossibile! Spesso infatti ci ritroviamo a dover affrontare un problema, a dover prenderci cura di qualcuno che è schiacciato da una croce e, se potessimo scegliere, sceglieremmo un’altra via e un’altra vita, non certamente quella in cui dobbiamo farci carico non solo della nostra croce, ma anche di quella di qualcun altro. Tuttavia, è proprio così che si compie la santità: è prendendosi la responsabilità di cose che non abbiamo scelto, è accogliendo quello che la vita ci riserva, nonostante la vita stessa sia imperfetta, a volte persino contraddittoria. Se vogliamo essere come il Cireneo dobbiamo aprire gli occhi e il cuore sulle difficoltà e l e sofferenze che ci circondano: Gesù, aiutaci a essere persone vive e disponibili con chi ci è stato posto accanto nelle nostre famiglie, nelle Comunità parrocchiali, nei gruppi e movimenti.

Lettore: Ripetiamo insieme: Aiutaci o Signore
– A condividere le croci altrui
– A non rimanere insensibile davanti al dolore del mondo

Orazione

Vescovo: Preghiamo. O Signore, che in Cristo ti sei fatto vicino ad ogni uomo, donaci di riconoscerti negli ultimi che incontriamo lungo le nostre strade per incontrarti e accoglierti in ogni fratello e in ogni sorella.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R. Amen.

Ritornello in canto: Ti saluto, o Croce santa, che portasti il Redentor; gloria, lode, onor ti canta ogni lingua ed ogni cuor.

Sesta stazione: La Veronica asciuga il Volto di Cristo.

(Ufficio catechistico)

Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Mt 25,40) «In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno dei più
piccoli, l’avete fatta a me».

Lettore: La Quaresima e la Croce di Gesù ci accompagnano in un cammino di sguardi. Il fare assume delle proporzioni tanto più grandi quanto meno acclamate. La logica è quella del tesoro del Tempio, dove, a essere “notata” dal Figlio di Dio non è la manifestata e prepotente donazione dei ricchi che “danno del loro superfluo”, ma l’atteggiamento della povera donna vedova, nulla per eccellenza, che dona tutto quello che ha, e dunque, tutto quello che è. Ogni volta, nella storia si ripetono questi gesti salvifici a favore dei fratelli, dove nell’anonimato dell’amore, che presuppone che la destra non sappia che cosa fa la sinistra, una schiera di mani attente e prodigiose leniscono le ferite, alzano chi è caduto, condividono con chi non ha nulla. Troppo facile fare le retoriche sulla guerra e sulla pace. Paolo ricorda ai cristiani di Corinto che sono gli «ambasciatori», i «messaggeri» di Cristo: asciugare il volto di Cristo diventa la missione di chi decide che solo l’amore è credibile ed efficace per rivoltare il mondo su nuove destinazioni; a partire da coscienze e sensibilità convertite che escono dalle tasche dell’indifferenza per toccare la carne viva dei fratelli.

Lettore: Ripetiamo insieme: Accarezza o Signore
– I tanti volti lacrimanti
– Tutte le esistenze travagliate

Orazione
Vescovo: Preghiamo. O Dio, vera luce e sorgente della luce, che nella debolezza riveli l’onnipotenza dell’amore, imprimi nei nostri cuori il tuo volto, affinché sappiamo riconoscerti nei patimenti dell’umanità. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Ritornello in canto: Ubi caritas et amor Ubi caritas Deus ibi est

Settima stazione: Gesù cade per la seconda volta

(Pastorale sociale e del lavoro)
Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Is 52,12) «Consegnò la sua vita alla morte, e fu annoverato tra i malfattori».

Lettore: «Gli uomini passano, ma le idee restano. Restano le tensioni morali che continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini». Le parole di questo “santo laico”, il magistrato Giovanni Falcone, ci raccontano di una guerra che ha combattuto per tutta la sua vita. Una guerra che, come oggi in Ucraina, ci parlava di morte, di crudeltà, di illegalità che non aveva riguardo per niente e per nessuno. Donne, bambini, fragili, l’ambiente, i diritti. calpestati per il potere, l’avidità, l’ingordigia. E nei ricorsi della storia e della nostra storia passiamo momenti in cui ci troviamo spaesati, senza via di uscita, dove la speranza sembra svanire: proprio come nell’ennesima caduta di Gesù. Ma Falcone non si arrende, continua la sua battaglia per la giustizia, per il diritto, per l’umanità: lui non vedrà i risultati del suo sacrificio e di quello di molti altri servitori dello Stato ma non si arrende fino all’estremo sacrificio. Così come non si arrende Gesù, che invita anche noi oggi e sempre a non farci sopraffare dallo sconforto ma a rialzarci ancora, e ancora, e ancora. per un bene che la nostra fede ci garantisce che prevarrà sul male.

Lettore: Ripetiamo insieme: Guariscici con il Tuo Sguardo o Signore
– Dalle nostre incredulità e diffidenze
– Da ogni male e sofferenza

Orazione

Vescovo: Preghiamo. Signore, che hai condiviso in tutto la nostra condizione umana, donaci la forza di rialzarci quando non abbiamo più nemmeno il desiderio di farlo. Accresci in noi la certezza che, nella stanchezza e nello sconforto, il tuo Spirito cammina al nostro fianco. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R. Amen.

Ritornello in canto: Laudate omnes gentes, Laudate Dominum. Laudate omnes gentes, Laudate Dominum

Ottava stazione: Gesù parla alle donne piangenti

(Ufficio della salute)
Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Lc 23,28) «Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse
e per i vostri figli».

Lettore: Gesù è prossimo al luogo della sua crocifissione, è appena stato aiutato da Simone a portare la croce, è sfinito. La folla attonita lo segue, molte donne piangono e si percuotono; il cielo si sta già oscurando, tutti percepiscono la tragedia che si sta consumando. Ecco Gesù che ancora si preoccupa di tutti e con tutta la forza che gli rimane chiama figlie di Gerusalemme le donne che lo seguono in lacrime, m a la sua preoccupazione va oltre paventando un futuro terribile: persino il popolo, disperato, chiederà alle montagne ed alle colline di seppellirli! Gesù invoca il perdono del Padre, quasi giustificando il comportamento del popolo per la loro ignoranza. Gesù invoca il perdono per noi e lo fa ad un passo dalla sua morte, lo fa da uomo, mentre soffre di dolori strazianti. Non aspettiamo a chiedere perdono. Rispettiamo lo sforzo immane che Gesù ha fatto per salvarci.

Lettore: Ripetiamo insieme: Abbi pietà Signore
– Dell’umile e dell’innocente
– Di tutti noi peccatori

Orazione

Vescovo: Preghiamo. O Dio, che nel tuo Figlio ci hai detto e donato tutto, rendici testimoni credibili della tua misericordia; fa’ che le nostre parole e i nostri gesti siano sempre un segno sincero e gratuito della tua carità nei confronti di ogni fratello e sorella. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Ritornello in canto: Misericordias Domini, in aeternum cantabo

Nona stazione: Gesù cade per la terza volta

(Pastorale della famiglia)

Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Sal 22,17) «Quasi esanime a terra mi ha ridotto; già mi vanno accerchiando i cani in
frotta».

Lettore: Chissà quante volte, Gesù, sarai veramente caduto lungo quel tragitto! La tradizione riporta tre cadute e a noi colpisce questa ripetizione. Tu cadi, e continui a cadere, sotto il peso di un’umanità spesso stanca, che riesce ancora a camminare solo perché tu continui a portarla, a farti carico delle sue ferite! La tua Croce siamo proprio noi, l’umanità alla quale hai voluto inchiodare la tua divinità. Spesso invece noi, ammantati di superbia, non possiamo permetterci di sbagliare. Sarebbe una vergogna! Anzi, invece di farci carico tendiamo a scaricare sugli altri la responsabilità delle nostre cadute! Anche gli “uomini di Chiesa”, quelli cioè che dovrebbero servire il tuo popolo, «presi tra gli uomini , è costituiti per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio» (Cfr. Eb 5,1), che dovrebbero essere esperti nelle cadute per il peso dell’umanità, spesso sono bravi a cadere in piedi. Ma in tutto ciò dimentichiamo spesso la cosa più importante: tu ti sei sempre rialzato, fino ad essere innalzato sulla Croce e, risorto, esalta to dal Padre! Aiutaci a non contare più le cadute… aiutaci a contare le levate! E rialzaci sempre Gesù!

Lettore: Ripetiamo insieme: Non lasciarci Signore
– Quando abbiamo la tentazione di allontanarci da te
– Quando siamo delusi dal mondo e dalla vita.

Orazione

Vescovo: Preghiamo. O Dio, fortezza di chi spera in Te, che concedi a chi ti segue di vivere nella pace, rialzaci dalle cadute delle nostre infedeltà e versa sulle nostre ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Ritornello in canto: Laudate omnes gentes, Laudate Dominum. Laudate omnes gentes, Laudate Dominum.

Decima stazione: Gesù viene spogliato delle vesti

( Centro culturale San Giuseppe, ufficio scuola)

Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Mt 15,24) «Divisero le sue vesti, tirarono a sorte la sua veste per sapere a chi di loro
dovesse toccare».

Lettore: Noi di Alba siamo fortunati, sino alla morte Don Angelo Dalmasso veniva ogni anno in città con molto sacrificio per parlare dell’arrivo nel campo di sterminio di Dachau. Iniziava con il latino: «Exue vestibus tuis» ovvero «Spogliati. Noi vestiti di abiti ecclesiastici credevamo che le Ss tedesche ci serbassero riguardo invece con minacce fummo obbligati insieme ad altre duemila persone a spogliarci e padre Girotti si voltò e con lo sguardo profondo mi disse: Siamo nella decima stazione. Coraggio! Era il 9ottobre 1944». Il martirio continuò: vennero segnati con un numero e contrassegnati con un triangolo rosso ad indicare coloro che venivano internati come prigionieri politici e criminali. L’odio dei nazisti era esasperato poiché i preti con il loro ascendente educavano e informavano il popolo e proteggevano i perseguitati, soprattutto gli ebrei mentre le SS cantavano in coro: «Il tempo della croce è passato, il figlio di una madre tedesca cos’ha in comune con il papa? Dissolviamo la peste giudaico – cristiana», Padre Girotti spogliato dei suoi vestiti, come Gesù nella decima stazione, sa anche lui di essere avviato nel cammino che porta alla passione e alla morte. Un percorso che sarà pieno di sofferenze, umiliazioni. Confortato nella baracca 26 dalla presenza di confratelli di varie confessioni, cristiani che lo portarono a scrivere il 21 marzo 1945 il discorso sull’unità dei cristiani indicando che solo in Cristo è contenuta l’indicazione di come ricostruire il mondo.

Lettore: Ripetiamo insieme: Liberaci Signore
– Da ciò che ci allontana da Te
– Dall’ aridità dei nostri cuori

Orazione

Vescovo: Preghiamo. O Dio, che ci rendi liberi con la tua verità, spogliaci dell’uomo vecchio che fa resistenza in noi e rivestici della tua luce per essere nel mondo il riflesso della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Ritornello in canto: Misericordias Domini, in aeternum cantabo

Undicesima stazione: Gesù viene crocifisso

(Ufficio missionario, Migrantes)

Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Lc 23,33) «Fu crocifisso insieme ai malfattori, uno alla sua destra e uno alla sua
sinistra».

Lettore: Gesù si è consegnato. Contempliamo in questa stazione il momento in cui viene inchiodato alla croce. È il terribile supplizio, riservato agli schiavi, ai ladroni, ai poveracci. Gesù muore nell’infamia della sua nudità, condannato dal magistero ufficiale della sua religione e dall’autorità civile romana che occupava militarmente la Palestina. Gesù, a differenza del Battista, non muore come martire, ma come scomunicato e maledetto. Come ha scritto San Paolo, «scandalo per gli uomini religiosi giudei e follia per i saggi del mondo greco»: umiliato, annoverato tra i malfattori. Eppure è proprio la croce la buona notizia: per tutte le persone inchiodate alla loro situazione: i poveri, i giusti perseguitati, i peccatori, gli esclusi, i migranti in cerca di accoglienza, i colpiti dalle bombe, i calpestati dai carri armati! Con la sua morte, Gesù riscatta tutti: uomini e donne che conoscono situazioni di sofferenza, di oppressione, di vergogna, di maledizione, di disprezzo. Gesù ha dato la sua vita come tanti missionari che operano in situazioni estreme. Solo chi ha una ragione per vivere può resistere in certe situazioni. Solo chi sa donare la sua vita può dire di vivere in pienezza. Come ha saputo fare Gesù!

Lettore: Ripetiamo insieme: Abbi pietà Signore
– Dei perseguitati e degli innocenti
– Di chi cerca un luogo sicuro per vivere

Orazione

Vescovo: Preghiamo. Signore, fonte di misericordia e di perdono, donaci la grazia di non rimanere inchiodati nel nostro peccato, ma di vedere nella nostra debolezza una possibilità nuova per far trasparire la potenza della tua Croce. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R. Amen.

Ritornello in canto: Ti saluto, o Croce santa, che portasti il Redentor; gloria, lode, onor ti canta ogni lingua ed ogni cuor.

Dodicesima stazione: Gesù muore sulla Croce

(Comunità ortodossa)

Padre Zaharie Catalin saluta i fedeli in cattedrale e lancia il suo messaggio di pace.

Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Gv 19,30) «Quando Gesù ebbe preso l’aceto esclamò: Tutto è compiuto! Poi, chinato il capo, rese lo spirito».

Lettore: Ripetiamo insieme: Abbi misericordia Signore
– Per tutti i popoli oppressi dalla guerra
– Per chi muore nella solitudine dell’abbandono

Orazione

Vescovo: Preghiamo. O Dio, re di giustizia e di pace che hai accolto nel grido del Figlio tuo quello dell’intera umanità, accogli fra le tue braccia i crocifissi del nostro tempo e donaci di riconoscere in loro la fiamma viva del tuo Spirito. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen

Tredicesima stazione: Gesù viene deposto dalla Croce

(Unitalsi)
Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Mt 27,59) «E Giuseppe d’Arimatea prese il corpo di Gesù e lo avvolse in un candido
lenzuolo».

Lettore: Rimangono tre chiodi, tre lunghi chiodi acuminati, di gelido ferro, posati a terra con gli altri strumenti di tortura: la corona di spine, il martello, la lancia. Sono là, sotto la croce spoglia, muti, freddi testimoni di tutto il male del mondo che si è riversato sull’Innocente. Concentrato il quel metallo c’è tutto il dolore patito in ogni tempo, in ogni luogo dall’umanità che soffre; un dolore figlio dell’indifferenza, della sete di potere, delle ingiustizie, dell’avidità, delle guerre fratricide, dell’ insulto alla dignità umana. Ma, proprio come dalla malsana Grotta di Massabielle si promana la sorgente salvifica che lenisce ogni male e inonda di pace il cuore, così dalla carne forata da quei tre chiodi, passati tre giorni, scaturisce la Luce di salvezza che lenisce ogni dolore, risana ogni piaga e ridona speranza nel cammino che conduce alla salvezza.

Lettore: Ripetiamo insieme: Resta con noi Signore
– Quando il giorno volge al declino
– Nelle paure e nei patimenti

Orazione

Vescovo: Preghiamo. O Signore, Padre buono, donaci di sentirti vicino come presenza consolatrice e riconciliante, fino al momento in cui, per un dono della tua provvidenza, ci chiamerai ad essere una cosa sola con Te. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Ritornello in canto: Santa Madre, deh, voi fate che le piaghe del Signore Siano impresse nel mio cuor.

Quattordicesima stazione: Gesù viene deposto nel sepolcro

(Caritas)
Guida in canto: Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo.

Assemblea in canto: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo

Lettore: (Lc 23,53) «Giuseppe lo mise in un sepolcro scavato nella pietra, dove nessuno ancora era stato messo».

Lettore: L’innocente è stato ucciso. L’ha ucciso la nostra pace. È la pace dell’indifferenza, della tranquillità materiale, del continuare la vita rilassata di ogni giorno, turbata da problemi quotidiani e sempre risolvibili. È una pace dove non vogliamo vedere nulla che ci turbi: chiudiamo gli occhi, ci voltiamo dall’altra parte, preferiamo aggiungere ogni volta una spina alla sua corona. È la pace dei potenti: è meglio che muoia uno solo per il bene del popolo. “Il bene del popolo” è il modo in cui i potenti chiamano i loro interessi. E così l’innocente viene fatto scendere. Lo togliamo dalla croce, dove saliranno altri innocenti, le vittime del “processo di pace”. Lo portiamo giù nel sepolcro; ci mettiamo una pietra sopra, perché vogliamo dimenticarci di lui. La facciamo scendere agli inferi: là l’innocente guarda dove marciscono le nostre buone intenzioni. Guarda la putrefazione del nostro male, che abbiamo considerato una scelta intelligente – una scelta capace di mantenere insieme il nostro egoismo e la pace. Ma il male non è mai intelligente: è sempre banale, è sempre stupido. Liberaci, Signore, dalla stupidità.

Lettore: Ripetiamo insieme: Apri Signore tutti i cuori
– Per tutti i governanti, gli amministratori
– Per ciascuno di noi.

Orazione

Vescovo: Preghiamo. O Dio, eterna luce e giorno senza tramonto, ricolma dei tuoi beni coloro che si dedicano alla tua lode e al servizio di chi soffre, negli innumerevoli luoghi di dolore dell’umanità. Per Cristo nostro Signore.

R. Amen.

Ritornello in canto: Ubi caritas et amor Ubi caritas Deus ibi est

A questo punto il Vescovo può rivolgersi al popolo con una breve esortazione.

Il vescovo Marco dà la benedizione finale ai fedeli.