Aggiornamenti sull’Ucraina dalla Caritas diocesana – Comunicato dell’11 marzo 2022

Le notizie e le comunicazioni che riceviamo da Caritas italiana, dalla Delegazione regionale Piemonte e Valle d’Aosta e dalle istituzioni sono numerose e in costante aggiornamento. Ecco un riassunto delle ultime notizie.

1. CARITAS ITALIANA È SUL PEZZO

Una delegazione di Caritas Italiana, guidata dal direttore don Marco Pagniello, da oggi, venerdì 11 marzo, fino a martedì 15, sarà nei centri profughi situati in Romania, Moldavia e Polonia, ai confini con
l’Ucraina, per manifestare la solidarietà della Chiesa che è in Italia.

Sottolinea il direttore della Caritas italiana: «Con la nostra presenza vogliamo ribadire a quanti ogni
giorno si prodigano senza sosta per dare aiuti e a quanti stanno pagando sulla propria pelle la follia
della guerra che non sono soli».

Sarà anche un’occasione per verificare e concordare canali sicuri per l’evacuazione delle persone in difficoltà: la situazione infatti è in rapido peggioramento e in molte zone è problematico ripristinare i servizi essenziali, inclusi elettricità, gas e acqua.

Sono milioni le persone intrappolate nelle zone colpite dai bombardamenti che spesso non riescono neanche più a chiedere aiuto. E sempre più difficile diventa il lavoro di chi, sul territorio, cerca in qualche modo di soccorrerle.

Le Caritas ai confini dell’Ucraina, grazie anche ai tanti volontari che localmente si sono resi disponili,
sono tutte mobilitate per fornire alloggi, generi di prima necessità, medicinali, trasporti, punti di
distribuzione di acqua e anche sostegno psicologico a quanti arrivano senza più nulla e con la
disperazione di aver lasciato la propria casa.

In Italia, dai numerosi contatti e scambi avuti in questi giorni tra le Caritas diocesane (compresa quella albese) e Caritas Italiana, è emerso un quadro che conferma la grande generosità e l’impegno del territorio in questa emergenza. A oggi, sono 183 le Caritas diocesane che hanno risposto al monitoraggio in atto: le accoglienze già attivate in tutta Italia sono oltre mille mentre le ulteriori disponibilità sono circa cinquemila, ma continuano a crescere. Si tratta di accoglienza in famiglia, nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e in strutture diocesane.

2. DOVE FINISCONO LE OFFERTE IN DENARO CHE LA CARITAS DIOCESANA ALBESE STA RACCOGLIENDO?

Come detto in precedenza, le offerte che stiamo ricevendo sul nostro conto sono girate a Caritas
Ucraina e Caritas Spes attraverso Caritas Italiana e utilizzate in questo modo:

CARITAS UCRAINA
• Alloggi e ripari: gli uffici locali della Caritas in tutto il paese forniscono alloggi sia agli sfollati interni che intendono rimanere nelle loro regioni, sia a coloro che stanno andando al confine per trovare protezione in Europa. La Caritas Kamyanske, che si trova vicino alla zona di conflitto a est, sostiene le esigenze abitative transitorie per le persone provenienti principalmente da Luhansk e Mariupol.
• Cibo e generi di prima necessità: la maggior parte delle Caritas locali sono concentrate nel provvedere aiuti primari agli sfollati interni che arrivano nelle città e delle persone locali vulnerabili colpite dalla guerra. Sono centinaia gli operatori e i volontari Caritas impegnati in queste attività. Ad esempio quasi 40 volontari sono coinvolti nel lavoro quotidiano del centro di coordinamento per le questioni umanitarie, istituito dalla Caritas Zaporizhzhia.
• Forniture umanitarie e logistica: l’assistenza umanitaria sta arrivando in Ucraina da diversi Paesi, nonché dalle regioni occidentali alle regioni più colpite dell’est, del centro e del sud. Questa settimana il processo si è intensificato quando i primi convogli organizzati all’estero hanno iniziato ad arrivare in Ucraina. Attualmente stanno arrivando agli uffici delle Caritas locali e poi sono distribuiti alle regioni più bisognose.
• Protezione: molte Caritas locali hanno progetti specifici per particolari esigenze. Ad esempio Caritas Khmelnytsky è impegnata nell’iniziativa “Una famiglia accogliente per ogni bambino” e “Lavoro sociale e pedagogico con i bambini e i giovani in Ucraina”. La situazione è, infatti, particolarmente gravosa e difficile per le famiglie numerose e a basso reddito, le madri single con figli. I bambini vivono nella paura costante del suono delle sirene e la Caritas le aiuta con supporto psicologico, cibo e articoli per l’igiene. Caritas Spes ha sostenuto un totale di 34.765 persone dall’inizio del conflitto.

CARITAS SPES
• Alloggi e ripari: 1.229 persone sono sotto la tutela e la cura della Caritas. 9.140 persone, tra cui 2.683 bambini, sono state accolte attraverso i centri.
• Cibo e generi di prima necessità: le Diocesi di Kiev e Zhytomyr hanno sostenuto 526 persone che hanno ricevuto aiuti umanitari e card per i beneficiari. La Caritas locale ha organizzato 6 autobus per il trasporto di rifugiati provenienti dalla periferia di Kiev (fornendo anche vestiti caldi, scarpe, cibo, medicine, ecc.) e ha assistito 146 persone.
• Forniture umanitarie e logistica: la Caritas-Spes della diocesi di Odessa e Simferopol ha allestito il proprio magazzino e lo ha rifornito con aiuti umanitari in modo che possa soddisfare le crescenti esigenze dei più bisognosi. L’arcidiocesi di Leopoli “Caritas-Spes Lviv” ha già ricevuto otto carichi umanitari del peso di 160 tonnellate, che ai centri “Caritas-Spes” e alle parrocchie RCCiU, e da lì autobus umanitari portano gli aiuti dove sono più necessari. La Diocesi di Lutsk – La “Caritas Lublin” ha inviato sessanta tonnellate di carichi umanitari a Lutsk. La “Caritas-Spes Lutsk St Peter and Paul Parish” ha immagazzinato fino a cinque tonnellate di aiuti umanitari, che sono stati distribuiti a diversi beneficiari in particolare necessità.

3. LA CARITAS AIUTA AI CONFINI DELL’UCRAINA E NON SOLO…

In Italia la Caritas si sta muovendo, ma mancano ancora delle linee chiare da parte del governo su come gestire le accoglienze, a causa della disomogeneità delle indicazioni delle autorità su dove e come accogliere. Il Viminale ha istituito un tavolo tecnico di cui fa parte Caritas Italiana che avrà il compito di tracciare un iter definito nell’implementazione di un sistema di accoglienza capace di rispondere a questa emergenza. Un altro aspetto che è emerso è il problema del trasferimento dei profughi, soprattutto dalla Polonia. Molti si sono attivati per organizzare pullman o altri mezzi in autonomia o sono in procinto di farlo. Anche su questo punto stiamo valutando di intervenire per coordinare le varie iniziative. Di seguito, dunque, alcuni importanti aggiornamenti in merito all’accoglienza e al trasferimento di
profughi ucraini in Italia.

1) In virtù della facoltà concessa dall’ordinanza di Protezione Civile di andare in deroga agli attuali capitolati Cas, Caritas Italiana ha inviato al Ministero dell’interno una proposta di capitolato semplificata che le Caritas diocesane o gli enti collegati potranno presentare alle proprie prefetture per convenzionare le accoglienze dei cittadini Ucraini (anche e soprattutto quelle diffuse in appartamento).

2) Caritas Italiana sta organizzando un primo volo umanitario verso l’Italia con circa 200 profughi ucraini a bordo. Al momento stiamo definendo con le autorità aeroportuali la data che, comunque, sarà nella settimana del 21 marzo. Vista la grande disponibilità all’accoglienza non sarà difficile individuare posti per questi primi gruppi.

3) La Conferenza episcopale italiana intende sostenere la complicata situazione di tanti fratelli e di tante sorelle ucraine che vivono le difficoltà legate alle loro precarie condizioni di salute. Per questo motivo ha chiesto alla Pastorale per la Salute, in collaborazione con Caritas Italiana, di seguire alcuni casi sanitari che saranno trasferiti in Italia in varie strutture ospedaliere cattoliche. Anche in questo caso la richiesta è di accogliere nella fase successiva al ricovero queste persone ed eventualmente le famiglie. Per queste attività saranno stanziati dei fondi ad hoc da parte della Cei.

4. COME SI STA MUOVENDO IL COMUNE DI ALBA?

In qualità di direttore della Caritas diocesana albese ho partecipato lo scorso martedì 8 marzo a
un tavolo sull’emergenza in Ucraina presso il Comune di Alba. Come già detto nei precedenti comunicati, le problematiche che stiamo affrontando per l’accoglienza degli ucraini sono legate all’aspetto sanitario, quello legale e a quello abitativo, con tutto quanto ne consegue.

1) Aspetto sanitario: il comune di Alba informa che entro le 48 ore dall’ingresso in Italia i cittadini ucraini dovranno sottoporsi a tampone per verificare la presenza di infezione da Covid19. Lo stesso sarà effettuato gratuitamente nell’Ospedale di Verduno, a seguito della consegna della dichiarazione di ospitalità (vedi punto 2).
2) Aspetto legale: I cittadini che intendono ospitare nelle proprie abitazioni cittadini ucraini devono ritirare presso l’Ufficio Anagrafe dell’Ente il modulo per la dichiarazione di ospitalità che dovrà essere compilato e presentato in duplice copia all’Ufficio Protocollo, previo appuntamento, entro le 48 ore dall’ingresso in Città con allegati: fotocopia del documento di identità dell’ospitante, fotocopia del documento di identità del cittadino ucraino o, in mancanza, autocertificazione sottoscritta dal medesimo.

Tale dichiarazione verrà inviata a cura dell’ufficio anagrafe all’Asl Cn2 per gli adempimenti di competenza. Nel caso di presenza di minori stranieri non accompagnati è necessario rivolgersi al Consorzio Socio Assistenziale Alba, Langhe e Roero.

Per informazioni relative alle pratiche amministrative per il soggiorno in Italia è possibile rivolgersi al Servizio stranieri sito in Via Manzoni 8 (telefono: 0173-29.23.52) durante il seguente orario: martedì dalle 13 alle 17; mercoledì dalle 8.30 alle 12.30; venerdì dalle 8.30 alle 12. Queste indicazioni sono riferite al comune di Alba; per i comuni limitrofi ci stiamo lavorando.

3) Aspetto abitativo: chi desidera manifestare la propria disponibilità all’accoglienza temporanea dei nuclei famigliari provenienti dell’Ucraina potrà fare riferimento alla Regione Piemonte. Il modulo da compilare e tutte le informazioni sono reperibili al seguente link:

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/diritti-politiche-sociali/emergenza-umanitaria-
ucraina-avviso-pubblico-per-laccoglienza-dei-profughi

Le Prefetture sottolineano che le persone vengano prioritariamente assegnate ai posti disponibili di Cas e Sai (in Piemonte, a ieri, c’erano 169 posti liberi). Frattanto le Prefetture hanno pubblicato manifestazioni di interesse per enti pubblici o enti specializzati che volessero entrare nella rete Cas/Sai allo scopo urgente di ampliare i posti nel circuito (chiaramente aderendo a tutte le clausole che la convenzione contiene). Se non bastassero subentrano le Regioni che dovranno farsi carico di ospitalità in albergo o similare e verranno attivate le reti familiari di accoglienza.

Sul tema accoglienza diffusa in famiglia, ieri il Governo ha aperto la riflessione sulla possibilità di riconoscere alle famiglie rimborsi per le spese suppletive, ma al momento nulla è ancora stato deciso. Dunque, per ora, chi accoglie si fa carico in proprio di tutto.

Perdonateci per la lunghezza di questo documento, ma è per darvi un’idea dell’immenso lavoro
che si deve fare per «Fare il bene fatto bene e con responsabilità».

don Mario Merotta – direttore della Caritas diocesana albese