Emergenza Ucraina: il bene va fatto bene

Il direttore della Caritas diocesana, don Mario Merotta, ha scritto un messaggio per fare chiarezza sulle possibilità di aiuto nei confronti delle vittime della guerra in Ucraina. Di seguito, ne riportiamo il testo integrale.

La grave situazione in Ucraina ci colpisce e ci coinvolge tutti, rendendoci emotivamente spinti a fare qualcosa per aiutare i nostri fratelli in difficoltà.

In quanto direttore della Caritas diocesana sono quotidianamente in contatto con Caritas Italiana e con le istituzioni locali per monitorare la situazione e per coordinare gli aiuti nel modo più efficace.

Domani, giovedì 3 marzo, tutti i direttori della Caritas diocesane avranno un incontro online direttamente con il direttore di Caritas Ucraina, che sicuramente ci darà delle direttive di cosa veramente sta succedendo e di quali sono le reali necessità del paese.

Partendo dal presupposto che siamo tutti liberi di fare ciò che vogliamo, vorremmo però indicarvi una strada unitaria nata dall’esperienza decennale che Caritas italiana ha vissuto sulla propria pelle nelle emergenze passate.

La linea guida che vi proponiamo, in accordo con Caritas italiana, fino a nuove disposizioni è questa:

Raccogliamo esclusivamente offerte in denaro, utilizzando l’Iban della Caritas diocesana IT97B0306922550100000001270 con causale “emergenza Ucraina”, oppure in contanti passando dall’ufficio della Caritas diocesana, aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.

La Caritas diocesana spedirà le offerte raccolte a Caritas italiana, che le utilizzerà per i beni necessari in loco.

Stiamo sondando la possibilità di accogliere profughi ucraini (soprattutto donne, bambini e anziani) sul nostro territorio. Chi volesse dare la propria disponibilità può chiamare l’ufficio al numero 0173-44.07.20 tutti i giorni dalle 9 alle 12; mandare una mail all’indirizzo: caritas@alba.chiesacattolica.it o inviare un messaggio Whatsapp al numero 371-58.31.924 indicando il proprio nome, il numero delle persone da accogliere e il luogo.

Il problema delle iniziative personali è che intasano tutti i canali (dogane, aeroporti, zone di smistamento ecc.) creando uno stoccaggio che spesso e volentieri rimane inutilizzato; si rischia
inoltre di mandare materiale che non serve.

Per quanto riguarda le iniziative private di accoglienza di persone, bisogna tenere presente che non è sufficiente offrire un letto, ma ci sono altri aspetti da prendere in considerazione:

1) Documenti: preoccuparsi di ottenere un permesso temporaneo che dura novanta giorni e che può essere prorogato fino a sei mesi. Abbiamo questa possibilità economica?

2) Sanitario: siamo ancora in tempo di pandemia Covid e sappiamo che l’Ucraina ha un tasso di vaccinazione del 15 per cento, quindi è probabile che le persone che arrivano abbiano bisogno di
vaccini e che dovranno stare in quarantena. Abbiamo l’energia per sostenere tutto ciò?

3) I minori non accompagnati richiedono ancora più attenzione dal punto di vista legale. Abbiamo il tempo?

Tutto ciò avrebbe dei costi di mantenimento e necessità di tempo a carico della famiglia ospitante; se invece lo facciamo tutti insieme, la Caritas diocesana, in coordinamento con le Prefetture e gli enti locali del territorio, si occuperà di tutta la parte burocratica e legale affinché l’ospitalità sia un momento di crescita sia per chi accoglie che per chi viene accolto.

Il bene va fatto bene con corresponsabilità e condivisione.

don Mario Merotta