Santa Messa esequiale di don Aldo Molinaris, l’omelia del Vescovo Marco Brunetti

SANTA MESSA ESEQUIALE DI DON ALDO MOLINARIS

OMELIA DEL VESCOVO MARCO

POCAPAGLIA – Parrocchia Ss. Giorgio e Donato, 25 ottobre 2021

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

che Dio Padre di misericordia e Dio di ogni consolazione, che ci chiama attraverso le prove e la morte alla gioiosa speranza della sua gloria, vi conservi sempre nella sua pace e nel suo amore.

Una circostanza ci raduna qui oggi pomeriggio nella preghiera e nella professione della nostra comune fede in Gesù Cristo morto e risorto.

Con questa celebrazione eucaristica, preghiera di ringraziamento e di lode per eccellenza, noi vogliamo salutare il nostro caro fratello e amico don Aldo.

La presenza di don Mauro suo nipote (oggi parroco al suo posto), della sorella Luigina che lo ha accompagnato amorevolmente in questi anni, come la numerosa presenza di voi tutti, sacerdoti, diaconi, pocapagliesi e non, parenti, amici e conoscenti è molto significativa e scalda il cuore.

Don Aldo che noi abbiamo conosciuto e amato è sempre presente nei nostri cuori e nel nostro spirito. Ricordo quando venivo a trovarlo era molto accogliente e disponibile, mai lamentoso o problematico.

Rivediamo la bella immagine della sua persona, il suo bel sorriso, il suo sguardo limpido e trasparente, il suo volto sereno e calmo, riflesso di una fiducia e di una pace profonda che trovano la loro sorgente nell’intimità con Dio.

Rivediamo il nostro caro fratello ed amico don Aldo con i doni naturali e soprannaturali di cui il Signore l’ha riempito e che ha saputo sviluppare per il servizio dei suoi fratelli e sorelle nella nostra Diocesi. Era pieno di gioia e di semplicità. Quante volte l’abbiamo sentito dire Grazie! O chi non ricorda i suoi “Bene Bene…”.

Con la sua vita e con il suo esempio, la sua sofferenza e la sua morte, don Aldo ci interpella e ci trasmette dei messaggi da meditare e da vivere: l’amore per la preghiera e la sua cordialità attraverso cui viveva una profonda spiritualità cristiana, sacerdotale; il suo senso spiccato dell’accoglienza e della carità fraterna che lo rendevano sempre disponibile al servizio di tutti fino a costruire la Casa di Riposo chiamandola  CA’ MIA ; il suo profondo desiderio manifestava di compiere sempre e dappertutto la volontà di Dio nella sua vita.

Faccio mie le parole che voi parrocchiani gli avete rivolto nel giorno in cui lo salutavate come Parroco: “Sei stato un Parroco missionario qui tra noi. Sempre in missione, mai chiuso in canonica, se non lo stretto necessario. Ci hai insegnato con la vita che la Parrocchia è proprio una casa presso le case”.

Ringraziamo. Dunque, il Signore per don Aldo che ci è stato donato come una meraviglia del suo amore e della sua bontà.

Pregando questo pomeriggio per lui chiediamo al Signore di aiutarci a saper accogliere le grazie e le illuminazioni, gli insegnamenti e le ricchezze che egli vuole comunicarci attraverso la vita di questo sacrdote.

Il Vangelo di Matteo sulle Beatitudini che abbiamo ascoltato ci presenta parole di speranza che indicano allo stesso tempo il discepolo di Cristo e la strada da seguire per giungere alla felicità eterna.

Le otto beatitudini infatti tracciano il profilo del discepolo perfetto di Gesù che è praticamente analizzato in tutto il discorso della montagna. Le beatitudini incarnano essenzialmente la vocazione di chi vuole seguire Cristo: la vocazione alla perfezione dell’amore: “Siate perfetti come il vostro Padre celeste è perfetto” (Mt 5, 48).

Don Aldo nella sua semplicità ha cercato di vivere in maniera profonda le beatitudini evangeliche e ciò ci è di sprono perché: battezzati nel Cristo Gesù, siamo ugualmente tutti invitati per vocazione a vivere secondo lo spirito delle beatitudini, parole di speranza.

Sì, le beatitudini sono parole di speranza, ma esse sono anche parole che bisogna vivere da adesso. Forse è soltanto per la fine dei tempi che Gesù ci promette di essere felici? Noi costatiamo per esperienza che è da ora, da oggi, che vogliamo essere felici anche se sappiamo bene che la nostra profonda aspirazione alla felicità non raggiungerà la sua piena e perfetta realizzazione se non nella vita eterna con il Cristo.

È possibile essere felici anche se si soffre, anche se si è nel dolore? Gesù risponde di sì! È da adesso che saranno felici coloro che vivono secondo lo spirito delle beatitudini. Ma domani essi saranno ancora più felici. Questa speranza fondata sul mistero di Cristo morto e risorto, è per il credente nella prova, sorgente di gioia, di fiducia e di forza a partire da oggi. È in questo senso che nella prima lettura l’apostolo S. Paolo si rivolge al suo figlio amatissimo Timoteo scrivendogli: “Ricordati di Gesù Cristo, risuscitato dai morti…”.

Se noi siamo morti con lui, rivivremo… (cfr. 2Tm 2, 11-13). Il Gesù Cristo che deve essere al centro del pensiero e della vita di Timoteo e di ogni cristiano è il Messia che Dio ha risuscitato dai morti dopo la sua orribile sofferenza, la sua passione e la sua morte sulla croce.

Il Cristo è passato per la croce e la sofferenza per entrare nella gloria. È questa la via che conduce alla salvezza che ciascuno di noi, discepolo di Gesù Cristo, è chiamato a percorrere con la grazia di Dio.

Possa il Signore risorto esaudire le preghiere che noi gli rivolgiamo oggi per il nostro caro don Aldo e che la materna intercessione della Santissima Vergine Maria e dei santi nostri patroni ci aiuti a seguire fedelmente il Cristo compiendo sempre la volontà del Padre nella nostra vita. Amen.