Toppino e Nicolini hanno gettato le basi di Alba solidale

Nella celebrazione eucaristica in duomo, seguita alla presentazione del libro su Sandro Toppino, questo pomeriggio, il vescovo di Alba ha reso omaggio anche al suo predecessore monsignor Giulio Nicolini a vent’anni dalla morte.

Nell’omelia monsignor Marco Brunetti ha citato le «figure esemplari che in questa celebrazione vogliamo ricordare, a cominciare da Sandro Toppino e la sua cordata di amici, di cui oggi pomeriggio abbiamo ascoltato diverse testimonianze raccolte nel libro Luce e Sale, fino a Monsignor Giulio Nicolini, mio venerato predecessore, a vent’anni dalla morte, sopraggiunta improvvisa in vescovado a Cremona nel mattino di martedì 19 giugno 2001».

Brunetti ha definito Toppino e i suoi amici «uomini di frontiera», che «si sono confrontati con quelli che non la pensavano come loro e con chi, invece, in loro ha creduto e, anno dopo anno, mattone dopo mattone, hanno gettato le basi della “casa comune”, Alba, appunto così com’è oggi e come sarà: una città che ha la solidarietà nel sangue, una grande sensibilità sociale che, con la Caritas ed una serie davvero grande di associazioni, trasforma in fatti».

Su monsignor Nicolini, il vescovo Marco ha commentato: «I suoi cinque anni e mezzo di episcopato albese sono stati caratterizzati dal dialogo con tutte le realtà ecclesiali e sociali, civili e politiche. Uomo dalle relazioni intense e sincere, ha cercato sempre l’incontro con tutti e la vicinanza con ciascuno».

Diamo di seguito il testo integrale dell’omelia di monsignor Brunetti:

SANTA MESSA XX° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI MONSIGNOR GIULIO NICOLINI

OMELIA DEL VESCOVO MARCO

ALBA – Cattedrale San Lorenzo, 19 giugno 2021

Carissimi fratelli e sorelle,

questa sera nella nostra bella chiesa Cattedrale vogliamo far risuonare le parole di San Paolo, che abbiamo ascoltato nella seconda lettura: “l’amore del Cristo ci possiede … quelli che vivono non vivono più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro”.

Queste parole, così vere e profonde, sono testimoniate dalle figure esemplari che in questa celebrazione vogliamo ricordare, a cominciare da Sandro Toppino e la sua cordata di amici, di cui oggi pomeriggio abbiamo ascoltato diverse testimonianze raccolte nel libro “Luce e Sale”, fino a Mons. Giulio Nicolini,  mio venerato predecessore, a vent’anni dalla morte, sopraggiunta improvvisa in vescovado a Cremona nel mattino di martedì 19 giugno 2001, subito dopo aver celebrato l’ultima Messa, a due giorni dalla conclusione del Congresso Eucaristico diocesano sul tema “Vivere il giorno del Signore: dall’Eucaristia nuovi stili di vita”. Le esequie furono celebrate dal cardinale arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini nella cattedrale di Cremona, nella cui cripta il Vescovo Giulio riposa.

Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli“. (Mt. 16)

Il segreto di Sandro Toppino e dei suoi amici è tutto qui, ma è un manifesto dell’impegno nella società di chi vuole andare oltre, metterci il nome e il volto e leggere il mondo e i suoi problemi con gli occhi della fede. Questi “uomini di frontiera” si sono confrontati con quelli che non la pensavano come loro e con chi, invece, in loro ha creduto e, anno dopo anno, mattone dopo mattone, hanno gettato le basi della “casa comune”, Alba, appunto così com’è oggi e come sarà: una città che ha la solidarietà nel sangue, una grande sensibilità sociale che, con la Caritas ed una serie davvero grande di associazioni, trasforma in fatti.

Così pure il Vescovo Giulio fu “Un uomo di Dio in pienezza e semplicità di cuore” – come recita il titolo di una breve biografia a lui dedicata (Lidio e Federica Piardi, ELLEDICI – VELAR). Una bella umanità abitata dalla presenza di Colui a cui egli dedicò la vita. Un uomo, un sacerdote, un vescovo che si è lasciato plasmare da Cristo ed è diventato affascinante testimonianza di ciò che la fede e l’amore producono in chi sa aprirsi alle sorprese dello Spirito.

Ciò che più mi ha colpito di lui – ebbe a dire un testimone che ha conosciuto da vicino mons. Nicolini – è stata la sua semplicità, la sua umiltà, il suo fare schivo; quel bel sorriso largo ed innocente. La sua parola calda e convincente – di giornalista, di scrittore, ma soprattutto di pastore – era desiderata ed ascoltata perché ricca di contenuti e profonda di sentimenti. Il suo atteggiamento paterno rivelava un’umanità ricca e matura, equilibrata e libera, risoluta e trasparente. Il suo anelito era la ricerca sincera della santità.

I suoi cinque anni e mezzo di episcopato albese sono stati caratterizzati dal dialogo con tutte le realtà ecclesiali e sociali, civili e politiche. Uomo dalle relazioni intense e sincere, ha cercato sempre l’incontro con tutti e la vicinanza con ciascuno.

La sua azione pastorale fu cadenzata dall’attenzione particolare alle famiglie, ai giovani, al Seminario, alle vocazioni sacerdotali e religiose, alla catechesi e ai catechisti, all’Azione Cattolica, alla promozione dei ministeri laicali, alle comunicazioni sociali e alla testimonianza della carità. Il tutto sempre affidato all’intercessione della Vergine Santa di cui era devotissimo. Un pastore buono, mite e saggio, di intensa preghiera e di profonda spiritualità; una persona delicata che ha saputo guadagnarsi il cuore della “sua” gente.

Penso che le parole pronunciate da Mons. Nicolini nel suo primo saluto alla diocesi di Alba nel giorno della sua elezione episcopale, il 16 luglio 1987, e le ultime nel giorno del suo commiato, qui in Cattedrale il 28 marzo 1993, possano riassumere efficacemente la vita e il ministero di questo Pastore secondo il cuore di Cristo. «Vi voglio bene – scrisse il Vescovo Giulio appena eletto –. Stringo al cuore, quale mia mistica sposa, la diletta Chiesa albese ed imprimo nella sua nobile fronte il bacio della dedizione più limpida e della fedeltà totale». «Cari Albesi, io vi ho voluto bene – disse nell’Omelia del suo saluto alla diocesi – … ripeto l’implorazione che mi uscì dal cuore nel nostro primo incontro: Custodisci, Signore, questo mio popolo. Custodiscilo. Proteggilo. Benedicilo».

Vi voglio bene… vi ho voluto bene…” – sono le parole che incorniciano ed includono il tempo della dedizione pastorale del Vescovo Giulio alla nostra amata Chiesa che è in Alba. Anche noi gli abbiamo voluto e gli vogliamo bene.

La nostra presenza qui, oggi – grata ed orante – lo sta a dimostrare.

Questi testimoni ci fanno ben sperare e ci incoraggiano, ma ancor di più le parole di Gesù ascoltate nel Vangelo: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”.

Signore aumenta la nostra fede, la tua presenza di risorto in mezzo a noi ci sprona ad essere annunciatori del vangelo come lo furono coloro che ci hanno preceduto e che questa sera ricordiamo con affetto e gratitudine. Amen.