Iniziato l’anno della famiglia con la Messa e un’esposizione in Duomo

« Dobbiamo imparare da Giuseppe a non avere paura ma ad essere più coraggiosi, nella certezza che Dio è con noi e non ci abbandona, non lasciamoci prendere dallo sconforto, con coraggio e con gioia annunciamo la lieta notizia», nel pomeriggio di venerdì 19, solennità di San Giuseppe, il vescovo di Alba Marco Brunetti ha celebrato l’Eucaristia in cattedrale, invitando a prendere il santo a modello della nostra vita familiare.

Infatti, nella festività del santo, papa Francesco ha voluto fosse avviato anche l’Anno della famiglia, a cinque anni dall’esortazione Amoris laetitia, anno che culminerà con l’incontro mondiale delle famiglie nel giugno del 2022. La diocesi di Alba aveva predisposto delle iniziative che però sono state rimandate a causa della pandemia.

Intanto nella cattedrale di Alba, sono stati esposti dei pannelli che illustrano alcuni contenuti della lettera Patris corde, con cui papa Francesco ha accompagnato l’Anno di san Giuseppe a ricordo del 150° anniversario della proclamazione del santo a patrono universale della Chiesa. I pannelli saranno successivamente esposti presso il centro culturale San Giuseppe (dal 6 aprile al 30 giugno).

 

Diamo di seguito il testo completo dell’omelia del vescovo Brunetti.

 

Santa Messa nella Solennità di San Giuseppe sposo della Beata Vergine Maria in occasione dell’inizio dell’Anno della “Famiglia Amoris Laetitia                                                        

OMELIA DEL VESCOVO MARCO

ALBA  –  Venerdi 19 marzo 2021  – Cattedrale di San Lorenzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carissimi fratelli e sorelle che siete qui presenti e voi tutti che ci seguite da casa, la pandemia ci costringe ad essere in pochi in presenza, avremmo voluto riempire il duomo di famiglie, ma la situazione sanitaria non ce lo permette, sicuramente troveremo un’altra occasione più propizia.

Oggi la Chiesa celebra la solennità di San Giuseppe, proprio nell’anno che Papa Francesco ha voluto dedicare a Lui, inoltre, sempre per volere del Papa oggi la Chiesa tutta inizia l’Anno della Famiglia Amoris Laetitia, a cinque anni dalla pubblicazione di quella esortazione apostolica.

Sono dunque molti i motivi di gioia che ci raccolgono qui insieme questa sera nella celebrazione Eucaristica.

L’antifona di inizio, riportata nel messale, per questa Messa solenne dice: “Ecco il servo fedele e prudente, che il Signore ha messo a capo della sua famiglia”, il Vangelo, che abbiamo proclamato, dice: “Giuseppe, poiché era uomo giusto”, in queste due citazioni colgo alcune caratteristiche della figura di Giuseppe: la prima quella di servo fedele e prudente la seconda quella di essere giusto.

Noi tutti sappiamo quanto queste caratteristiche siano presenti nella Scrittura per indicare figure chiamate dal Signore per realizzare i suoi progetti di salvezza.

Giuseppe è sicuramente uno di questi. Egli nella sua semplicità e umiltà ha saputo dire il suo “sì” al Signore che lo chiamava a divenire lo sposo di Maria e il custode della santa famiglia di Nazareth.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

È a lui che questa sera vogliamo rivolgerci, riprendendo alcuni tratti che Papa Francesco ha indicato nella sua bellissima lettera “Patris corde”, con cuore di Padre, e che sono rappresentati da alcuni cartelloni posti qui in chiesa e che potranno accompagnarci in questi prossimi mesi.

    Padre amato: Giuseppe nell’amare il figlio Gesù ci insegna quanto sia intimo il rapporto con il nostro Dio, l’amore che lui riceve è l’amore che tutti noi riceviamo ogni volta che amiamo i nostri fratelli e sorelle poveri, ammalati, emigrati e bisognosi di cure.

    Padre nell’accoglienza: Giuseppe accoglie Gesù e Maria e si fa custode non solo della famiglia di Nazareth ma di tutta la Chiesa. Come Giuseppe la Chiesa si fa accogliente e fraterna verso tutti, nessuno può sentirsi escluso o emarginato, ognuno è accolto per quello che è con i suoi talenti e con le sue fragilità.

    Padre nella tenerezza: Giuseppe esprime tenerezza nei confronti di Gesù bambino e di Maria sua sposa. La tenerezza è ciò che vogliamo vedere nel rapporto sponsale e genitoriale all’interno delle nostre famiglie. La tenerezza è fatta di piccoli gesti che esprimono però affetti veri e profondi, di cui tutti abbiamo bisogno.

    Padre nell’obbedienza: Giuseppe ha fatto la volontà di Dio, il Vangelo di questa sera lo dice chiaramente. Impariamo ad obbedire cioè a fare la volontà del Signore, anche se non la comprendiamo fino in fondo. Giuseppe è giusto perché è obbediente e si fida della parola di Dio.

    Padre nell’ombra: Giuseppe non appare, nei Vangeli canonici non parla mai direttamente, ma è presente, preferisce vivere nell’ombra ma essere efficace. In un mondo dove ciò che conta è apparire, Giuseppe ci insegna a scomparire ad essere servi inutili. Solo l’umiltà ci può aiutare a rimanere nell’ombra.

    Padre dal coraggio creativo: Giuseppe è coraggioso. Ci vuole coraggio a prendere Maria come sua sposa e a fuggire in Egitto per non essere perseguitati da Erode. Dobbiamo imparare da Giuseppe a non avere paura ma ad essere più coraggiosi, nella certezza che Dio è con noi e non ci abbandona, non lasciamoci prendere dallo sconforto, con coraggio e con gioia annunciamo la lieta notizia.

    Padre lavoratore: Giuseppe era un lavoratore, un artigiano, ci insegna a considerare il lavoro come un elemento fondamentale della vita. Il lavoro dà dignità alla persona e la rende libera. In Giuseppe troviamo un modello per considerare il lavoro come essenziale che non deve mancare a nessuno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho indicato queste note della figura di San Giuseppe tratte almeno nel titolo dalla lettera di Papa Francesco, che può diventare un percorso da approfondire per andare da Giuseppe e trovare in lui, come Gesù un padre dal cuore grande.

Affidiamo le nostre famiglie e le nostre comunità alla protezione di san Giuseppe prendendo in prestito la bella preghiera di Papa Francesco:

Salve, custode del Redentore,

e sposo della Vergine Maria.

A Te Dio affidò il suo Figlio;

in te Maria ripose la sua fiducia;

con te Cristo diventò uomo.

O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi,

e guidaci nel cammino della vita.

Ottienici, grazia, misericordia e coraggio, e difendici da ogni male.”

Amen.