ANDIAMO INCONTRO A CRISTO RISORTO NEL SEGNO DELLA FRATELLANZA /4

L’enciclica di Francesco Fratelli tutti – scheda n. 4

RELIGIONI E FRATELLANZA

Il recente viaggio del Papa in Iraq, che si ricollega al Documento sulla fratellanza umana, firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019, ci offre la chiave di lettura del capitolo 8° della Fratelli tutti, dedicato al rapporto tra religioni e fratellanza. Gli uomini di diverse religioni camminano verso Dio percorrendo strade diverse che sempre più spesso si intrecciano. Ogni incontro può essere l’occasione per attaccarsi o per incoraggiarsi a vicenda ad andare avanti. Papa Francesco, ha scelto e chiede al mondo di scegliere decisamente questa seconda opzione.

“I credenti hanno bisogno di trovare spazi per dialogare e agire insieme per il bene comune e la promozione dei più poveri. Non si tratta di renderci tutti più light o di nascondere le convinzioni proprie, alle quali siamo più legati, per poterci incontrare con altri che pensano diversamente… Perché tanto più profonda, solida e ricca è un’identità, tanto più potrà arricchire gli altri con il suo peculiare contributo” (FT n. 282). La fratellanza è essere sé stessi, fare fruttare i doni ricevuti da Dio, per poi mettere i propri tesori (anche religiosi!) a servizio dell’umanità.

Come ha dichiarato il Papa in Iraq, cristiani e musulmani secondo la Bibbia e il Corano sono fratelli, in quanto “discendenti di Abramo”. “La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare. Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia -, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere”. “La fraternità e la speranza sono medicine di cui oggi il mondo ha bisogno, al pari dei vaccini. Se Dio è il Dio della vita – e lo è –, ai suoi figli non è lecito uccidere altri figli nel suo nome. Se Dio è il Dio della pace – e lo è –, ai suoi figli non è lecito fare la guerra nel suo nome. Se Dio è il Dio dell’amore – e lo è –, ai suoi figli non è lecito odiare i fratelli”.

Non è facile spiegare il legame di fratellanza tra cristiani e musulmani. Possiamo usare l’immagine della casa che si basa sulle fondamenta e si regge grazie ai pilastri portanti: su questi elementi comuni ognuno progetta e arreda il proprio alloggio. Le fondamenta sono la fede, la carità e la speranza. I pilastri sono: Dio creatore, l’anima umana che nessuno può uccidere, i poveri che vanno sempre soccorsi, l’immensa schiera dei diseredati della terra, i popoli vittime della guerra, la fratellanza umana che continua a essere un valore, nonostante sia minacciata da integralismi e disuguaglianze, in nome della libertà, della giustizia e misericordia, di tutte le persone di buona volontà viventi sulla terra. Poi le diverse religioni sviluppano la propria identità. Purtroppo, come la storia documenta, l’avere in comune fondamenta e pilastri portanti non mette al riparo da liti e guerre “condominiali”.

Promuovere la fratellanza è compito specifico delle religioni. Nell’enciclica Fratelli tutti vengono additati quattro esempi di fratellanza: Martin Luther King, Desmond Tutu, Gandhi, Charles de Foucauld. Da notare che uno solo di essi è cattolico. Guardando a loro scopriamo il senso del regno di Dio e della fratellanza cristiana: mettere la buona notizia del Vangelo a disposizione di tutta l’umanità.

Battista Galvagno

(4. continua)