Il Vescovo Brunetti invita le istituzioni a trovare una soluzione per gli immigrati utilizzati in vigna

ALBA «Vorrei fare un appello al Comune di Alba, affinché, in collaborazione con i servizi sociali e anche la Caritas, possa formulare un progetto per dare ospitalità a quei lavoratori di cui c’è bisogno sul nostro territorio tutto l’anno». Così si è espresso il vescovo di Alba, Marco Brunetti, parlando ai suoi sacerdoti in Seminario il 30 settembre scorso, a inizio dell’anno pastorale.

Nel suo intervento, a conclusione di una due giorni di formazione per il clero, dopo aver dato gli orientamenti necessari sul fronte delle attività parrocchiali e diocesane, il vescovo ha sottolineato due emergenze occorse negli ultimi tempi: la crisi della Stamperia di Govone per la quale si è favorito l’incontro tra le parti, e l’arrivo di un consistente gruppo di immigrati: «Improvvisamente Alba si è trovata con una quarantina di africani che non sapevano dove trovare rifugio per la notte, mettendo in allarme il Comune, i servizi sociali e le Forze dell’ordine. La Caritas attraverso il suo braccio operativo che è il Centro prima accoglienza di via Pola ha messo a disposizione il dormitorio e uno spazio per piazzare delle tende e offrire con la mensa la cena a circa 90 persone, tutto questo lo ha ben documentato Gazzetta d’Alba la scorsa settimana».

Di qui l’appello del vescovo alle istituzioni per un intervento risolutivo «da affiancare a quello della Caritas per affrontare emergenze come questa ma anche in previsione del prossimo inverno che è alle porte. La Caritas diocesana con i servizi del Cpa non può soddisfare tutto il fabbisogno. Detto questo confermo la disponibilità della diocesi a collaborare con le istituzioni preposte per aiutare queste persone immigrate e che lavorano sul nostro territorio».

Nei giorni scorsi, tramite le pagine di Gazzetta d’Alba, a favore di una soluzione dignitosa per questi lavoratori, si erano anche espressi il presidente del Consorzio del Barolo Matteo Ascheri, il sindacalista Roger Davico, il sindaco di Barbaresco Mario Zoppi e quello di Alba Carlo Bo.

ALCUNE RIFLESSIONI OFFERTE AL TERMINE DELLA DUE GIORNI DEL CLERO

SEMINARIO VESCOVILE DI ALBA – 30 SETTEMBRE 2020

 

“Immaginare il possibile” è il tema che abbiamo dato alla nostra due giorni di inizio anno pastorale, aiutati dalle due relazioni di Battista Galvagno e dai lavori di gruppo vissuti insieme.

E’ ripetitivo dire che quest’anno segna una svolta rispetto al passato e che più che ripartire dobbiamo ripensare la nostra realtà sociale ed ecclesiale.

La pandemia ha messo a nudo le nostre fragilità e ci ha costretti a rivedere il nostro modo di essere e i nostri stili pastorali.

Vorrei offrirvi due citazioni di Papa Francesco che a mio avviso possono sintetizzare quanto abbiamo condiviso in questo tempo:

“Se una presenza impalpabile è stata in grado di scompaginare e ribaltare le priorità e le apparentemente inamovibili agende globali che tanto soffocano e devastano le nostre comunità e nostra sorella terra – sono parole di Papa Francesco – non temiamo che sia la presenza del Risorto a tracciare il nostro percorso, ad aprire orizzonti e a darci il coraggio di vivere questo momento storico e singolare” (Francesco, 31 maggio 2020).

Ma il Papa ci aiuta anche a guardare al futuro con Speranza.

In occasione di un’Assemblea Generale CEI di qualche anno fa, ed è la seconda citazione, ricordava, a noi vescovi, che il rinnovamento della nostra pastorale richiede un respiro e un passo sinodale: “Camminare insieme è la via costitutiva della Chiesa; la cifra che ci permette di interpretare la realtà con gli occhi e il cuore di Dio; la condizione per seguire il Signore Gesù ed essere servi della vita in questo tempo ferito” (Francesco, 22 maggio 2017).

Tenendo conto delle relazioni, dei nostri interventi e di queste citazioni di Papa Francesco vorrei offrirvi alcune considerazioni, consegnare alcuni orientamenti e darvi alcune informazioni.

Considerazioni:

Il nostro presbiterio si sta assottigliando, coloro che sono tornati alla casa del Padre in questi ultimi dieci anni (2010 – 2020) sono 52 a fronte di dieci nuove ordinazioni, e solo quest’anno sono già 8 i defunti, molti di noi sono anziani e alcuni malati.

Nell’enunciare questa situazione oggettiva vorrei però esprimere un sincero ringraziamento a tutto il presbiterio per come si spende quotidianamente e per come ha saputo rimanere vicino alla gente durante il tempo della chiusura di tutto a causa della pandemia.

Io credo che abbiamo la capacità di continuare la nostra missione di annunciatori del Vangelo nella nostra terra evitando di chiuderci in noi stessi ma valorizzando tutte le risorse umane e spirituali che ci circondano a partire dai laici che devono essere sempre più responsabili nella vita delle nostre comunità parrocchiali: se da soli rischiamo di non farcela insieme a loro ce la possiamo fare!

La pandemia ha contribuito a creare un clima pesante, un po’ grigio e questo si è diffuso al nostro interno.

Vorrei prendere a prestito il tema della prossima giornata mondiale missionaria che è : “Tessitori di fraternità” per dire a tutti facciamolo nostro, diventiamo tessitori di fraternità sacerdotale, cerchiamo di volerci più bene, evitiamo il chiacchiericcio e il pettegolezzo che sono più pericolosi del virus, come ha detto Papa Francesco, facilitiamo momenti di comunione, usciamo dalla logica del sospetto, dell’invidia e del giudizio aprioristico e non giudichiamo addirittura le intenzioni che stanno dietro le azioni degli altri. In una parola: vogliamoci bene! solo così saremo credibili agli occhi della nostra gente.

Recupero un’espressione di Battista: “Vivere la fraternità è già Vangelo all’opera”.

La prossima enciclica di Papa Francesco, che firmerà fra qualche giorno ad Assisi, dal titolo “Fratelli tutti”, credo che ci inviterà a questo cammino di conversione.

 

Orientamenti:

Sovente, giustamente, molti di voi chiedono alla Diocesi e al Vescovo indicazioni, specialmente quest’anno.

Abbiamo cercato di accompagnare le parrocchie in questi mesi informandole tempestivamente ogni volta che vi erano novità rispetto ai comportamenti e alle scelte da fare, tenendo conto delle disposizioni governative, della CEI e della CEP.

Abbiamo scelto di distribuire la quasi totalità del contributo straordinario della CEI provvidenzialmente giunto a fine aprile alle parrocchie in quanto correvano il rischio di trovarsi in serie difficoltà economiche.

Sul versante pastorale vorrei consegnarvi alcuni orientamenti che in parte già trovate nelle mie due lettere pastorali, in particolare la prima che vorrei sintetizzare come segue

  1. Intensificare la formazione dei laici a livello di unità pastorali o vicarie, approfittando dell’offerta formativa dei vari uffici. Nel contempo chiamiamo a raccolta le persone già formate, per esempio all’ISSR di Fossano, affidando loro delle responsabilità;
  2. Incrementare gruppi biblici nelle parrocchie, up e nelle case, lasciandosi accompagnare dal servizio diocesano dell’apostolato biblico;
  3. Valorizzare la S. Messa domenicale, seguendo le indicazioni della lettera pastorale, e invitando soprattutto le famiglie a tornare coi propri figli alla Messa dicendo loro che questo è parte integrante del cammino di catechesi per i sacramenti dell’iniziazione cristiana;
  4. Valorizzare le famiglie come “chiesa domestica” capitalizzando quanto vissuto durante il tempo del look down;
  5. I giovani tornino ad essere protagonisti nelle nostre comunità favorendo un dialogo intergenerazionale, accanto e in soccorso a quanti già sono impegnati a vario titolo in tanti settori. Diamo spazio ai giovani e come ci ha detto Battista: “facciamo un reale passo indietro e lasciamo che i giovani abbattano dalle fondamenta alcune nostre costruzioni cadenti per edificare sulla pietra angolare che è Cristo!”. Cerchiamo modalità e iniziative nuove che vadano incontro soprattutto ai giovani in ricerca;

L’accompagnamento e il discernimento rimangono le vie privilegiate anche per un risvolto vocazionale. Sono contento che la pastorale giovanile e vocazionale diocesana stia lavorando in questa linea;

  1. Un’ occasione unica e preziosa di incontrare i giovani, molti dei quali dopo la cresima non si sono più visti, sono i cammini in preparazione al sacramento del matrimonio, a questo proposito con l’ufficio per la pastorale della famiglia stiamo elaborando alcuni orientamenti che presenteremo al prossimo consiglio presbiterale per una valutazione sinodale;
  2. Per il catechismo e la ripresa delle attività dell’oratorio si tenga conto della lettera che è stata inviata recentemente.
  3. La Carità, intesa in tutte le sue sfaccettature: caritas, migranti, ammalati, disoccupati ecc…rimane una priorità assoluta!

In tutto questo tempo la carità non si è mai fermata! E’ importante che sotto la regia della caritas diocesana ogni vicaria o unità pastorale rinvigorisca la propria caritas evitando personalismi ma mettendosi in rete, puntando soprattutto ad educare alla carità affinchè diventi uno stile di vita di tutti i battezzati e non qualcosa da delegare a qualcuno come addetto ai lavori. Ringrazio tutti i volontari di questo vasto settore che ogni giorno si impegnano a servizio dei poveri.

Due sono le emergenze di cui ci siamo occupati: la chiusura dello stabilimento della Miroglio a Govone. Con la collaborazione di Piero Reggio, responsabile della pastorale sociale e del lavoro, abbiamo cercato di dare il nostro contributo, incontrando le parti, cercando di arrivare ad una soluzione che potesse salvare i 151 operai che dall’oggi al domani si sono trovati senza lavoro.

L’altra emergenza è di questi giorni. Si tratta degli africani giunti nell’albese in sostituzione dei macedoni e persone dell’est europeo, per la vendemmia. Improvvisamente Alba si è trovata con una quarantina di africani che non sapevano dove trovare rifugio per la notte, mettendo in allarme il comune, i servizi sociali e le forze dell’ordine.

La Caritas attraverso il suo braccio operativo che è il CPA di via Pola ha messo a disposizione il dormitorio e uno spazio per piazzare delle tende e offrire con la mensa la cena a circa 90 persone, tutto questo lo ha ben documentato Gazzetta d’Alba la scorsa settimana.

Io vorrei fare un appello al comune affinchè in collaborazione con i servizi sociali e anche la Caritas possa formulare un progetto per dare ospitalità a questi lavoratori, di cui c’è bisogno sul nostro territorio tutto l’anno, da affiancare a quello della caritas per affrontare emergenze come questa ma anche in previsione del prossimo inverno che è alle porte.

La caritas diocesana con i servizi del cpa non può soddisfare tutto il fabbisogno. Il centro di via Pola costa al CPA oltre duecentomila euro l’anno e gran parte del finanziamento deriva dai fondi Caritas dell’8Xmille.

Detto questo confermo la disponibilità della diocesi a collaborare con le istituzione preposte per aiutare queste persone immigrate e che lavorano sul nostro territorio.

 

Informazioni:

Vorrei darvi alcune informazioni che riguardano la vita della nostra diocesi:

  1. Il nuovo messale dovrebbe arrivare nelle prossime settimane e vi sarà consegnato al prossimo incontro del clero di novembre con d. Marco Gallo.

La CEP ha deciso che si inizierà ad utilizzarlo a partire dalla Prima Domenica di Avvento.

 

Nei prossimi giorni inizieranno dei lavori importanti presso la Casa diocesana di Altavilla. Si tratta di un intervento molto oneroso che comporta una parte di ristrutturazione relativa alla Mater Dei e soprattutto un intervento alle solette che non sono a norma per l’antincendio e il rifacimento degli impianti per un importo di circa un milione e trecentomila euro.

Per far fronte a questa spesa la Diocesi ha acceso un mutuo ventennale di circa un milione di euro e il resto si spera in qualche aiuto dalle Fondazioni o da privati.

Questi lavori si sono resi necessari e improcrastinabili per poter avere tutte le certificazioni necessarie a mantenere la casa in funzione: pena la chiusura della stessa!

Ho deciso di invitare le parrocchie, se possibile, di destinare le offerte raccolte in occasione della celebrazione dei sacramenti della cresima e della prima comunione per i lavori di Altavilla, come piccolo segno di partecipazione.

 

 

 

Conclusioni

Carissimi sacerdoti e diaconi grazie per l’ascolto, vi auguro di vivere questo anno con serenità e con attenzione a tutto quello che avverrà, senza affanno puntando su ciò che è essenziale senza lasciarci prendere dal fare, ma piuttosto dall’essere. Grazie.

 

Alba 30 settembre 2020

San Girolamo                                                                                                          +Marco, Vescovo