L’omelia del Vescovo Brunetti per i funerali di don Renzo Costamagna

SANTA MESSA ESEQUIALE                                                                 DI DON LORENZO COSTAMAGNA

OMELIA DEL VESCOVO MARCO

ALBA – Cattedrale San Lorenzo, 2 ottobre 2020

Carissimi fratelli e sorelle, carissimi sacerdoti e diaconi,

 

oggi siamo raccolti insieme nella preghiera per dare l’estremo saluto a don Renzo in quella che era diventata in questi ultimi anni “la sua casa”.

 

Chiunque veniva in Duomo, facilmente lo incontrava per chiedergli un aiuto, una preghiera, per confessarsi o per avere spiegazioni storico artistiche relative alla Cattedrale che lui conosceva a menadito.

 

Averlo qui davanti a noi in terra ci lascia attoniti e affranti, ci sentiamo depauperati di una persona, di un prete che nonostante le sue fragilità e debolezze amava il Signore e la Chiesa.

 

Ci ha lasciati improvvisamente e prematuramente, mi sovvengono le parole di Gesù che dice ai suoi discepoli: “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell’ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà” (Mt.24, 43-44).

 

Il Vegliare è l’atteggiamento del discepolo che sa di essere in cammino verso l’incontro definitivo col suo Signore. Non sappiamo quando lui verrà, ma verrà e noi ci presenteremo a lui con la nostra vita ricca di incontri, di esperienze, di sofferenze ma anche di debolezze, fragilità e peccati…..

 

Il nostro cuore non è turbato da questo incontro alla fine della vita, in quanto confidiamo nell’amore e nella misericordia infinita del Signore, penso alle parole di Gesù al fariseo, ma che sentiamo rivolte a ciascuno di noi: “Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”(Lc.7,47).

 

Infatti è sull’amore che saremo giudicati, San Paolo nella sua prima lettera ai Corinti che abbiamo letto nella prima lettura, con l’inno della Carità ha messo in evidenza come passando al setaccio la nostra vita terrena ciò che rimarrà è la carità: “Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la Carità!”(1Cor.13,13).

 

Il capitolo 25 di Matteo rende evidente la carità con le opere di misericordia corporali in cui Gesù si identifica: “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”.

 

In questi giorni ho raccolto tante testimonianze di persone che hanno riconosciuto in don Renzo una testimonianza evangelica che si identificava nelle parole del Vangelo.

 

Il suo impegno per i poveri, per i bambini e ragazzi del catechismo e del dopo scuola, la sua passione per l’arte e la storia rimangono come consegne per tutti noi, che siamo chiamati a continuare, nonostante i limiti, il suo ministero in mezzo alla gente.

 

Don Renzo era orgoglioso di portare il nome del diacono della Carità Lorenzo ed era devotissimo di San Teobaldo, alla cui protezione ha affidato il servizio chiamato, appunto , il “pane di San Teobaldo”.

 

Questi sono i nostri Santi Patroni, due santi della carità che sono per tutti noi come lo erano per don Renzo un modello di vita e ci guidano nel nostro cammino verso la santità.

 

Vorrei affidare il nostro caro don Renzo a Maria, Regina degli apostoli e Madre dei sacerdoti, ai Santi Lorenzo e Teobaldo affinché lo conducano al cospetto della Misericordia divina che lo accoglierà nel suo Regno di pace e di amore con le parole evangeliche: “Vieni, benedetto del Padre mio, ricevi in eredità il regno preparato per te fin dalla fondazione del mondo”. Amen.