Traccia di riflessione biblico spirituale sull’esperienza della pandemia

La Conferenza Episcopale Italiana condivide una riflessione, che speriamo possa essere utile ad accompagnare l’annuncio e la catechesi nei prossimi mesi, a partire dalla Traccia di riflessione della Commissione Episcopale per la Dottrina, l’Annuncio e la Catechesi (CEDAC) della CEI, dal titolo “E risorto il terzo giorno”. Una lettura biblicospirituale dell ‘esperienza della pandemia.

Un’impiegata, uno studente, un bambino, un avvocato; un cappellano, un medico, una casalinga, un adolescente, un volontario e una segretaria: sono queste le voci che aprono la Traccia della CEDAC. È la prima novità di un testo, che non a caso è destinato a tutta la comunità credente, ma non solo, e che prende le mosse dall’ascolto dell’umano.

In questi mesi si è ascoltato la sofferenza e la morte, ma anche il coraggio e la speranza di tanti individui e dell’intera comunità nazionale. Questi eventi vengono collocati sullo sfondo del mistero pasquale di Gesù: dal Venerdì della morte in croce, attraverso il Sabato della deposizione nel sepolcro, sino alla Domenica di risurrezione.

Perché tanta sofferenza nel mondo? È l’interrogativo che risuona nel cuore di tutti credenti e non credenti, e che chiede di essere raccolto. I Vangeli registrano alcuni personaggi umili ma coraggiosamente disposti a “stare in piedi” sotto la croce: così accanto ai sofferenti e ai morenti sono emerse figure straordinarie, in grado di esprimere pietà, compassione e dedizione all’altro. Allo stesso modo, mentre il lockdown costringeva tutti a casa, la comunità cristiana ha riscoperto il valore della Chiesa domestica e ha attivato nuove forme di annuncio e di catechesi.

Dai racconti della pandemia che riecheggiano nella riflessione della CEDAC traspare anche un altro dato: il crollo di ogni pretesa di onnipotenza o autosufficienza. C’è un aspetto di passività nella vita umana, che ha il gusto amaro del fallimento o il sapore dolce della consegna all’altro. In quest’ottica il sepolcro in cui Gesù rimane durante il Sabato santo è anche il sepolcro di ogni essere umano: un luogo in sé spaventoso, che può però diventare una palestra di condivisione delle fragilità che ci accomunano e di fiducia nella salvezza che viene da fuori di noi.

Più è reale e profondo il silenzio di quel sepolcro, più è dirompente l’annuncio della primitiva comunità cristiana: «È risorto… ed è apparso» (1Cor 15,5). Il testo spiega con leggerezza ed efficacia perché la risurrezione di Gesù non è stato un semplice happy end. Anzitutto perché la morte è stata assunta in pieno e non solo sfiorata. Inoltre, la resurrezione di Gesù non è una fuga dal mondo, per recuperare una condizione di impassibilità al di fuori della storia. La sua esperienza è piuttosto come la primizia, cioè l’anticipo di quanto potranno sperimentare tutti gli uomini. Così il testo della CEDAC vorrebbe che si tornasse a parlare delle cose ultime, non in termini di cosa sarà nell’aldilà, ma di come si può vivere concretamente da risorti già qui ed ora.

Da questa proposta della Commissione Episcopale prende avvio l’iniziativa dell’Ufficio Catechistico Nazionale (UCN), che impegnerà i Direttori degli Uffici Catechistici e le Equipe diocesane nei prossimi mesi. Già nei mesi scorsi l’ Equipe nazionale ha incontrato i Direttori regionali. Ora in previsione della ripresa delle attività pastorali in settembre, dopo un tempo dedicato all’ascolto, si cercherà di definire alcune linee comuni, raccogliendo quanto le Chiese locali stanno esplorando e immaginando per l’annuncio e la catechesi. Dal testo della CEDAC si sono ricavate alcune parole chiave, che diventeranno oggetto di riflessione: ascolto, narrazione, custodia, alterità e creatività. Non mancheranno i contributi sullo stile ecclesiale richiesto dal tempo che stiamo vivendo, sulla famiglia, sulla scuola e sui nuovi linguaggi, che emergeranno dal confronto con gli altri Uffici e Servizi della CEI, e con i movimenti e le associazioni ecclesiali come l’ Azione Cattolica e l’Agesci. Intendiamo condurre un cammino corale, perché questo tempo ci ha trasmesso la bellezza e l’importanza di questo stile. Le tappe di questo cammino saranno comunicate dettagliatamente sul sito dell’UCN.

Tali indicazioni non sostituiscono certo le scelte già compiute dalle Chiese locali, ma intendono affiancarle per offrire un confronto e un respiro anche regionale e nazionale. Il servizio dell’UCN, infatti, consiste nel sostenere, incoraggiare, accompagnare e orientare i cammini ecclesiali. Sentiamo tutti la necessità di tenere viva la tensione dell’annuncio della buona notizia. Riteniamo che questo sia il tempo particolarmente di prendersi cura gli uni degli altri, condividendo le fatiche ma soprattutto la forza di una fede incarnata nel tempo e che non può non essere annunciata.