In ricordo di don Alberto Maffiodo, il “Buon operaio del Vangelo”

DON ALBERTO MAFFIODO

11 novembre 1930 – 28 gennaio 2020

«Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato  la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno» (1 Timoteo 4,7-8) queste parole scritte dall’apostolo Paolo al discepolo Timoteo, al tramonto della sua vita, sono state giustamente scelte come epigrafe funebre per don Alberto. Anch’egli ha terminato la lunga corsa, quasi 90 anni di vita e 66 di sacerdozio, ha conservato una profonda fede nel Signore e ha atteso nella speranza la ricompensa che il Signore ha promesso ai servi buoni e fedeli.

Don Alberto era nato a Canale l’11 novembre 1930 in una famiglia dalle profonde radici di fede cristiana. Il papà Genio e la mamma Neta si erano sempre dedicati al servizio della parrocchia; ogni giorno alle 17.00 invita- vano gli amici a sospendere il lavoro e a pregare il Rosario nella bottega di bottaio in piazza San Bernardino. In quella famiglia erano nate due vocazioni: oltre alla vocazione sacerdotale di don Alberto, un’altra figlia, suor Eugenia, ha consacrato la sua vita al Signore nell’Istituto del Cottolengo e anche la figlia Maddalena aveva consacrato la sua vita nel servizio al fratello sacerdote e alla Chiesa albese.

Entrato nel nostro Seminario nel 1941, negli anni difficili della seconda guerra mondiale, don Alberto era ritornato a Canale insieme ai suoi compagni seminaristi nel 1943, e aveva proseguito la sua formazione nella parrocchia di Canale, guidato dall’allora parroco Monsignor Luigi Sibona.

Riprese gli studi in Seminario nel 1945 e venne ordinato sacerdote in questa Cattedrale, l’11 ottobre 1953, da Mons. Stoppa; era giovanissimo, non aveva ancora compiuto 23 anni.

Nel maggio 1954 venne nominato viceparroco a Castellinaldo; nel 1957 fu poi trasferito a Santo Stefano Belbo e nel settembre 1958 fu nominato viceparroco in Cristo Re ad Alba; erano anni vissuti nel fervore della giovinezza e con lo spirito ottimista e avventuroso, che caratterizzava gli italiani in quegli anni di crescita economica e sociale.

Nel 1968 ebbe la prima nomina come parroco di Serravalle Langhe; qui a Serravalle lo affiancò la sorella Maddalena, che gli rimarrà vicino per tutta la vita.

Nel 1974 fu chiamato a gestire la Casa di Spiritualità di Altavilla e, nel contempo, fu nominato assistente degli adulti di Azione Cattolica. Con don Alberto la Casa di Altavilla fiorì di iniziative, come esercizi spirituali per adulti, giornate di spiritualità per gli sposi, incontri per i giovani, ritiri spirituali per i ragazzi in preparazione alla Cresima e alla Prima Comunione, e incontri specifici per l’ACR e l’Azione Cattolica giovani e adulti.

In quegli anni, l’attività di don Alberto non si limitava alla Casa di Altavilla; era sempre disponibile a seguire i gruppi di adulti e soprattutto di sposi in tutta la diocesi. Rispondeva sempre con sollecitudine agli inviti dei parroci ad andare a predicare ritiri spirituali, tridui e novene. Ha toccato la maggior parte delle parrocchie della nostra diocesi per incontrare gruppi di sposi e di famiglie. Ma la sua “specialità” erano le celebrazioni penitenziali e le tante ore di confessionale in tante parrocchie. Curava in modo particolare la preparazione e la celebrazione del sacramento della riconciliazione.

Nell’estate era una presenza allegra e costante ai campi-scuola diocesani per le famiglie, in cui tesseva rapporti di amicizia, a cui univa la guida spirituale di tante coppie di sposi.

La domenica si dedicava alla parrocchia di Piana Biglini, di cui si occupò sino all’anno 2000. Anche se era solo una frazione di Alba di circa 500 abitanti, don Alberto curò moltissimo le attività parrocchiali, in particola- re il sacramento della riconciliazione.

Dal 2000 fu nominato parroco di San Rocco Senodelvio e nel 2008 an- che parroco di Madonna di Como. Per parecchi anni andò anche a celebrare tutte le domeniche nella cappella di Madonna degli Angeli ad Altavilla.

Concluso il servizio alla Casa di Altavilla, per raggiunti limiti di età, con la sorella Maddalena si trasferì presso il Palazzo Vescovile. Colpito da un’ischemia celebrale nel 2015 e divenuto invalido, venne ospitato nella Casa della Divina Provvidenza in Alba, dove fu accudito amorevolmente dalle suore e dal personale fino al recente ricovero in ospedale. In questi cinque anni di immobilità totale, don Alberto ha testimoniato la sua fede, partecipando alla passione di Gesù Cristo e condividendo le sofferenze di tanti malati come lui.

Nella notte di martedì scorso, il Signore ha posto fine al suo calvario e lo ha chiamato a partecipare alla gioia del suo Regno.

Preghiamo Gesù Buon Pastore perché accolga nella sua Casa un buon operaio del Vangelo come è stato don Alberto Maffiodo, che ha combattuto la buona battaglia, non solo ha conservato, ma ha testimoniato la sua fede in Gesù Cristo con le sue parole e la sua vita. Invochiamo il Signore perché altri giovani, sul suo esempio, siano disponibili a rispondere alla sua chiamata a diventare annunciatori del Vangelo e guide spirituali per il popolo di Dio.

don Dino Negro