L’omelia del Vescovo per la giornata dei poveri a Canale

CANALE La comunità canalese si prepara ad accogliere i tre giovani frati francescani che alloggeranno nella casa adiacente il santuario di Mombirone. Già da alcuni giorni i frati sono presenti in paese, ma il loro ingresso ufficiale sarà domenica 17 novembre. Si tratta di Gabriele Dall’Acqua, Paolo Bergamaschi e Luca Di Pietro. I Francescani si metteranno a servizio delle parrocchie della vicarìa che fa capo a Canale, Montà, Vezza, Castellinaldo e Santo Stefano Roero, fornendo un prezioso aiuto ai sacerdoti. «Siamo arrivati da poco a Canale e prima di tutto sarà importante fare conoscenza tra di noi. Poi, pian piano, insieme al vescovo e al parroco, sentendo anche le esigenze della gente, inizieremo il nostro operato», spiegano.

«Abbiamo la fortuna di vivere in un bel posto, il santuario di Mombirone, che potrà diventare un luogo aperto per preghiere comunitarie, confessioni, o semplicemente un posto in cui la gente sa che c’è sempre qualcuno pronto ad accoglierla per due chiacchiere. Il nostro impegno sarà anche nella vicarìa. Apriamo la nostra vita alle persone che incontriamo», concludono i frati.

Intanto, la comunità e la vicarìa si preparano a dare loro il benvenuto. Domenica 17, alle 15.30, nella parrocchia di San Vittore, a Canale, verrà celebrata la Messa, animata dalla cantoria, alla presenza del vescovo monsignor Marco Brunetti, del parroco don Eligio Mantovani e dei sacerdoti della vicarìa. Al termine ci sarà un momento di festa comunitaria.

Elena Chiavero

 

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO   S. MESSA NELLA 3a GIORNATA MONDIALE DEI POVERI E ACCOGLIENZA IN DIOCESI DELLA NUOVA FRATERNITÀ DEI FRATI MINORI FRANCESCANI

OMELIA DEL VESCOVO MARCO

CANALE D’ALBA – Chiesa parrocchiale San Vittore, 17 novembre 2019

La speranza dei poveri non sarà mai delusa”. Queste parole del salmo 9 sono il tema che il Papa ha scelto per questa terza giornata mondiale dei poveri che oggi si celebra in tutte le chiese del mondo.

Ho scelto di celebrare questo appuntamento diocesano proprio qui a Canale nella vostra Parrocchia, che ringrazio per l’accoglienza e la disponibilità, in quanto oggi accogliamo in mezzo a noi una fraternità francescana di frati minori.

Il carisma francescano, così come l’ha voluto il serafico Francesco, racchiude in sé lo stile povero e l’accoglienza dei poveri.

La povertà di Francesco ha, dunque, un suo specifico e preciso volto, è una scelta essenzialmente evangelica; essa non precede ma segue la scelta primaria di totale adesione al Cristo. San Francesco, infatti, non vuole essere soltanto povero, ma conforme a Cristo: la sequela Christi – come dimostra la sua biografia dopo la conversione – è lo spogliarsi dei beni, è il non sentirsi padrone di alcunché, è la rinuncia a qualsiasi avere, dal momento che ogni forma di possesso può essere strumento o simbolo di potere. I suoi fratres Minores sono tali non tanto perché non possiedono nulla, perché sono completamente privi di qualsiasi elemento di supremazia.

Cari fratelli francescani Gabriele, Luca e Paolo grazie per essere giunti fra noi in questa diocesi, anzi bentornati a Canale dove la vostra presenza è ancora visibile nel convento dove ora risiedono le care monache adoratrici del Santissimo Sacramento.

La vostra presenza sarà per tutti noi uno stimolo in più a vivere la virtù della carità.

Che cosa significa celebrare questa giornata dei poveri?  Papa Francesco scrive nel suo messaggio:

Cari fratelli e sorelle, vi esorto a cercare in ogni povero che incontrate ciò di cui ha veramente bisogno; a non fermarvi alla prima necessità materiale, ma a scoprire la bontà che si nasconde nel loro cuore, facendovi attenti alla loro cultura e ai loro modi di esprimersi, per poter iniziare un vero dialogo fraterno.

Mettiamo da parte le divisioni che provengono da visioni ideologiche o politiche, fissiamo lo sguardo sull’essenziale che non ha bisogno di tante parole, ma di uno sguardo di amore e di una mano tesa. Non dimenticate mai che «la peggiore discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale» (ibid., 200).

I poveri prima di tutto hanno bisogno di Dio, del suo amore reso visibile da persone sante che vivono accanto a loro, le quali nella semplicità della loro vita esprimono e fanno emergere la forza dell’amore cristiano. Dio si serve di tante strade e di infiniti strumenti per raggiungere il cuore delle persone.

Certo, i poveri si avvicinano a noi anche perché stiamo distribuendo loro il cibo, ma ciò di cui hanno veramente bisogno va oltre il piatto caldo o il panino che offriamo. I poveri hanno bisogno delle nostre mani per essere risollevati, dei nostri cuori per sentire di nuovo il calore dell’affetto, della nostra presenza per superare la solitudine. Hanno bisogno di amore, semplicemente”.

Carissimi queste parole così belle del Santo Padre mi fanno dire due cose: la prima che la nostra attenzione ai poveri va aldilà di una soddisfazione esclusiva di bisogni materiali, ma deve farsi relazione, stile di vita, dimensione ordinaria della nostra vita cristiana. Non si può essere caritatevoli a tempo o ad occasione, ma sempre.

La seconda cosa che questa giornata non può essere esaustiva, quasi per metterci la coscienza a posto, ma deve essere la punta di un iceberg in quanto fa emergere una condivisione coi poveri di ogni tipo che ci accompagna durante tutto l’anno nella nostra attività ordinaria delle nostre comunità parrocchiali.

Vorrei oggi invitare tutta la diocesi a intraprendere una riflessione seria sul tema della carità sollecitati anche dalla mia lettera pastorale “Va e anche tu fa così” e aiutati dal sussidio preparato diligentemente dalla Caritas Diocesana che sarà presentato al prossimo consiglio pastorale diocesano dal titolo “Andiamo e facciamo così”.

Non possiamo essere comunità cristiane credibili se non viviamo e testimoniamo l’amore di Dio come hanno fatto i nostri Santi Patroni diocesani, Lorenzo e Teobaldo insieme a tanti altri santi della carità fino ai nostri giorni.

Vorrei condividere con voi una riflessione del carissimo don Tonino Bello, il quale in un suo incontro ebbe a dire:

Scegliere i poveri non significa organizzare l’assistenzialismo, moltiplicare i pacchi dono, allestire soccorsi di emergenza, tamponare le falle della miseria con i mantelli della beneficienza, coprire con le toppe della carità gli strappi della giustizia. Ci vuole anche questo intendiamoci. Però amare il fratello non significa assisterlo, significa promuoverlo”.

Ecco allora che dovrebbe scattare tutto un impegno grosso delle nostre comunità: quello della coscientizzazione dei più poveri, dell’accoglienza.

Ecco qui il discernimento, l’intelligenza tattica delle nostre comunità cristiane che non sono chiamate tanto ad allestire mense, ma ad aggiungere posti a tavola.

Le letture di questa domenica ci parlano della venuta del Signore nella parusia. Ma quando il Signore verrà è sull’amore che saremo giudicati e null’altro conterà. Né chi siamo, né quanto possediamo ma semplicemente quanto abbiamo amato, solo così entreremo nel suo Regno di amore e giustizia.

Affido questo nostro impegno a vivere ogni giorno la carità e questa fraternità francescana che si insedia al Santuario di Mombirone alla Madonna dei Poveri, affinché con Maria possiamo anche noi cantare: “…ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”. Amen.