«Uomo di dialogo e di pace». Così Papa Francesco ricorda Roger Etchegaray

«Uomo di dialogo e di pace». Così Papa Francesco da Maputo, capitale del Mozambico, dove è in visita, ha definito  il cardinale francese Roger Etchegaray, morto il 4 settembre 2019 a 96 anni nella cittadina basca di Cambo-les-Bains. Stretto  collaboratore di Giovanni Paolo II, impegnato in «missioni impossibili» di pace nel mondo, promotore di dialogo ed ecumenismo, è ricordato da Bergoglio come «consigliere ascoltato e apprezzato, soprattutto in situazioni difficili per la vita della Chiesa in diverse regioni del mondo, pastore amato dalla gente e uomo di profonda fede e con lo sguardo rivolto agli estremi confini della terra, sempre vigile nell’annunciare il Vangelo».

giornata del perdono 12 marzo 2000
Card.Roger Etchegaray,presidente del Comitato del Granda Giubileo dell’Anno 2000

Nel 1979 Giovanni Paolo II lo nomina cardinale – insieme al segretario di Stato Agostino Casaroli e all’arcivescovo di Torino Anastasio Alberto Ballestrero – e nel 1984 presidente dei Pontifici Consigli giustizia-pace e «Cor unum». Negli anni ha svolto un instancabile servizio a favore della pace, dei diritti umani e dei bisogni dei più poveri. Ha organizzato lo storico «incontro per la pace» di Assisi (27 ottobre 1986) tra i rappresentanti delle principali religioni e delle confessioni cristiane di fronte alle tensioni tra in blocchi Est-Ovest e alla paura di una guerra nucleare. Ha compiuto  importanti missioni diplomatiche: il 1° maggio 2002 a Gerusalemme per chiedere la pace in Medio Oriente; il 10 febbraio 2003 volò segretamente a Baghdad per incontrare Saddam Hussein e portargli una lettera del Papa per cercare di scongiurare la guerra in Iraq: analoga iniziativa Papa Wojtyla prende nei confronti del presidente Usa George W. Bush junior al quale manda il cardinale Pio Laghi, ex nunzio a Washington.

Presidente del Comitato centrale del Grande Giubileo del 2000, Papa Wojtyla ascoltava le sue idee e i suoi consigli, come quelli del «mea culpa» e la moratoria internazionale per il debito estero dei Paesi poveri.

Uomo di Dio; contemplativo attivo, aperto e socievole, sempre sorridente e dotato di fine umorismo. Sosteneva che: «Cristo non solo ci dona la pace, egli è la nostra pace. Pregare è la prova più sicura che abbiamo preso sul serio la pace. Il cammino per la pace è spirituale più che politico. Nessuna pace stabilita da un accordo potrà tenere se non sarà accompagnata dalla pace dei cuori. Solo Dio può addolcire i cuori induriti. Nessuna religione può pretendere di catturare Dio per metterlo nel proprio campo contro l’altro. Tutte le fedi sono chiamate a fare appello a Dio clemente e misericordioso».

Il 24 ottobre 2003 Torino fu attenta spettatrice dello straordinario dialogo-confronto «Pace oggi e sempre», al Centro incontri della Regione Piemonte in corso Stati Uniti, tra l’ex presidente sovietico Michail Gorbaciov e il cardinale Roger Etchegaray, nel quarantesimo dell’enciclica «Pacem in terris» (11 aprile 1963) di Giovanni XXIII, incontro propiziato dall’arcivescovo emerito cardinale Severino Poletto. L’ex capo sovietico definì con un sorriso Wojtyla «il più grande socialista del mondo».

Il 29 agosto 2019 a 95 anni si è spento anche il cardinale Achille Silvestrini, prefetto emerito della Congregazione delle Chiese orientali, esponente della grande tradizione diplomatica vaticana, al servizio della Chiesa e del Papa. Attento alle persone e ai giovani, prima che ai documenti,  per decenni  ha ricoperto, con scrupolo e rigore,  incarichi diplomatici. Stretto collaboratore dei Papi e dei segretari di Stato – Domenico Tardini, Amleto Giovanni Cicognani e Agostino Casaroli – ha avuto un ruolo importantissimo nella politica estera della Santa Sede, specie verso l’Urss e i Paesi comunisti.

Pier Giuseppe Accornero