L’omaggio della Diocesi a don Celestino Grillo

ALBA Venerdì 15 febbraio il vescovo di Alba, Marco Brunetti, ha presieduto la Messa esequiale per don
Celestino Grillo, deceduto la sera del 12 febbraio presso la Residenza di Rodello, dove era degente.
Don celestino era nato a Santa Vittoria nel 1929 e ordinato sacerdote nel 1952. Ha tascorso
trent’anni missionario in Brasile e nel 1996 è rientrato in Italia, continuando il suo ministero
sacerdotale nella parrocchia del Divin Maestro ad Alba. Gli ultimi anni li ha trascorsi a Rodello.
Riportiamo l’omelia di monsignor Brunetti.

 

Messa esequiale per don Celestino Grillo parroco emerito del Divin Maestro. Omelia del vescovo Marco
Alba – chiesa del Divin Maestro – venerdì, 15 febbraio 2019

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Queste sono le parole del Vangelo che abbiamo ascoltato che hanno segnato la vita del nostro caro confratello don Celestino Grillo e come
abbiamo anche sentito dal profilo della sua vita che ci è stato letto all’inizio della celebrazione.

Siamo in molti qui questo pomeriggio a ringraziare il Signore per aver donato alla sua Chiesa questo sacerdote che si è consumato fino alla fine, anche nel tempo della malattia e della sofferenza per il popolo santo di Dio che lui amava profondamente.

Il Vangelo ci aiuta a tratteggiare la figura di questo uomo di Dio che per tutti noi diventa un modello di vita cristiana. Don Grillo un discepolo, un missionario, un pastore.

Un discepolo: “Chiamati a sé i dodici discepoli….li inviò dopo averli così istruiti”. Potremmo riassumere così la sua prima parte della vita, il tempo della scelta vocazionale, della risposta piena e sincera al Signore, della formazione e del discernimento non facile illuminato dalla parola di Dio e
dal dialogo con il suo vescovo che lo ha portato a partire senza indugio convinto di fare la volontà di Dio.

Un missionario: “Ecco io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe” È il tempo della missione di quel periodo molto lungo circa trent’anni
passati in Brasile a Teofoli Otoni e non solo con gli altri confratelli albesi. Un periodo molto ricco e bello per la nostra “Diocesi senza frontiere”. La gioia di portare il Vangelo nella semplicità e nell’impegno quotidiano in una terra lontana ma ricca di speranza, servendo soprattutto i poveri e scoprendo il valore autentico del laicato e del sentirsi popolo di Dio sulla scia del concilio Vaticano II e realizzando le indicazioni dell’dell’Evangelii nuntiandi di san Paolo VI.

Un impegno missionario i cui frutti si raccoglievano anche ad Alba in uno scambio continuo di esperienze e incontri.

Un pastore: “rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa di Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi …. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
Sono gli anni vissuti qui al Divin Maestro come parroco e quindi pastore di questa comunità. Come tale ha saputo prendersi cura di tutto il gregge che gli era stato affidato, annunciando il Vangelo, celebrando la grazia dei sacramenti e testimoniando con forza la carità.

Credo che moltissimi di voi hanno un ricordo del suo ricco ministero di parroco fra la gente con quel taglio missionario che certamente si portava dietro dall’esperienza in Brasile.

Ma c’è un filo conduttore che lo ha accompagnato in tutta la sua lunga vita ed è quella parola evangelica con cui ho iniziato: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Lui era convinto di aver ricevuto grandi doni dalla provvidenza di Dio: la vita, la fede, la vocazione e quant’altro ed è per questo che si è fatto dono al Signore e alla Chiesa.

Non ha fatto una donazione, ma si è fatto lui stesso dono cioè amore per gli altri là dove il Signore lo ha chiamato ad esercitare il suo ministero. La nostra Chiesa ha bisogno di sacerdoti così di questa stoffa, capaci di farsi dono come avviene quotidianamente nelle nostre comunità. Chiedo al Signore che susciti nella nostra Chiesa preti così: discepoli, missionari e pastori e lo chiedo in particolare per i nostri tre diaconi che prossimamente saranno ordinati nella nostra diocesi.

Ogni mese recandomi a Rodello ad incontrare i nostri sacerdoti anziani e malati non mancavo mai di scambiare due parole anche con don Grillo, il quale mi incalzava dicendomi: cosa possiamo fare? Mi dia qualcosa da fare.

Era l’entusiasmo di chi ha voluto donarsi fino alla fine e anche la sua sofferenza di questi ultimi anni sono un dono fecondo per tutti noi i cui frutti non mancheranno.

Affidiamo a Maria, Madre dei sacerdoti e Regina degli apostoli, questo nostro caro fratello nel sacerdozio affinché possa entrare come servo buono e fedele nella pace del Signore risorto e cantare le lodi del Signore per l’eternità. Amen.

 

Vita di Celestino Grillo presbitero missionario Fidei Donum

Nato a Santa Vittoria il 06 – 04 – 1929 e battezzato (nato, per sua affermazione, da famiglia poverissima) Ordinato prete il 21 – 09 – 1952.

Nel 1952 Assistente al convitto, Economo del Seminario maggiore – assistente della Azione Cattolica e del CTG – assistente ONARMO, professore di religione e matematica in Seminario.

Cappellano del lavoro fino a fine 1965, (creando una intensa rete di amicizie). Ad un certo momento della sua vita ha trovato la frase del Vangelo che ha deciso la sua vita, dal Vangelo di Matteo cap. 10 versetto 8 “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

Pensava all’Africa con don Tablino, ma il Vescovo gli dice: “ se vuoi andare vai in Brasile perché là c’è già un nostro sacerdote don Monchiero che è ammalato e tu l’aiuteresti”. Padre Celestino accetta: molto bene.

Una cosa che sentiva dentro: “con i piedi per terra, con la gente… andare”. Ha frequentato il Corso di Formazione a Verona e parte in nave da solo il 18 dicembre del 1965. Arriva in Brasile il primo gennaio 1966. Ricoverato in ospedale per problemi ai piedi, non perde tempo e studia il portoghese, la domenica prima di uscire dall’ospedale, il Vescovo lo manda in parrocchia a “Frei Inocencio”, dove, a 95 chilometri da Teofilo Otoni, ha lavorato anche dove c’era padre Franco a Jampruca. Lavorano insieme.
L’anno dopo entra parroco in Cattedrale.

Non avevano casa, dormivano sulla tribuna della Cattedrale. Fu costruita la Casa di oraçao (l’Altavilla), il seminario. Nascevano le comunità di base, dove il popolo praticamente assumeva il suo
cammino, in un primo momento religioso, poi più avanti anche sociale, qualche volta con il processo inverso. Una delle cose forti della pastorale sono stati i “cursillos”.

Nel 1977 c’era un gruppo di preti albesi abbastanza consistente con don Lisa, inoltre poi arrivavano quelli del seminario di Alba. Per dare spazio a loro decidono di andare in un’altra diocesi Guarabira, 1980 Km a nord di Teofilo Otoni, nello stato di Paraiba. Con pe Pescarmona e pe Tarditi.
Guarabira, Pirpirituba, Bananeiras, Cacimba de dentro, Belem (l’amministrazione della città ha ordinato tre giorni di lutto cittadino). Aprendo il seminario, i gruppi di base soprattutto, le comunità di base, ha
lavorato molto, molto bene con i giovani alla scoperta di Gesù, nell’essere chiesa e missionari.

Nel 1990 viene di nuovo chiamato a Teofilo Otoni per la formazione in Seminario e lavora in Parrocchia.
dal 1996 Parroco al Divin Maestro fino al 2003. Dal 1999 al 2002 Padre spirituale in Seminario ad Alba.
Al compimento dei 75 anni di età, continua il suo lavoro con la Scuola della Nuova Evangelizzazione.

La scuola (metodo Gioc vedere-giudicare-agire) ha tre momenti, tre tappe, che durano diversi anni; la prima tappa è evangelizzazione, nel senso di conoscere partendo dalla realtà, vedere ciò che dice la parola di Dio.

La seconda tappa è vivere i sacramenti. La terza tappa è offrire agli altri, cioè la missionarietà dei laici. Conoscere, vivere e proporre, portare agli altri. “Arrivare attraverso i laici alle persone, a responsabilizzare: “uscite di casa, se avete niente da fare, se siete liberi, mezz’ora al giorno, per andare al supermercato a comprare i fiammiferi, solo per parlare con della gente. Questa evangelizzazione, commissione ad extra, la fanno i laici, non c’è nessuno che la possa fare”, diceva. I suoi libri popolari lo spiegano bene.

“Prima di tutto si va pensando di portare, e non si va pensando che si va ad imparare… costruire su un terreno che non sai che tipo di terreno è…prima di tutto legarsi molto alla realtà, dove si va, come sono, come non sono, perché, come vivono… e poi allora si può anche costruire”.

“Io penso che oggi il Fidei Donum non è più come quando siamo andati noi. Abbiamo visto delle Chiese, che possono insegnarci, io in Brasile ho imparato la Bibbia che non avevo mai imparato qui; poi stare con il popolo e gli animatori delle comunità, se io vado a portare la struttura della parrocchia che ho qui, sì posso anche andare avanti bene, ma faccio ridere”.

Dal 2012 è stato per un po’ aiuto esorcista. Dedicherà gli ultimi anni in San Giovanni con don Renato e poi alla Residenza, accompagnato con amore e rispetto da molte donne e uomini.

Don Agostino, don Tarditi, don Lisa, don Piero Tibaldi, pe Massimo Bonino, pe Sergio Stroppiana, pe Massimo Ferrio, don Renato Rosso, don Rinino, don Giacomo, le Suore Luigine e della Neve, Patrizia Manzone, il centro missionario e tutti noi ringraziamo il Signore che ci scalda il cuore con la Missione.
Con il dono dell’amicizia e del sorriso.

don Gino Chiesa