Messaggio natalizio alle religiose e ai religiosi della Diocesi

Carissimi fratelli e sorelle nella vita consacrata,

con gioia e riconoscenza desidero raggiungervi con questo messaggio natalizio ringraziando con voi il Signore per il dono della vostra presenza e testimonianza. Mi sento particolarmente vicino ai fratelli e alle sorelle che vivono momenti di prova a causa della salute e della fragilità della condizione umana. Gesù, che entra nel nostro mondo, assume su di sé le nostre fatiche e difficoltà immedesimandosi in profondità con ognuno. Possiamo allora dire che “è Natale ogni volta che riconosciamo con umiltà i nostri limiti e la nostra debolezza” (S. Teresa di Calcutta).

La parola di Dio ci indica che alcune persone incontrano il Bambino di Betlemme: i pastori, i Magi, l’anziano Simeone,… (cf. Lc 2,28): questi momenti sono positivi e fanno loro del bene; tornano con gioia ai loro impegni, dopo essere stati incontrati dal Dio fatto uomo ed aver scoperto la compagnia della sua presenza. È bello lasciarci raggiungere da Gesù Bambino riconoscendolo sempre nei momenti di gioia e di prova, nella quotidianità che ci è affidata. Fare spazio a Lui è affermare  il suo nome natalizio, l’Emmanuele: Dio con noi (cf. Mt 1,23). La sua presenza ci invita mantenere viva la sorgente delle nostre motivazioni più profonde, vivendo realisticamente il nostro presente, attraverso la cura della fortezza, della mitezza, della pazienza, della tenacia, della duttilità: veri doni natalizi.

L’Emmanuele, Dio con noi, interpella la propria donazione al Signore nella  vita consacrata. Papa Francesco la ricorda esortando con realismo alla concreta fraternità: “non si può rinnovare l’incontro col Signore senza l’altro: mai lasciare indietro, mai fare scarti generazionali, ma accompagnarsi ogni giorno, col Signore al centro. Perché se i giovani sono chiamati ad aprire nuove porte, gli anziani hanno le chiavi. E la giovinezza di un istituto sta nell’andare alle radici, ascoltando gli anziani. Non c’è avvenire senza questo incontro tra anziani e giovani; non c’è crescita senza radici e non c’è fioritura senza germogli nuovi. Mai profezia senza memoria, mai memoria senza profezia; e sempre incontrarsi” (Papa Francesco, omelia 2 febbraio 2018). Se Gesù viene a cercarci, siamo chiamati a riconoscerlo, incontrarlo e donarlo, in una prossimità che è di casa, lasciandosi continuamente abitare da Lui.

Buon Natale a tutte le vostre comunità, in unione di preghiera.

don Franco Ciravegna