Marco Margrita è il nuovo presidente del Movimento Cristiano Lavoratori 

MCL Venerdì 23 novembre, il Movimento Cristiano Lavoratori del Piemonte ha eletto il nuovo presidente regionale. Si tratta di Marco Margrita, giornalista, direttore di Echos Communication e del settimanale delle Terre d’Acaia “Il nuovo Monviso. 

Marco, che cosa è il Movimento Cristiano Lavoratori?

In estrema sintesi potrei rispondere: una presenza di testimonianza organizzata del Vangelo nel mondo del lavoro. Il Mcl è movimento di popolo e laico interprete nell’ambito sociale, come soggetto che dà rappresentanza ed edifica opere, dell’identità cattolica. Ha quasi mezzo secolo di vita: nato agli inizio degli anni ’70, in fedeltà al Magistero e in creativa difesa dello specifico cristiano, quando altre organizzazioni sceglievano in diversi modi di cedere a certe egemonie ideologiche. Vive nella Chiesa e nella società, particolarmente attento a dare un’incidenza pubblica reale all’originalità di proposta e giudizio che l’incontro con Cristo genera.Il Mcl è una realtà federativa che riconosce i principi di sussidiarietà e solidarietà (e conseguentemente si organizza), l’unità di base è il circolo. Il Movimento promuove poi tutta una serie di realtà di servizio: Caf, Patronato, ma anche supporto nella ricerca di lavoro per i giovani o risposte a famiglie o professionisti/titolari di partita Iva. Per richiamare il titolo dello saggio che sistematizza la nostra storia, realizzato in collaborazione con Università Cattolica: siamo “Nel mondo perché cristiani”. 

Come sei arrivato al MCL?

Mi sono avvicinato al Mcl partendo proprio da un’unità di base il circolo Impegno Sociale Valsusino, fondato con tanti amici in un momento in cui il mondo cattolico locale sembrava dare una definizione molto originale della Dottrina Sociale (se mi è consentita la battuta). Il mio predecessore Mauro Carmagnola, poi, mi ha introdotto negli organi provinciali e regionali. Di qui è nata la possibilità di collaborare, mettendo a disposizione la pochezza delle mie competenze giornalistiche, con il presidente nazionale Carlo Costalli, cui sono davvero grato per l’attenzione che mi ha sempre dimostrato, che ha proposto la mia cooptazione nel Consiglio Nazionale. In tempi più recenti, sono stato inserito nel Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Italiana Europa Popolare e ho potuto fare, sempre grazie alla presidenza nazionale, esperienze importante come la partecipazione a seminari internazionali della rete Eza (che unisce decine di organizzazioni di lavoratori cristiani) o la partecipazione lo scorso anno alla missione in Tanzania per conoscere da vicino le azioni della ong del Movimento, il Cefa. Al presidente Costalli debbo anche l’incontro con il professor Lorenzo Ornaghi, che mi ha poi proposto di far parte del Comitato scientifico della Fondazione De Gasperi.

Come e quanto è presente il MCL in Piemonte?

Il Mcl in Piemonte, nell’ultimo quadriennio, verificandone l’esigenza e raccogliendo l’indicazione dei suoi vertici, ha lavorato per un maggior radicamento sul territorio e nelle chiese locali oltre che sulla formazione. Credo che questa sia un’eredità importante, cui dare sistematicità e organicità con il coinvolgimento di tutti i rappresentanti locali.

Quali le linee programmatiche della tua presidenza?

Direi che dobbiamo interpretare una costante creatività nella fedeltà alla visione ideale che ci fonda e caratterizza. I cattolici troppo spesso – ma grazie allo sprone di Carlo Costalli noi abbiamo sempre agito in senso diverso – si dimostrano rinunciatari rispetto all’ipotesi di una presenza originale nella società, il nostro impegno deve andare in un senso di ricostruzione di un servizio al bene comune libero e forte nella nostra identità. Per fare un esempio, il nostro presidente ha promosso insieme allo storico leader laico di Cl Giancarlo Cesana l’appello “Sì all’Europa, per farla”, in vista delle consultazioni per il rinnovo dell’Europarlamento, che sta svolgendo un forte richiamo alla riscoperta delle europeismo popolare.