La Conferenza Episcopale Regionale si è riunita a Susa

SUSA Tutti i Vescovi erano presenti. Sono stati accolti mons. Marco Prastaro, Vescovo eletto di Asti e mons. Roberto Farinella, Vescovo eletto di Biella, non presente per motivi di salute. Il Presidente, mons. Cesare Nosiglia, a nome dell’intera Assemblea, ha rivolto una parola di ringraziamento a mons. Gabriele Mana e a mons. Francesco Ravinale, fino ad ora Vescovi di Biella e di Asti.

Il tema principale della riunione viene affrontato a partire da una relazione di mons. Bodo che fa il punto sul futuro dei seminari. I Vescovi, sentiti i superiori dei seminari, ritengono che la riflessione circa l’istituzione di due seminari interdiocesani abbia ancora bisogno di maturare e decidono che per il momento la situazione dei seminari e degli istituti teologici rimane invariata.

I Vescovi hanno incontrato alcuni Rappresentanti della CISM e dell’USMI e in particolare i loro Presidenti, Madre Giovanna Sartori e don Enrico Stasi che hanno presentato la situazione della vita religiosa in Piemonte e Valle d’Aosta, soffermandosi su alcune problematiche che vanno affrontate congiuntamente dalle Congregazioni religiose e dalle Diocesi (ad es. esclaustrazioni, alienazione di beni). Viene presentato ai Vescovi il testo rinnovato del Regolamento della Commissione mista regionale per la vita consacrata. Dopo il suo esame l’Assemblea provvederà ad approvarlo.

I Vescovi hanno poi approvato all’unanimità il testo recante Disposizioni disciplinari circa le cosiddette “Messe di guarigione” e il Messaggio in occasione della Giornata mondiale della salute mentale (10 ottobre 2018). Hanno espresso parere favorevole all’introduzione della Causa di Canonizzazione di Emilio Giaccone, laico consacrato della diocesi di Susa. Hanno approvato la proposta di ripartizione tra i due Tribunali ecclesiastici (l’interdiocesano piemontese e il diocesano di Alessandria) delle somme stanziate dalla CEI in favore della Regione Ecclesiastica Piemonte per i processi riguardanti le nullità matrimoniali. Hanno conferito a mons. Prastaro le deleghe per la Caritas e la Pastorale dei Migranti e a mons. Farinella quelle per l’Apostolato dei laici e per Sovvenire. Hanno designato il dottor Gustavo Giordana, economo della diocesi di Saluzzo, e don Renzo Cozzi, direttore dell’ufficio amministrativo della diocesi di Novara per il gruppo nazionale di economi e soggetti investiti di responsabilità amministrative che sarà ricostituito presso la Segreteria generale della CEI.

Mons. Brunetti ha relazionato circa la situazione dell’UNITALSI regionale. Mons. Sacchi ha interrogato l’Assemblea sull’opportunità di essere presenti al Salone del Libro di Torino nell’edizione 2019; i Vescovi si sono espressi favorevolmente, chiedendo però di conoscere prima condizioni e costi. Mons. Olivero ha relazionato sull’attività dell’ufficio e della consulta regionale per i Beni culturali.

Al termine dei lavori è stato predisposto il calendario delle attività CEP per il nuovo anno 2019.

CONFERENZA EPISCOPALE PIEMONTESE

 

MESSAGGIO DEI VESCOVI DEL PIEMONTE E VALLE D’AOSTA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE MENTALE

(10 ottobre 2018)

Sono passati quarant’anni dalla Legge n.180/78, detta anche “Legge Basaglia”.

Una riforma con grandi e positive novità: abbattere le mura e ritornare al territorio, alla comunità;  ribadire la possibilità concreta di cura e riabilitazione partendo dalla fiducia e dalla valorizzazione della persona umana;  superare lo stigma e l’avversione verso i soggetti che portano i segni della sofferenza psichica.

Molte problematiche però, nonostante le buone intenzioni iniziali ed indubbi miglioramenti, sono ancora presenti, prima fra tutte la situazione delle famiglie che debbono convivere, oscillando tra difficoltà,  disperazione e qualche momento di speranza, con un proprio caro colpito da disturbo mentale.

Ogni persona ha bisogno di relazione, specialmente nelle situazioni di maggiore fragilità, anche quando sembra preferire isolamento e fuga, quando comunica con gesti o parole la sofferenza causata dal disturbo mentale. La forzata solitudine, l’isolamento, l’indifferenza spingono molti individui e famiglie (alcune ormai giunte alle risorse residue, spesso in condizioni sociali ed economiche disagiate) verso il deterioramento della loro condizione mentale che può declinare in depressione, ansia, forme psicotiche.

Le Comunità cristiane hanno un compito importante: realizzare «una città abitabile, dove non ci si senta indotti a vivere la paura dell’altro, ma se mai la gioia dell’incontro e il desiderio di sperimentare relazioni positive”. (Card. Carlo Maria Martini).

Promuovere solidarietà  e accoglienza significa promuovere salute mentale. Contrastare la cultura della scarto significa favorire la salute mentale. Come scrive Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato si’: «Se teniamo conto del fatto che anche l’essere umano è una creatura di questo mondo, che ha diritto a vivere e ad essere felice, e inoltre ha una speciale dignità, non possiamo tralasciare di considerare gli effetti del degrado ambientale, dell’attuale modello di sviluppo e della cultura dello scarto sulla vita delle persone» (n.43).

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, invitiamo le Comunità cristiane alla preghiera ed alla riflessione su questi temi così carichi di umanità e desideriamo stimolare a scelte coerenti di vicinanza verso questi  fratelli e sorelle più fragili e le loro famiglie.

 

CONFERENZA EPISCOPALE PIEMONTE E VALLE D’AOSTA DISPOSIZIONI DISCIPLINARI CIRCA LE COSIDDETTE “MESSE DI GUARIGIONE”

“La preghiera che implora il riacquisto della salute è una esperienza presente in ogni epoca della Chiesa, e naturalmente nel momento attuale. Ciò che però costituisce un fenomeno per certi versi nuovo è il moltiplicarsi di riunioni di preghiera, alle volte congiunte a celebrazioni liturgiche, con lo scopo di ottenere da Dio la guarigione. In diversi casi, non del tutto sporadici, vi si proclama l’esistenza di avvenute guarigioni, destando in questo modo delle attese dello stesso fenomeno in altre simili riunioni. In questo contesto si fa appello, alle volte, a un preteso carisma di guarigione” (CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE [CDF], “Istruzione circa le preghiere per ottenere la guarigione da Dio” , 14 settembre 2000, Introduzione).

Anche nelle nostre diocesi si è diffusa non poco 1a prassi, da parte di alcuni sacerdoti, di indire riunioni periodiche di preghiera volte a ottenere la guarigione, sovente anche congiunte a celebrazioni liturgiche, ovvero quelle che erroneamente sono definite “Messe di guarigione”.

Tali celebrazioni è tuttavia necessario che siano condotte e vissute nel rispetto della normativa liturgica. In particolare occorre che nel loro svolgimento non si favorisca o non si pervenga, soprattutto da parte di coloro che le guidano, a forme simili all’isterismo, all’artificiosità, alla teatralità o al sensazionalismo.

 

PERTANTO

 

considerato che il Vescovo diocesano ha il diritto di emanare norme per la propria Chiesa particolare sulle celebrazioni liturgiche, ai sensi del can. 838 § 4 del Codice di Diritto Canonico, tenendo conto delle norme già emanate in materia dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (cf CDF, “Istruzione circa le preghiere per ottenere la guarigione da Dio”, 14 settembre 2000) da osservare scrupolosamente,

 

SI DISPONE QUANTO SEGUE

 

  1. Chi intende programmare celebrazioni liturgiche con lo scopo di invocare da Dio la guarigione (in specie, le cosiddette “Messe di guarigione”) deve richiedere e ottenere un permesso esplicito e scritto da1 Vescovo diocesano, anche se proposte o partecipate da Superiori di Istituti religiosi, Vescovi o Cardinali. In tale richiesta, da farsi annualmente, si dovrà indicare il tempo e il luogo della celebrazione.
  2. Sono da escludersi fin d’ora celebrazioni mensili; non sono inoltre consentite tali celebrazioni nelle domeniche o nelle solennità.
  3. Non è consentito ai sacerdoti presiedere o concelebrare in tali celebrazioni fuori della propria parrocchia o diocesi.
  4. Nella celebrazione della Messa, dei Sacramenti e della Liturgia delle Ore non è consentito introdurre preghiere di guarigione, liturgiche e non liturgiche. Durante le celebrazioni è data invece, la possibilità di inserire speciali intenzioni di preghiera per la guarigione nella preghiera universale o “dei fedeli”, quando questa è in esse prevista.
  5. Nel caso di celebrazione eucaristica autorizzata ci si atterrà unicamente a questo schema:
  6. a) Quanto alle orazioni: nel rispetto della normativa circa l’uso delle Messe votive o “Per varie necessità”, si useranno solo formulari presenti nel Messale Romano;
  7. b) Quanto al Rito della Messa ci si attenga fedelmente al Messale Romano, evitando ogni abuso o indebita creatività (cfr. CONGREGAZIoNE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCPLINA DEI

SACRAMENTI Istruzione Redemptionis Sacramentum del 25 marzo 2004).

  1. c) È data la possibilità, al termine della Messa di proporre l’adorazione eucaristica e di concludere con l’unica benedizione eucaristica dal presbiterio. Si ricorda comunque che è vietata l’esposizione del SS. Sacramento unicamente per impartire la benedizione (Cfr. Rito della Comunione fuori della messa e culto eucaristico, Praenotanda, n. 97).
  2. d) Quanto all’eventuale gesto di imposizione delle mani e preghiera di benedizione, si seguirà unicamente quanto previsto dal Benedizionale utilizzando il cap. VI «Benedizione dei malati» al n. 244 con relativa preghiera.

 

Inoltre, si ricorda che:

 

    Il ministero dell’esorcismo deve essere esercitato solo da presbiteri e in stretta dipendenza dal Vescovo diocesano, ovvero con espressa licenza, a norma del can. 1172, della Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede del 29 settembre 1985 e del «Rito degli esorcismi e preghiere per circostanza particolari», in vigore dal 31 marzo 2002.

    Le preghiere di esorcismo, contenute nel “Rito degli esorcismi e preghiere per circostanza particolari», devono restare distinte dalle celebrazioni “di guarigione” liturgiche e non liturgiche.

    È assolutamente vietato inserire tali preghiere di esorcismo nella celebrazione della Santa Messa, dei Sacramenti e della Liturgia delle Ore.

 

Infine si ricorda che “l’intervento d’autorità del Vescovo diocesano si rende doveroso e necessario quando si verifichino abusi nelle celebrazioni di guarigione, liturgiche e non liturgiche, nel caso di evidente scandalo per la comunità dei fedeli, oppure quando vi siano gravi inosservanze delle norme liturgiche e disciplinari” (CDF, Istruzione, n.10).

 

Le presenti disposizioni, approvate all’unanimità dai Vescovi del Piemonte e della Valle d’Aosta riuniti in assemblea a Susa il 18 settembre 2018, entrano in vigore il 1° ottobre 2018.

 

Mons. Cesare Nosiglia, Presidente

Arcivescovo di Torino

 

Mons. Franco Lovignana, Segretario

Vescovo di Aosta