Vita, amore e fede al centro del dibattito dei teologi nel congresso nazionale a Torino

Quattro giorni dedicati al confronto su  “Sessualità. Differenza sessuale. Generazione. A cinquant’anni da Humanae vitae”.  Un tema “significativo, che richiede studio, sapienza e capacità autentica di discernimento”, come ha sottolineato, nel suo saluto di avvio dei lavori,  il teologo Roberto Repole, presidente dell’Ati.

Si tratta del  XXVII congresso nazionale dell’Atism, l’associazione a cui aderiscono i  teologici per la studio sulla morale,  in corso a Torino (3-6 luglio al Valdocco).

«Tutte le tematiche che stiamo affrontando in questo incontro  – spiega Basilio Petrà, presidente Atism – sono  al centro del dibattito e del vissuto contemporaneo, specialmente in ambito occidentale. Con  questo congresso abbiamo la possibilità di convogliare risorse intellettuali  e spirituali per  fare il punto della situazione e su  quanto si possa rispondere adeguatamente alle sfide contemporanee osservando tutta la prospettiva valoriale, ma anche aprendosi alle nuove realtà. La nostra preoccupazione è quella di riuscire ad andare incontro al vissuto dei credenti»

Ha aperto i lavori una tavola rotonda pubblica, martedì pomeriggio, su “Persone e affetti, legami e fecondità” spunti interessanti di lettura del contesto in cui viviamo sono stati offerti dal sociologo Franco Garelli, da mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e  vicepresidente Cei che  ha  posto l’accento sul fatto che  siamo in un contesto culturale che ha due gravi problemi:  «Il primo riguarda il rapporto tra affetti e scelta di vita. Un tempo affetto, scelta di vita  e fede andavano insieme,  ma  era un  contesto di cultura e di ambiente di cristianità differente da oggi.  Adesso questo passaggi vanno tutti accompagnati e fatti crescere insieme».

Brambilla ha poi indicato che il secondo dato culturale  per  cui è difficile far passare “la visione cristiana, l’antropologia cristiana, è la difficoltà  a comprendere la polarità maschio-femmina”, è necessaria  quindi <una riflessione rigorosa e poi  una  elaborazione dei linguaggi che tenga conto della prospettiva antropologica e che questa prospettiva ha una dimensione storica. La prospettiva antropologica  – sostiene – deve coordinare affetto, emozione sentimento, scelta di vita, scelta di vita stabile, fede e sacramento >.  Altro contributo alla riflessione, guidata da Salvatore Cipressa, segretario Atism,  è stato offerto dalla psicologa Anna Bertoni, docente all’Università cattolica di Mila.

Durante il congresso si svolgerà anche l’assemblea per il  rinnovo  dei vertici.