I seminaristi del Piemonte riuniti alla Sacra di San Michele

Mercoledì 2 maggio 2018 i seminaristi di tutto il Piemonte si sono dati appuntamento per la quarantaduesima edizione della Giornata dei seminaristi del Piemonte e della Valle d’Aosta. Questa giornata annuale, che l’anno scorso si era svolta ad Alba, è un’occasione per noi seminaristi per incontrarci, conoscerci e pregare insieme, visitando luoghi significativi della nostra regione.

42° Giornata dei Seminaristi Piemontesi alla Sacra di S. Michele

La meta di quest’anno è stata la Sacra di San Michele, splendido monumento e simbolo del Piemonte, che dall’imbocco della Val di Susa domina la regione e che mercoledì pareva galleggiare come un veliero in un mare di nebbia. Dopo la visita, siamo saliti per il grande scalone che si arrampica nella roccia e ci siamo riuniti nella chiesa della Sacra per celebrare l’Eucaristia, presieduta dal vescovo di Susa, monsignor Alfonso Badini Confalonieri, e concelebrata da altri vescovi, tra cui il nostro vescovo Marco, dai rettori dei Seminari e da alcuni novelli sacerdoti. Monsignor Badini Confalonieri nell’omelia ha paragonato l’imponente Sacra alla Chiesa, poiché entrambe sono salde sulla roccia da secoli: così anche noi seminaristi dobbiamo fondare il nostro futuro servizio nella Chiesa, ancorandoci alla roccia del Vangelo di Cristo.

Al termine della Messa, ci siamo trasferiti per il pranzo alla Certosa di Avigliana, un tempo monastero certosino, ora struttura gestita da Libera, associazione fondata da don Luigi Ciotti. Nel pomeriggio alcuni volontari, ci hanno guidati nella visita alla Certosa, egregiamente restaurata e ci hanno spiegato le finalità a cui oggi è destinata e le iniziative che Libera vi svolge a favore soprattutto dei giovani.

La giornata si è conclusa nella chiesa parrocchiale di Avigliana con la celebrazione del Vespro, presieduto da monsignor Francesco Ravinale, vescovo di Asti, il quale ci ha esortati ad avere fiducia in Dio e nella Vergine Maria, ad affrontare la sfida che il nostro tempo ci impone di essere non “tanti sacerdoti, ma santi sacerdoti”.

Maurizio Penna