Scambio di auguri in curia con il Vescovo Marco

Nella mattinata di mercoledì 20 dicembre, i responsabili degli uffici diocesani si sono radunati in Curia per scambiare gli auguri natalizi con il Vescovo Marco Brunetti.

Al saluto inziale di don Claudio Carena, a nome di tutti i presenti, che riportiamo, è seguito l’augurio di monsignor Brunetti che ha ringraziato tutti per l’impegno pastorale profuso e per l’aiuto datogli nella guida della Diocesi. Una Chiesa, quella albese, che vuole dare risalto alla collaborazione tra laici e clero, e che si sta riorganizzando anche con la riunificazione in Curia di tutti gli uffici diocesani, in modo che l’episcopio venga considerato la casa di tutti. Il Vescovo ha insistito sulla necessità di essere positivi, di guardare avanti e spendere la ricchezza di carismi presenti nella nostra Chiesa locale. Nei quasi due anni passati in Alba, monsignor Brunetti ha detto di aver privilegiato l’incontro con le persone e le realtà locali, notando una grande vivacità ecclesiale, umana e culturale che rende meno pesanti i problemi, che pure esistono, di tanti. Il Vescovo ha annunciato alcune iniziative diocesane che caratterizzeranno il prossimo anno, a partire già da gennaio, tra cui le celebrazioni per gli anniversari di don Natale Bussi e di san Giovanni Paolo II.

 

Carissimo mons. Vescovo,

a nome di tutti i presenti, del Vicario Generale, dei Vicari Episcopali, dei Direttori degli Uffici diocesani e dei loro collaboratori, del personale e di tutti coloro che svolgono un servizio in Curia, mi rivolgo a Lei in modo semplice e familiare per augurarle un Santo Natale e giorni di festa sereni, intensi e fruttuosi.

Lo faccio in modo ufficiale, nella speranza e con l’intento, però, di non essere formale.

Mentre cercavo di raccogliere qualche idea per questo mio intervento, mi sono chiesto che cosa si possa augurare ad un Vescovo, al di là delle formule consuete. E ho pensato che l’augurio più concreto e più efficace potrebbe essere quello che ciascuno di noi vorrebbe rivolgere alla nostra Diocesi della quale Lei è Pastore e di cui noi siamo collaboratori nel servizio, perché possa essere sempre di più una Comunità ecclesiale evangelica, sinodale, profetica ed ospitale.

Per formulare più concretamente questo augurio, prendo in prestito tre tratti che caratterizzano la figura del Battista, uno dei grandi Profeti dell’Avvento, il Precursore del Messia.

 

  1. Venne un uomo mandato da Dio… per dare testimonianza alla luce” (Gv 1,6-7). Con questa pennellata, l’Evangelista Giovanni, che non sciupa mai una parola e carica ogni frase di una luce preziosa di verità, ci consegna non soltanto un’informazione relativa ad un fatto avvenuto, ma anche una vocazione che raggiunge ed interpella tutti noi. Venne un uomo… è un invito e un augurio a riscoprire e valorizzare tutta l’umanità della nostra fede, ad essere pienamente ed autenticamente “uomini” con tutto ciò che questo comporta, e ad un tempo, a farci prossimo di ogni uomo e di ogni donna, icone viventi di Cristo. Soprattutto dei fratelli e sorelle feriti dalla vita, le cui piaghe – come ci ricorda spesso papa Francesco – sono la carne viva e dolorante del Signore Gesù. Venne… per rendere testimonianza alla luce: ad ogni credente è affidato questo ministero profetico del Battista: essere testimoni di luce, sentinelle del positivo, trasparenza di un Dio che “ha fatto risplendere la vita” (cfr. 1 Tm 1,10) e che, come ha detto qualcuno, “continua a seminare frammenti di sole dentro le vene oscure della storia” (Ermes Ronchi). Certo, se guardiamo la realtà con occhio disincantato verrebbe la tentazione di essere profeti dell’ombra, del degrado, dello sfascio che pure assedia il mondo. Anche la nostra bella Alba, da molti ritenuta ancora un’“isola felice”, è attraversata da tante contraddizioni: i numeri di recenti statistiche parlano da soli, e sono semplicemente impietosi! Mille alloggi sfitti in Città e decine di famiglie in ricerca disperata di un tetto; 2.204 euro pro capite (neonati e anziani compresi) spesi annualmente nel gioco d’azzardo. Un cane ogni otto persone… pochissimi bambini! Le chiese sempre più vuote, i preti sempre più vecchi… Numeri e fatti che interrogano, che inquietano forse, ma che non ci autorizzano a farci rubare la speranza! “Venne un uomo mandato da Dio… per dare testimonianza alla luce”. Carissimo mons. Vescovo, Lei, io, noi tutti… siamo questo “uomo mandato”. Ognuno è voce e sillaba della Parola che afferma che il mondo si regge su un Principio di bene e che – come diceva un filosofo orientale – “vale molto di più accendere una lampada – anche piccolissima – che maledire mille volte la notte” (Lao Tse). In questo, Eccellenza, Lei ci precede e ci incoraggia, perché riesce sempre a vedere il bene che c’è già e a farlo notare; è costante il suo apprezzamento per la dedizione infaticabile di tanti sacerdoti, qui e in “terra di missione”; per la partecipazione intelligente e fattiva dei laici; per le strutture diocesane e parrocchiali; per l’impegno vivace e creativo dell’Azione Cattolica e di tante altre Associazioni… e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
  2. In secondo luogo il Battista ci suggerisce di amare il “deserto”, cioè di cercare e creare spazi di silenzio, di essenzialità, di sobrietà; momenti di raccoglimento, oasi di interiorità, per non essere soffocati dal ritmo frenetico e dal rumore assordante dei nostri giorni, ed anche per non cedere alla tentazione della pastorale degli eventi, forse efficiente, ma non raramente inefficace. Una Chiesa obesa d’incontri, di celebrazioni, di giornate…, ma lontana dalla vita della gente e dai suoi problemi. Un noto cantautore italiano dice in un suo testo: “Il silenzio è la dieta dell’anima” necessario per arrivare al cuore delle cose, di noi stessi e della vita.
  3. Ed infine, il Battista ci consegna un terzo impegno che oggi trasformiamo in augurio: vivere nell’umile sentire di sé. “Io non sono degno di sciogliere i legacci dei suoi sandali” – disse Giovanni riguardo a Gesù (Mc 1,7); e ancora “Egli deve crescere, io invece diminuire!” (Gv 3,30).

Con una suggestiva immagine Madre Teresa di Calcutta commentava: “Noi dobbiamo essere come il vetro. Il vetro più è vetro e meno si vede. Così dobbiamo essere noi: dobbiamo essere umili (trasparenti) per lasciare vedere Cristo in noi”.

 

Mi perdoni, carissimo mons. Vescovo, se con la scusa degli auguri ho fatto la predica. Ma ciò che ho cercato di dire è quanto mi sta veramente a cuore; è quello che vorrei riuscire personalmente a vivere anche se tra innumerevoli infedeltà.

Auguri vivissimi, dunque a Lei, alla sua cara mamma e ai suoi familiari, a tutti i presenti e alla nostra santa Chiesa albese. Il Natale di Cristo inondi di luce i nostri cuori e i nostri cuori rinnovati si muovano a contagiare di luce il mondo intero! Grazie! Buon Natale!

 

Alba, 20 Dicembre 2017

don Claudio Carena,

Vicario Episcopale per la pastorale e la formazione