Don Zurra: “La formazione è vitale per le nostre Diocesi”

ALBA Il Seminario è stato il teatro dell’incontro di formazione del clero di martedì 10 ottobre. Ecco gli interventi dei tre relatori:

Sognare la Chiesa e la scuola interdiocesana che ci potrebbe servire

Da più di 40 anni le cinque diocesi del cuneese camminano insieme attorno alla scuola teologica di Fossano. Ne abbiamo parlato alla formazione del clero con don Luca Margaria, direttore dello Studio Teologico Interdiocesano (STI) e con don Duilio Albarello, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSR). Raccogliamo alcune suggestioni scaturite dall’incontro.

Avere orecchio per le cose umane

L’intervento di don Albarello ha preso le mosse da Evangelii Gaudium n. 115, in cui si legge: “la grazia suppone la cultura e il dono di Dio si incarna nella cultura di chi lo riceve”. E’ un passaggio decisivo, nuovo, perché richiede l’uscita dall’idea secondo la quale la fede e la cultura sarebbero due realtà separate, incomunicabili. In realtà, proprio a partire dall’annuncio dell’incarnazione di Dio, non esiste fede se non dentro i contorni di una cultura, di una maniera di abitare il mondo, senza la quale il Vangelo rimarrebbe privo di carne, privo della sua risonanza di buona notizia per ogni volto e per ogni storia. Per troppo tempo, ricorda don Duilio, questo equivoco ha portato ad un cattolicesimo ripiegato su se stesso, lontano dalla vita reale, aggrovigliato nell’intimismo e nel devozionismo. Qual è dunque il compito della teologia? E’ la riflessione critica che sta al servizio di questo rapporto pratico, vivente, sempre da rinnovare, tra la Scrittura e la cultura. La fede adulta è la capacità di discernere biblicamente la Parola di Dio nelle parole dell’uomo, a servizio di una Chiesa dai molti volti, nella quale ciascuno viene educato alla corresponsabilità nella misura in cui “ha orecchio per le cose umane”. Soltanto in esse, infatti, secondo Evangelii Gaudium 115, è riconoscibile l’annuncio evangelico.

Don Duilio Albarello

Il salutare “pianto” del seminatore

Don Luca Margaria inizia invece il suo intervento citando il salmo 115: “Nell’andare se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare viene con giubilo, portando i suoi covoni”.    Ricorda che in un suo viaggio in Africa aveva capito che cosa significhi quel pianto: seminare vuol dire consegnare alla terra quel poco che si ha in bocca per vivere. Eppure solo così prima o poi si gioisce per il frutto che verrà. Spesso – continua – investire come Chiesa sulla formazione in tempi di “vacche magre” ci può far piangere, farci pensare che sia una perdita di tempo rispetto ad altre presunte urgenze. Mai come oggi, invece, è arrivato il tempo della pazienza del contadino che sa investire su ciò che ancora non vede.

Don Luca Margaria

Un sogno per la scuola di Fossano

Ecco, dunque, un sogno per il futuro delle nostre diocesi: rilanciare la scuola di Fossano, grazie alla quale le nostre Chiese si sono forgiate nel lavorare insieme, perché diventi un laboratorio di formazione tramite cui ripensare la pastorale, l’immagine di Chiesa, il senso della fede nella cultura di oggi e nei comuni ambienti di vita. Il sogno è quello di un luogo in cui potersi incontrare alla pari, presbiteri, religiosi e laici, per imparare a portare i pesi gli uni degli altri, per respirare una reale esperienza significativa di Chiesa, per aiutare gli uffici pastorali a dialogare e a progettare insieme; una scuola non per addetti ai lavori, ma che permetta ad ogni soggetto ecclesiale, con percorsi diversificati, di appassionarsi al Vangelo e di contribuire in modo creativo all’edificazione della comunità cristiana. Anche il ministero ordinato, lungi dal perdere il proprio compito, non potrà che trarne giovamento, diventando più vivibile e sentendosi meglio inserito all’interno di una chiesa viva e sempre più sinodale.

Sognare si può, ma senza dimenticare che qualcuno ha già iniziato a realizzare questo sogno: i docenti che lavorano insieme, i tanti laici che frequentano o hanno frequentato la scuola, lo sforzo attuale di far dialogare gli istituti tra loro e di meglio raccordare la formazione a Fossano con la vita quotidiana delle chiese locali. E’ necessario, però, che tutto questo sia maggiormente condiviso, comunicato, rilanciato, voluto, rinunciando a qualcosa di proprio per far maturare un progetto comune. E’ vero! Mentre si semina si “piange” sempre, ci vuole coraggio, ma solo così è possibile preparare un futuro di buoni frutti per le nostre comunità cristiane.

Don Gianluca Zurra

Don Gianluca Zurra