Due domeniche dedicate alla Parola

ALBA Quello del lettorato è il primo dei ministeri istituiti. Tale servizio alla Parola di Dio ha origini molto remote ed è ricordato già nei primi documenti della vita della Chiesa come la Prima apologia di Giustino (circa 150 d.C.) e la Traditio apostolica dello Pseudo Ippolito (circa 215 d.C.).

Anticamente legato alle esigenze di comunità nelle quali l’analfabetismo era molto diffuso e in cui erano quindi di importanza fondamentale figure come quelle degli scrivani e dei lettori.

Dopo il X secolo il lettorato subisce una decadenza dovuta all’estensione generalizzata del ruolo di lettura nella celebrazione, alla diffusione della Messa cosiddetta “privata”, in cui il presbitero da solo assommava su di sé tutte le funzioni e recitava tutte le parti, e all’inserimento della figura del lettore come tappa o “porta di ingresso” nel clero, e quindi via di accesso a ulteriori gradi, con la conseguente riserva agli uomini in cammino verso il ministero ordinato (diaconatoepresbiterato).

È grazie a Paolo VI con il motu proprio Ministeria quaedam del 1972 che il lettorato viene ripensato come un ministero (cioè un servizio ecclesiale) permanente, che viene conferito a fedeli
laici attraverso un’apposita celebrazione rituale che li istituisce al servizio della Parola di Dio da proclamare nella liturgia e da far risuonare nella catechesi e nelle varie forme di annuncio. In altri
termini,il lettore è a servizio della Parola, chiamato a dare voce alla Scrittura nell’azione liturgica. L’annuncio è essenziale alla fede, è il mezzo di cui si serve Dio per dire al suo popolo“Ascolta!”.La comunità cristiana affida questopreziososervizioapersone scelte per dare corpo alla Parola scritta trasformandola in Parola viva: quando essa risuona nella liturgia «è Cristo stesso che parla»

(SacrosanctumConcilium 7).