Iniziato il viaggio del Vescovo Marco Brunetti in Brasile per incontrare i missionari dell'albese

 Il Viaggio sarà seguito passo a passo sul sito di Gazzetta d’Alba www.gazzettadalba.it
 
ALBA Il Papa invita tutti i fedeli a una nuova stagione evangelizzatrice: andare verso tutti è la forza trainante di questo dinamismo fondamentale della Chiesa. L’ansia di evangelizzare ai «confini», testimoniata da missionari santi e generosi, aiuta tutte le comunità a realizzare una pastorale in uscita, un rinnovamento delle strutture e delle opere.  L’azione missionaria è paradigma di ogni opera della Chiesa (cfr. Evangelii gaudium, 15)”.

L’allargamento dello sguardo verso un orizzonte planetario aiuterà le nostre comunità a non chiudersi nel qui e ora della loro situazione e consentirà di attingere risorse di speranza e di intuizioni apostoliche nuove guardando le realtà spesso più povere materialmente, ma nient’affatto tali a livello spirituale e pastorale”.

La missione universale è una risorsa per la pastorale, un sostegno alle comunità nella conversione di obiettivi, metodi, organizzazioni, e nel rispondere con la fiducia al disagio che spesso esse avvertiamo. Questa intuizione ha il sapore del Vangelo, eppure percepiamo indolenza e pigrizie, mediocrità e rassegnazione.

La missione “ad gentes” oggi a stento sprigiona la sua forza rinnovatrice per le nostre comunità; forse quanti operano nelle comunità (il popolo di Dio nei vari ministeri, compresi i pastori) non sono così convinti del valore della missione verso tutti?

Chiesa povera con e per i poveri

L’evidenza inquietante della povertà che la “missio ad gentes” viene ad intercettare segnala la “capacità” della Chiesa di evangelizzare i poveri, ma prima ancora di vederli e accoglierli: si sta con loro, si mangia con loro, si prega e si pensa con loro, si annuncia loro il Vangelo, da loro si è evangelizzati.

Una Chiesa che si apre e invia suoi figli alle genti ritrova se stessa come Chiesa apostolica, consacrata e mandata, come Gesù di Nazareth in Lc 4, ad “evangelizzare i poveri”. Il fuoco della missione introduce nella Chiesa una rinnovata familiarità con i poveri quali destinatari dell’annuncio la Chiesa va, “consacrata” ad evangelizzare i poveri e ricondotta dai poveri alla sua povertà: “senza portare nulla”, sempre coraggiosa e libera.

Nel mondo

“Il campo è il mondo”, come luogo del nostro camminare ecclesiale, del nostro andare missionario: “Abbattere i i muri che ci impediscono di ascoltare i linguaggi della vita e della fede di questi “altri” (i migranti di ogni popolo) nella loro novità/ricchezza.

Veramente cattolici, dunque. Senza ritenerci gli unici all’altezza del Vangelo, senza sguardi di sufficienza e di paternalismo nei confronti delle Chiese giovani, quasi considerando queste Chiese come “satellitari” rispetto al centro (che saremmo noi) e sentendole come “minori” rispetto alla qualità della nostra vita cristiana.

Nel mondo individuiamo situazioni concrete che richiedono la nostra attenzione e il coraggio di uscire, non tanto per risolvere problemi, ma più per testimoniare fraternità.

Che cosa possiamo fare concretamente per annunciare il vangelo nella nostra situazione attuale?

Quali conversioni dobbiamo attuare alla luce del Vangelo: quali modi di pensare, atteggiamenti da maturare, comportamenti da assumere?

Quali esperienze positive di chiesa con le porte aperte conosciamo?

Nel solco di “Diocesi senza frontiere” cerchiamo risposte andando ad incontrare don Lisa nella sua condizione di estrema fragilità e semplice accoglienza, Padre Piero Tibaldi impegnato nelle Pastorali sociali, nella difesa della dignità dei minori, delle sorgenti di acqua per tutti e nella Cattedrale di Teofilo Otoni.

Incontriamo Padre Luis Pescarmona, indomito difensore dei diritti ad avere una terra per vivere e ora impegnato nella accoglienza di ragazze a rischio nella Comunità Talita. Intercetteremo Padre Massimo Bonino, e la sua sensibilità sociale verso la terra e le cure naturali che essa offre, dialogheremo con lui sulla formazione dei laici e di giovani orientati al ministero presbiterale.

Con Padre Sergio Stroppiana visiteremo comunità rurali e gruppi di ragazzi accompagnati con laboratori e altre iniziative che li tolgono dalla strada.

Incontreremo i loro Vescovi e rafforzeremo la Cooperazione tra le Diocesi di Alba, Teofilo Otoni, Guarabira, Floresta, Juazeiro e Diamantina.

Andiamo ad incontrare una chiesa che è un popolo per tutti

Poiché Dio non salva l’uomo isolatamente, ma convoca un popolo unito in una fraternità che va oltre le differenze sociali, religiose, nazionali (cfr. Gal 3,28; EG 113).

La Chiesa dev’essere il luogo della misericordia gratuita, dove tutti possano sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo».

(EG 114).

Un popolo dai molti volti unito nella diversità dei diversi modelli culturali.

Andiamo a respirare a pieni polmoni, calore estivo permettendo, che tutti siamo discepoli missionari. L’impegno personale di ognuno a vivere l’evangelizzazione è chiaro che chiede anche una formazione, perché abbiamo bisogno di migliorarci. Ma l’itinerario di formazione parte dalla curiosità. L’evangelizzatore deve anzitutto lasciarsi evangelizzare, ovvero accogliere la gioiosa testimonianza cristiana dagli altri. Secondariamente occorre che il discepolo-missionario si ricordi che non annuncia la sua perfezione, la sua bravura, ma annuncia la speranza che gli viene dal Signore che lo ha amato e salvato (cfr. EG 121).

Condivideremo anche la forza evangelizzatrice della pietà popolare.

Un aspetto dell’inculturazione sono le molteplici forme della pietà popolare che, se correttamente intese, diventano forme di accesso all’esperienza cristiana alla portata di tutti.

Attenti al passaggio di buone notizie da persona a persona

Come non vanno assolutizzate le formule con cui è annunciata la fede, dal momento che il Vangelo può essere espresso con le categorie (variabili nel tempo) proprie di ciascuna cultura, come suggerisce Papa Francesco.

Al servizio del Vangelo e nel rispetto dei molti Carismi che non hanno bisogno di affermarsi a spese di altre spiritualità e doni, sarà impegnativo in pochi giorni vedere e conservare nel cuore tutto, ma forse al ritorno potremo comunicarvi con sorpresa che la “Diocesi senza frontiere” non è morta e può continuare ad esprimersi con nomi, volti e stili genuini come una sorgente fresca di umanità plurale e di teologia di liberazione.

In viaggio con il Vescovo Marco ed Enrico Temistocle Gino Chiesa